padoan

PADOAN SUL BANCO DEGLI IMPUTATI. IL PD PROCESSA IL MINISTRO E BOCCIA LE SOLUZIONI PER LA MANOVRINA E IL DEF: NIENTE PRIVATIZZAZIONI, NIENTE RIFORMA DEL CATASTO, NIENTE TASSE – RESTANO SOLO PROVENTI DA LOTTA ALL’EVASIONE E TAGLI LINEARI AI MINISTERI: PROPRIO IL CONTRARIO DI QUEL CHE BRUXELLES VUOLE

 

1. DAL NAZARENO PARTE IL PROCESSO A PIERCARLO

 

Alessandro Barbera e Carlo Bertini per la Stampa

 

Per capire quanto sarà complicato per il governo Gentiloni arrivare al 2018, basterebbe avere a disposizione lo streaming della riunione di ieri di Pier Carlo Padoan con i parlamentari Pd. In un clima vagamente surreale, fra battute e un fair play di facciata, è andato in scena un processo alle intenzioni.

renzi padoan gentilonirenzi padoan gentiloni

 

Più che su quel che andrà fatto, la discussione si è concentrata su quel che non si può fare: no all' aumento dell' Iva, nessun ritocco alle accise sulla benzina, altolà alla riforma del Catasto, dubbi sulle privatizzazioni. «Il sentiero stretto» di cui parla spesso il ministro del Tesoro ormai è un pertugio. Da un lato ci sono gli impegni con l' Europa e l' inizio della fine del piano Draghi, dall' altra una maggioranza parlamentare con la testa alle amministrative di giugno e alle successive elezioni politiche.

 

A complicare la vita del governo non sono solo le richieste degli scissionisti o di Alfano. Il malumore è sempre più forte anche nel partitone, e attraversa senza distinzioni renziani e orlandiani. Il tam tam di una presunta corsa al voto anticipato a settembre innescata dal successo congressuale di Renzi rimbalza di nuovo da un palazzo all' altro della politica. Ma il nodo resta un altro: quale sia la legge di Bilancio possibile senza condannare il Pd alla sconfitta elettorale. I toni di Renzi in televisione sono da campagna elettorale: «Bisogna continuare senza polemica sull' abbattimento delle tasse: se vanno giù l' economia cresce. Noi le risorse le abbiamo trovate con la flessibilità. Penso si possa continuare e Padoan è d' accordo».

EDOARDO FANUCCIEDOARDO FANUCCI

 

Il problema è che le tesi di Padoan non coincidono con quelle della sua maggioranza. Il fiorentino Edoardo Fanucci - un renziano della prima ora - dice no alla revisione delle regole sul catasto perché «bisogna fare attenzione a fare cose giuste nel momento sbagliato». Francesco Boccia (area Emiliano) ha una preoccupazione di segno opposto: come aumentare le tasse ai giganti del web. Perfino l' economista Giampaolo Galli, finora un lealista del governo, è dubbioso sulla strategia prudente con l' Europa: «Gli obiettivi di deficit per il 2018 non sono credibili, e sarebbe credibile dire sin d' ora che non potremo rispettarli».

francesco bocciafrancesco boccia

 

Padoan talvolta tiene il punto con toni caustici, talvolta si censura, in altri casi si trincera dietro a battute sagaci. Non parla mai esplicitamente di tagli alle tasse, salvo sottolineare che il poco spazio a disposizione «dovrà essere concentrato». Si dice favorevole ad un aumento degli investimenti, ma a precisa domanda non anticipa quale sarà l' obiettivo di deficit per il 2018 nel Documento di economia e finanza.

 

Accenna ad una trattativa in due tempi per ottenere più flessibilità, spiega che gran parte delle entrate della manovrina verranno da un aumento della lotta all' evasione, fra cui la rottamazione delle cartelle esattoriali e da tagli alla spesa. Sottolinea che non si va in ginocchio a Bruxelles, ma che «c' è modo e modo» di procedere. Spiega che Def e manovrina di correzione sono una cosa sola, e quest' ultima sarà approvata subito dopo il Def, il 10 aprile.

GIAMPAOLO GALLI GIAMPAOLO GALLI

 

Se Fanucci lo invita «a confrontarsi con la politica» prima di approvare il Documento, Padoan risponde chiedendo di «spiegargli la differenza» tra ministro tecnico e politico: «I conti vanno tenuti in ordine e scusate se dico queste banalità». Dice che «la riforma del catasto si può fare a saldo zero», ma non spiega come. Su un punto Padoan è fermo: no a marce indietro sulle privatizzazioni, perché «i mercati ci giudicano. E poi - se posso esprimere un parere personale - non servono solo a fare cassa ma a rendere il sistema più efficiente». Brusii in sala.

Twitter @alexbarbera

 

2. I GIORNI DI PASSIONE DEL MINISTRO ED IL “FUOCO AMICO” DEL PD

 

Marcello Sorgi per la Stampa

POSTE ITALIANEPOSTE ITALIANE

 

Sono giorni di passione per il ministro Padoan, che entro il 10 aprile deve definire la manovra da 3,4 miliardi di euro che dovrà accompagnare il Documento di programmazione economica e finanziaria del governo e chiudere il contenzioso tra l' Italia e la Commissione europea.

 

«So distinguere tra un ragionamento politico e uno tecnico» ha detto il ministro dell' Economia in un incontro con i parlamentari del Pd, che mentre lui spiegava come cercherà di quadrare il cerchio delle richieste di Bruxelles limitandosi a un nuovo giro di rottamazione delle cartelle esattoriali, evitando aumenti tariffari, incrementi fiscali e sgomberando l' orizzonte dal rincaro dell' Iva inserito nei precedenti accordi con la Commissione, gli raccomandavano di astenersi dalla riforma del catasto, una misura che in passato altri governi avrebbero preso in considerazione ma che rischia di ripercuotersi sui proprietari di case, in Italia la maggioranza dei cittadini.

DALEMA PADOANDALEMA PADOAN

 

Si capisce che a Padoan la qualifica di «tecnico» vada stretta, un po' per la sua biografia personale che lo ha visto impegnato in think-tank come quello di D' Alema, «Italiani europei», o come dirigente del Fondo monetario internazionale, prima di assumere, da ministro, il compito di interfaccia dei vertici europei: tutti ruoli che Padoan considera eminentemente «politici» e in cui ha messo in gioco tutta la sua credibilità personale, in difesa degli interessi dell' Italia, che via via invece se n' è giocata una parte.

 

pompe di benzinapompe di benzina

Da quando il governo Gentiloni s' è insediato, sia Padoan, sia il presidente del consiglio, si sono sentiti ripetere varie volte dai partners europei che quest' anno, diversamente dai precedenti, sarà difficile evitare la procedura di infrazione per il nostro Paese, a meno di una chiara inversione di tendenza nelle politiche economiche, e anche, come s' è capito, di piantarla una volta e per tutte con gli atteggiamenti anti-europei che Renzi continua a manifestare.

 

PADOANPADOAN

Il rifiuto degli aumenti delle accise sui carburanti, di un nuovo programma di privatizzazioni, del taglio di una serie di detrazioni fiscali, e adesso anche della riforma del catasto, per citare sommariamente la somma dei «no» indirizzati a Padoan dai vertici del suo partito nell' ultimo mese, per i commissari europei non vanno nella direzione giusta.

 

Padoan è perfettamente consapevole che dopo la campagna per le primarie degli iscritti c' è quella dei gazebo, e poi le elezioni comunali e ancora le politiche, a cui Renzi deve far fronte. Ma con quella frasetta gettata lì, sulla differenza tra «ragionamenti tecnici e politici», ha inteso di dire che miracoli non è in grado di farne.

 

Ultimi Dagoreport

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA… 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…