matteo salvini luigi di maio ferruccio de bortoli

NON C’È RIUSCITO REAGAN, CI RIUSCIRANNO SALVINI E DI MAIO? – DE BORTOLI SPEGNE I SOGNI DI GLORIA DEI VICEPREMIER SUL DEBITO: “RIDUCENDO LA PRESSIONE FISCALE IN DEFICIT SI PUÒ STIMOLARE L' ECONOMIA MA DIFFICILMENTE SI RIESCE A PIEGARE LA CURVA DEL DEBITO PUBBLICO” – “ PRETENDERE DI RIUSCIRE LÀ DOVE UN GIGANTE COME REAGAN AVEVA FALLITO, SUONA VELLEITARIO E SOPRATTUTTO MASOCHISTA. CHE FA RIMA CON SOVRANISTA”

ronald reagan

Ferruccio De Bortoli per “l’Economia - Corriere della Sera”

 

Ronald Reagan disse del deficit americano che era così grande da poter badare a sé stesso. Dunque, non era il caso di preoccuparsi più di tanto. Nè del deficit nè del debito. Ma era il presidente degli Stati Uniti (1981-89), non l' ultimo della fila. E neanche il premier di un Paese isolato nell' Unione europea.

 

Quando venne eletto alla Casa Bianca, Reagan apparve a molti osservatori europei (anche sul Corriere, purtroppo) un intruso. Com' è accaduto un po' per Donald Trump. Si sbagliò allora nel sottovalutarlo. Forse si sbaglia anche oggi insistendo troppo, nell' analisi della svolta politica americana, sui tratti caratteriali dell' attuale presidente. Ma è un altro discorso. L' ex attore di Hollywood mise fine alla Guerra Fredda, favorì il dissolvimento dell' Unione sovietica, passò alla Storia come un protagonista assoluto ma non vinse la sua battaglia contro il debito pubblico. Anzi.

 

MATTEO SALVINI ANGELA MERKEL LUIGI DI MAIO IN IO TI SPREADDO IN DUE

Applicando la teoria dell' economista Arthur Laffer, l' amministrazione Reagan ridusse inizialmente le tasse, scommettendo su un aumento del gettito, che non avvenne. E fu poi costretta a rialzarle per riequilibrare le finanze pubbliche. La Reaganomics aveva in sé molte virtù: liberalizzare l' economia, ridurre la pressione fiscale per favorire l' attività economica, alleggerire il peso dello Stato. Reagan insieme a Margaret Thatcher - come ha scritto nel suo libro Alberto Mingardi (La verità, vi prego, sul neoliberismo, Marsilio), rimane un' autentica icona del pensiero liberale. Ma l' esperienza americana degli anni Ottanta insegna, ancora oggi, che riducendo la pressione fiscale in deficit si può certamente stimolare l' economia ma difficilmente, con una maggiore crescita, si riesce a piegare la curva del debito pubblico in rapporto con il Prodotto interno lordo.

 

reagan thatcher 8

«E se non ci sono riusciti gli Stati Uniti - commenta il capo economista di Confindustria Andrea Montanino - figuriamoci gli altri. All' epoca del primo Reagan, il debito pubblico americano non era poi così alto. Era intorno al 30 per cento e il livello di tassazione relativamente basso. Eppure, anche in una grande economia come quella americana, dinamica, competitiva, reattiva, si dovette fare marcia indietro». «Reagan venne meno ma solo inizialmente - spiega Alberto Mingardi - a un principio che potremmo definire sacro per il pensiero liberale, ovvero il pareggio di bilancio».

 

luigi di maio matteo salvini

Paragonare situazioni tanto differenti, anche sul piano storico, è improprio. Ma utile per comprendere alcune dinamiche di fondo dell' economia. Anche in Italia si è continuato a dire - con minore autorevolezza - che il debito, il terzo per dimensioni al mondo, poteva badare a sé stesso. A volte si ha la sensazione che non appartenga a nessuno. Quelli di Roma, Napoli, Catania e via di seguito vengono scaricati sul bilancio pubblico. Idem per le Regioni in difficoltà.

 

reagan thatcher 6

Chi sciala trasferisce le conseguenze della propria malagestione sui cittadini più virtuosi. È l' esatto contrario del principio che dovrebbe animare il regionalismo differenziato: un premio a chi spende meglio. Non vi è mai stata una seria e duratura politica di diretto contenimento del debito pubblico. E anche in passato, in particolare con i governi Berlusconi, si è coltivata a lungo l' illusione che un vigoroso taglio di tasse - mai però realizzato come da intenzioni programmatiche - portasse all' agognata diminuzione del rapporto tra debito pubblico e Pil.

 

Lo stesso Laffer, venendo a Roma anni fa, riconobbe che sì un taglio netto al prelievo fiscale poteva essere un grande stimolo per l' attività economica, ma con scarsi effetti sul rientro da un indebitamento eccessivo. Un paper realizzato dalla Chicago University del 2012 vide un po' tutti gli accademici concordi su questa tesi. E in uno studio coordinato da Giampaolo Galli, e realizzato dall' Osservatorio sui conti pubblici dell' Università Cattolica di Milano, diretto da Carlo Cottarelli, si dice chiaramente che una manovra come quella di cui parlano alcuni esponenti dell' attuale maggioranza, inconsapevoli epigoni di Laffer fuori tempo massimo, non ha mai avuto successo.

 

E il modo migliore per rientrare dall' eccessivo debito è quello di avere un avanzo primario (entrate meno spese al netto degli interessi) consistente. Oggi quell' avanzo è ridotto all' 1,6 per cento. Troppo poco per difenderci da eventuali crisi di mercato. Soprattutto in una situazione nella quale i tassi di interesse sono superiori al tasso di crescita.

matteo salvini giovanni tria 1

 

Parlando al festival dell' Economia di Trento, il governatore della Banca d' Italia, Ignazio Visco, ha ricordato un episodio significativo. Un colloquio personale con l' allora capo della Bundesbank, Hans Tietmeyer, nel momento in cui l' Italia, nonostante il suo elevato debito, veniva ammessa nella moneta unica. Adesione che ci consentì di abbattere drasticamente lo spread. Tietmeyer si fidò dell' impegno personale del ministro del Tesoro, Carlo Azeglio Ciampi. La traiettoria del debito pubblico sarebbe stata, da allora in poi, piegata verso il basso. Ma con i governi successivi questo non è avvenuto.

 

Anche e soprattutto per la mancata crescita e per gli effetti negativi di ben due recessioni, nel 2008 e nel 2011. Morale: la credibilità è tutto. Il debito si può contenere nel rapporto con il Pil anche gradatamente, come ha affermato giovedì scorso il presidente della Bce. Le tasse si possono ridurre, ma non in deficit. Tagliando le spese.

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO BY LUGHINO

 

Nei giorni scorsi sono cambiati due governi nei Paesi del Nord a noi più ostili. In Danimarca e in Finlandia. I due nuovi esecutivi, entrambi di centrosinistra, hanno deciso di fare un po' più di deficit, e dunque anche di debito. Possono permetterselo. Ad Helsinki il neo premier Antti Rinne, a guida di un esecutivo a maggioranza femminile, ha messo l' accento sulla necessità di fare più investimenti nell' educazione, nella cura dell' ambiente, nella digitalizzazione del Paese.

 

FERRUCCIO DE BORTOLI

Nella lettera recapitata a Roma nella quale si paventa una procedura per eccesso di debito, la Commissione nelle prime righe, si dilunga sugli investimenti che ritiene per il nostro Paese ancora più indispensabili. Ovvero quelli sulle competenze, sulla qualità del capitale umano.

 

Se in tutti questi anni, di flessibilità concessa da a Bruxelles, avessimo avuto più attenzione per questi temi il rapporto con gli altri Paesi, non privi di difetti e egoismi, sarebbe stato diverso. Scontrarsi su ciò che serve per il futuro, anche in deficit, avrebbe avuto tutt' altro tono.

 

Sarebbe stata una posizione più forte, difficilmente contrastabile. Ma insistere nel farlo per allargare la spesa corrente, anticipare le pensioni, distribuire sussidi. E pretendere, tagliando le tasse in deficit di riuscire là dove un gigante come Reagan aveva fallito, suona velleitario e soprattutto masochista. Che fa rima con sovranista.

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)