papa francesco bergoglio

IL PAPA PARLA A NUORA PERCHÉ SUOCERA INTENDA. ALL'UDIENZA GENERALE HA RIPETUTO CHE LA CHIESA NON È UN ''PARTITO POLITICO'' CHE FUNZIONA SECONDO MAGGIORANZE, CORDATE O PRIMARIE. SI RIFERISCE A DUE VORAGINI APERTE: IL CASO BECCIU E QUELLO DEI VESCOVI TEDESCHI, CHE METTONO IN DISCUSSIONE I CAPISALDI DEL MAGISTERO: ABOLIZIONE DEL CELIBATO, SACERDOZIO FEMMINILE, COMUNIONE CON I LUTERANI, TRASPARENZA NEI RISARCIMENTI ALLE VITTIME DI PEDOFILIA

 

 

Franca Giansoldati per www.ilmessaggero.it

 

 

Papa Francesco parla a nuora perchè suocera intenda. All'udienza generale ha ripetuto che la Chiesa non è un «partito politico» dove tutto funziona secondo il meccanismo delle maggioranze rappresentative, delle cordate o delle primarie. «La Chiesa non è un mercato o un gruppo di imprenditori che lavorano in una ditta» ha detto. Il passaggio dell'udienza è tutto da decifrare ma è sembrato riferirsi a due voragini attualmente aperte.

bergoglio beve il mate 3

 

Da una parte la questione dei veleni che stanno agitando la curia, in primis per il caso Becciu che ormai appare per quello che è, una patacca costruita ad arte in una specie di congiura di Palazzo fatta di cordate. Dall'altra, invece, le parole sembrano descrivere quello che accade in Germania dove i vescovi hanno intrapreso un cammino rivoluzionario che sta mettendo in discussione capisaldi del magistero o della tradizione che vanno dall'abolizione del celibato sacerdotale, al sacerdozio femminile, dalla comunione con i luterani alla trasparenza nella gestione degli archivi diocesani, delle finanze o dei risarcimenti alle vittime della pedofilia.

 

Insomma, una rivoluzione in fieri che sta creando non pochi grattacapi a Roma e sta spaccando gli stessi vescovi tedeschi. Alcuni giorni fa persino il cardinale di Monaco, Marx ha aperto – in via teorica – una breccia per una possibile abolizione del celibato sacerdotale al fine di far fronte al calo drastico delle vocazioni e al fatto che ormai, anche in tante diocesi tedesche, le parrocchie non hanno più preti a disposizione.

GIANLUIGI TORZI PAPA BERGOGLIO

 

Papa Francesco non è la prima volta che interviene sul cammino sinodale tedesco. Lo aveva fatto anche con una lettera formale, indirizzata all'episcopato l'anno scorso per chiedere unità di intenti e di vedute. Aveva anche ricevuto, a giugno di quest'anno, il presidente della conferenza episcopale e nel corso del lungo colloquio lo aveva incoraggiato ad andare avanti ma tenendo conto il tema dell'unità.

 

Stamattina Francesco ha ricordato i capisaldi sui quali si fonda la vita ecclesiale: «l'ascolto dell'insegnamento degli apostoli, la custodia della comunione reciproca, la frazione del pane e la preghiera. Tutto ciò che nella Chiesa cresce fuori da queste 'coordinate', è privo di fondamenta, è come una casa costruita sulla sabbia . E Dio che fa la Chiesa, non il clamore delle opere. E la parola di Gesù che riempie di senso i nostri sforzi. E nell'umiltà che si costruisce il futuro del mondo».

 

Francesco ha anche confessato di sentire "tristezza” quando vede «qualche comunità che pensa di fare chiesa con i raduni, come un partito politico: 'Ma cosa penserà la maggioranza e la minoranza?'. Mi chiedo: ma dove è l'amore comunitario? La Chiesa non è una ditta per maggioranza o minoranza. La Chiesa non cresce per proselitismo. La Chiesa cresce per attrazione. Se manca lo Spirito Santo non c'è sinodalità. C'è un club, non c'è la Chiesa».

 

giovanni angelo becciu papa francesco bergoglio

La Chiesa tedesca ha intrapreso un complesso percorso per far fronte alla continua emorragia di fedeli. Solo nel 2019 hanno lasciato la Chiesa cattolica 272.771 persone.  Il cardinale Marx, durante il sinodo sulla Famiglia, spiegando la necessità di ripensare il rapporto tra la base e le istituzioni ecclesiali aveva sbottato: «non sarà di certo Roma a dirci cosa dobbiamo fare».

 

Le cifre ufficiali della emorragia sono state pubblicate di recente dalla Conferenza episcopale. Il calo dei fedeli risulta in aumento rispetto alle 216.078 persone che hanno lasciato nel 2018.

 

Il numero totale dei cattolici in Germania alla fine del 2019 era di 22,6 milioni, pari al 27,2% della popolazione, in calo rispetto ai 23 milioni, pari al 27,7%, del 2018.

 

INCONTRO TRA GEORGE PELL E PAPA FRANCESCO SULL OSSERVATORE ROMANO

Le statistiche dei vescovi tedeschi hanno fatto affiorare anche altri aspetti negativi per la vita della Chiesa. Il numero dei cattolici che partecipano regolarmente alle messe è sceso al livello più basso di sempre - 9,1% nel 2019, contro il 9,3% del 2018 - come anche i matrimoni in chiesa (-10%), le cresime (-7%) e le prime comunioni (-3%). Anche il numero dei battesimi cattolici è calato nel 2019 a 159.043 nel 2019 rispetto ai 167.787 del 2018, così come le ammissioni (2.330 nel 2019 rispetto ai 2.442 del 2018) e le riammissioni (5.339 nel 2019 rispetto ai 6.303 del 2018) alla Chiesa.

 

La Chiesa cattolica non è stata la sola a subire un esodo di massa di fedeli. Lo stesso destino riguarda la Chiesa evangelica e i luterani. E' in atto un processo di «declino nella ricezione dei sacramenti» e di erosione dei legami personali della Chiesa.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - OGGI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE…

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?