francesco cossiga

LA PASSIONE DEL “GATTOSARDO” PER I SERVIZI - IL RICORDO DI PAOLO GUZZANTI IN OCCASIONE DEL “PREMIO COSSIGA PER L’INTELLIGENCE”: “MI DICEVA SEMPRE CHE IL SUO VERO MAESTRO DI INTELLIGENCE ERA STATO ALDO MORO. ASCOLTAVA CON PIACERE ANCHE I PETTEGOLEZZI E SI INFORMAVA CON CURIOSITÀ DEI PARTICOLARI PICCANTI DELLE RELAZIONI AMOROSE NEL MONDO POLITICO. COSSIGA ERA IL SUPERVISORE ITALIANO DEL PASSAGGIO DI DENARO FRA MOSCA E IL PCI, IN COMPAGNIA DI DUE AGENTI DEL TESORO AMERICANO CHE CONTROLLAVANO LA…”

Paolo Guzzanti per “il Giornale”

 

paolo guzzanti foto di bacco (2)

Gli sarebbe piaciuto. Il «Premio Cossiga per l'Intelligence» promosso dalla Società italiana di Intelligence, assegnato al prefetto Carlo Mosca dalla giuria presieduta da Gianni Letta, con vicepresidenti Giuseppe Cossiga e Mario Caligiuri, lo avrebbe molto divertito. La prima edizione si svolgerà in modalità virtuale il 17 agosto, in occasione del decennale della scomparsa di Francesco Cossiga. Avrebbe voluto certamente premiare lui il Prefetto Carlo Mosca, ma c'è suo figlio.

 

francesco cossiga 1

L'ultima volta che lo andai a trovare a casa sua, Cossiga era un po' malandato, ma mi avvertì subito che il mio telefonino Sony non eravamo ancora agli smart e gli iPhone, era un modello superato. La sua casa era piena di soldatini, di truppe sarde di piombo, di carabinieri in alta uniforme, ma non era un museo, era piuttosto la casa di un grande piccolo patriota.

 

Quando mi chiamò per avvertirmi che avrebbe lasciato il Quirinale, lo andai a trovare con la mia compagna di allora e il suo bambino Andrea. A lui consegnò, con estrema solennità, la bandiera di combattimento: «A te che rappresenti le nuove generazioni». Poi io lo seguii fino in Irlanda. Ma la sua passione per i giocattoli dell'Intelligence era molto più di una mania da collezionista. Cossiga aveva imparato già negli anni Cinquanta che cosa significasse far parte dell'Intelligence Community, e per giunta di lingua inglese. Non so quanto fluente fosse in inglese, ma lo capiva bene e scherzavamo sul fatto che in inglese per dire «rapporto sessuale» si dica sexual intercourse. Lo faceva ridere.

 

CARLO MOSCA

Ma era un lettore scaltro di informazioni diplomatiche e aveva protetto e difeso con le unghie e coi denti l'organizzazione della Nato Stay behind (dietro le linee) che in Italia era stata curiosamente ribattezzata «Gladio» ma che esisteva tale e quale in tutti i Paesi della Nato. Era una organizzazione partigiana che si sarebbe dovuta attivare nel caso di occupazione sovietica. Quello fu il suo vero war game che finì malissimo quando Giulio Andreotti, presidente del Consiglio, consegnò le chiavi dell'organizzazione segreta al giudice Casson, sicché tutto finì in piazza e in uno scontro politico rovente.

 

francesco cossiga 2

Come sardo, si sentiva più vicino agli irlandesi che agli inglesi, ma era molto bravo nell'usare i codici, decifrare un rapporto diplomatico e saper trattare le materie di intelligence anche con gli ambasciatori. Ricordo la sua grande amicizia con l'ambasciatore sovietico e poi russo Adamishin che gli dette informazioni essenziali sulla più grande operazione di riciclaggio del tesoro sovietico di cui si occupò poi Falcone, non più procuratore, ma suo delegato personale e subito prima di essere ucciso.

 

aldo moro

Cossiga mi diceva sempre che il suo vero maestro di Intelligence era stato Aldo Moro: il criptico intellettuale e professore che si sentiva perennemente tenuto d'occhio dal Kgb in Italia. Cossiga era il supervisore italiano del passaggio di denaro fra Mosca e il Partito comunista italiano, come ministro o rappresentante del governo, in compagnia di due agenti del Tesoro americano che controllavano soltanto la genuinità dei dollari che da Mosca arrivavano a Roma e che Cossiga (sue personali confidenze) faceva cambiare in lire alla banca dello Ior vaticano (Istituti Opere Religiose) da Monsignor Marcinkus. Che non era proprio uno stinco di santo.

 

Conosceva perfettamente gli schieramenti di missili europei di media gittata sovietici, gli SS20 e quelli di teatro americani Pershing e Cruise. Adorava, letteralmente adorava gli avversari sovietici con un sentimento che lo accomunava a John LeCarré: «Quei distinti signori che erano i grandi comunisti di quei tempi», mi diceva. E poi, sì, c'era anche l'apparato giocoso: le microspie, i rivelatori di microspie (gli portai un detector che avevo comprato a New York che faceva molti ronzii quando lo accostavamo ai suoi muri, cosa di cui era orgoglioso).

 

bettino craxi francesco cossiga

Il suo amore possessivo per l'Arma dei Carabinieri dipendeva anche dal fatto che i Carabinieri sono sia polizia militare che civile, forza combattente e di intelligence, all'occorrenza polizia stradale. Che è anche il motivo per cui i Carabinieri sono stati sempre molto apprezzati anche dagli americani per le operazioni di peace keeping all'estero.

 

Adorava le uniformi, i gradi, le mostrine e mi regalò solennemente un maglione blu della Marina militare che conservo come una reliquia. Non aveva per natura un portamento militare, ma aveva una passione per la Storia e i suoi dettagli. Non si trattava solo di soldatini di piombo, ma di combattenti cibernetici. Mi regalò anche un grande album dell'intelligence con tutte le armi che si usavano trent' anni fa, introvabile nelle librerie. Da vero uomo di intelligence, ascoltava con piacere anche i pettegolezzi e si informava con curiosità dei particolari piccanti delle relazioni amorose nel mondo politico.

 

marcinkus andreotti ratzinger

Aveva una straordinaria collezione delle bandiere di combattimento di reggimenti e divisioni del passato, ma anche lettere che certificavano la sua competenza anche tecnica che gli permetteva di riconoscere una operazione mediatica da una «fabbricazione» che è una sostituzione del falso con il reale. Sapeva molto di più di quello che possiamo immaginare e tutti speriamo che abbia lasciato scritto da qualche parte ciò che ancora ci manca per ricostruire quel che accadde, come e agito da chi, perché e quando. Lui lo sapeva, Andreotti anche e oggi il teatro politico è molto disadorno senza questi due personaggi. Specialmente senza Cossiga.

cossiga e andreotti 5napolitano andreotti cossiga prodi cossiga e andreotti 3francesco cossiga e vittorio sgarbifrancesco cossiga e silvio berlusconifrancesco cossiga gnamfrancesco cossiga 8francesco cossiga francesco cossiga 4francesco cossiga 9berlusconi francesco cossiga giulio andreottifrancesco cossiga 5francesco cossigafrancesco cossiga al mcdonaldsfrancesco cossiga 7gianfranco funari e francesco cossiga francesco cossiga 6francesco cossiga 3cossiga e andreotti

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...