alfonso bonafede francesco basentini 1

NESSUNO COCCOLA I BOSS COME BONAFEDE - IL MINISTERO DI GIUSTIZIA PERDE CONTRO SALVATORE MADONIA GRAZIE A UNA CIRCOLARE EMANATA DAL DAP (GESTIONE BASENTINI). IL 30 GENNAIO IL DAP PREVEDE LA POSSIBILITÀ DI USARE VIDEOCHIAMATE TRAMITE SKYPE. IL BOSS MAFIOSO, DETENUTO NEL CARCERE DI SASSARI AL 41 BIS, SI È VISTO RIGETTARE L’AUTORIZZAZIONE A SVOLGERE UN COLLOQUIO CON LA MOGLIE, ANCHE LEI IN PRIGIONE. MA IMPUGNA LA DECISIONE E…

 

Antonio Amorosi per www.affaritaliani.it

 

Non bastano le dure critiche e la perdita nel tempo di almeno tre dirigenti in concomitanza con l’esplodere di vari casi giornalistici e giudiziari, (si è dimesso prima Andrea Nocera, ex capo dell'ufficio ispettorato del ministero della Giustizia, poi si è dimesso Fulvio Baldi, capo di Gabinetto, anche il capo del Dap Francesco Basentini ha lasciato i suoi uffici; gli ultimi due dirigenti in concomitanza dei casi "Palamara" e "scarcerazioni boss"), il ministro Alfonso Bonafede perde sul campo giurisprudenziale contro Salvatore Madonia. Il boss della mafia vince un’altra battaglia nella guerra al regime restrittivo del 41 bis. Ma grazie ad una circolare emanata dallo stesso Dap.

alfonso bonafede francesco basentini

 

Il 30 gennaio il Dap prevede la possibilità di usare videochiamate tramite Skype per facilitare le relazioni familiari dei detenuti e garantire le loro esigenze affettive. Una circolare del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria valuta positivamente l’esperienza dei progetti-pilota avviati in alcuni istituti e decide di estenderla su larga scala agli istituti di pena.

 

 

Madonia, detenuto nel carcere di Sassari e sottoposto al regime speciale, si è visto rigettare dalla Direzione Circondariale del carcere sardo l’autorizzazione a svolgere un colloquio in video collegamento con la moglie, sottoposta anche lei al carcere. Ma impugna la decisione e il Tribunale di Sorveglianza gli dà ragione, contrariamente alla stessa decisione della Cassazione, di circa un anno fa, che in soldoni negava ai detenuti del 41 bis il diritto a video conferenze e video colloqui, anche a mezzo Skype, perché non sicuri. Ma vista la nuova circolare...

 

la moglie del boss madonia

Contro la decisione del Tribunale ricorre in Cassazione il Ministro della Giustizia, tramite l’Avvocatura generale dello Stato, facendo presente che il giudice non avrebbe considerato l'assenza di una normativa che individui i presupposti per il video collegamento per i detenuti in regime ordinario e speciale e che indichi le regole necessarie per il loro svolgimento, così come affermato dalla Cassazione nella sentenza n. 16557/2019. Le videoconferenze sarebbero consentite solo per la partecipazione alle udienze a distanza che devono sostenere i detenuti. Nel ricorso si sostiene anche che ‘Skype for business’, citata nella controversia, non è così sicura. Per il ministero poi la questione andrebbe rimessa ad altri enti visto il “contrasto giurisprudenziale in materia”.

 

 

 

Ma il Tribunale di Sorveglianza aveva ordinato all'Amministrazione penitenziaria di organizzarsi perché con gli strumenti tecnologici a disposizione il detenuto potesse avere i colloqui con la moglie, rispettando tutte le precauzioni necessarie previste per i detenuti al 41 bis.

 

 

 

Nella memoria di replica il difensore di Madonia smonta i ragionamenti del ministero .

 

francesco basentini alfonso bonafede

La Cassazione gli dà ragione rigettando il ricorso perché infondato e scrive che "ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare…", anche i boss. Tale diritto è stabilito della costituzionale negli articoli 29, 30 e 31 e nella Convenzione europea dei diritti dell'uomo, e nell’articolo 8 sopra virgolettato. “Dunque, come già per i detenuti ordinari, anche per quelli sottoposti al regime differenziato, la legge penitenziaria e il relativo regolamento di esecuzione stabiliscono che i contatti con i familiari si realizzino secondo due modalità fondamentali: in presenza degli interlocutori o con il mezzo del telefono”…quando “i congiunti del detenuto si trovino nella impossibilità di effettuare i colloqui”.

 

 

Il boss, dopo avere ottenuto a luglio dalla Cassazione il riconoscimento del diritto alla lettura dei quotidiani, ora si vede riconosciuto il diritto ai colloqui in video in caso di impossibilità concreta dei parenti.

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)