PAURA E DELRIO A PALAZZO CHIGI – IL CAPOGRUPPO DEL PD APRE IL VASO DI PANDORA: “È STATA LANCIATA UN’IDEA CHE SOTTENDESSE UNA VISIONE? UN’IDEA CHE APRISSE UN DIBATTITO?” – LA DOMANDA CONTIENE LA RISPOSTA: CIOÈ NO. I DECRETINI DI CONTE COME AL SOLITO DISTRIBUISCONO MANCETTE E BONUS MONOPATTINI CHE PENSANO SOLO A TAMPONARE L’OGGI SENZA NESSUN PROGETTO PER IL FUTURO. E SE ANCHE IL PD SE NE ACCORGE…

-

Condividi questo articolo


 

 

Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”

 

GRAZIANO DELRIO GRAZIANO DELRIO

Basta una domanda per aprire il vaso di Pandora. Tre mesi fa tutti spiegarono che nulla sarebbe stato come prima, invece tutto è rimasto come prima. Ce n' è la prova nei decreti che il governo ha emanato per fronteggiare la pandemia, e dai quali traspare il retaggio corporativo che ancora resiste nel profondo del Paese. È un fenomeno che attraversa la politica, la burocrazia, le rappresentanze del mondo del lavoro e dell' impresa: ognuno legittimamente ha chiesto per tamponare l' oggi ma nessuno ha offerto progetti, anche solo spunti innovativi per prepararsi al domani. Dai cassetti dei centri studi e delle strutture ministeriali sono riemersi solo vecchi dossier impolverati.

giuseppe conte e ursula von der leyen a bruxelles giuseppe conte e ursula von der leyen a bruxelles

 

E siccome istituzionalmente è il governo a doversi fare carico del problema, basta una domanda per capire dove stia il problema. Graziano Delrio la fa, partendo da una considerazione: «Immaginare di tornare alla normalità è umano. Sappiamo però che tornare al punto di partenza sarà impossibile e che dunque bisognerà attrezzarsi per organizzare il futuro. Se così stanno le cose, mi chiedo: in questo periodo è stata lanciata un' idea che sottendesse una visione? Un' idea che facesse anche solo discutere, nel bene e nel male, ma che aprisse un dibattito, una polemica, un confronto?».

giuseppe conte dario franceschini giuseppe conte dario franceschini

 

La domanda contiene la risposta, e la preoccupazione del capogruppo democrat è che l' afasia di palazzo Chigi - nascosta dietro un ginepraio di norme incomprensibili e difficilmente applicabili - possa produrre «la rottura del rapporto di fiducia tra il Paese e le istituzioni, che apparirebbero inadeguate agli occhi dei cittadini». È un rischio avvertito dall' intero gruppo dirigente del Pd e persino da una parte dei 5S. Ce n' è traccia soprattutto nelle parole preoccupate di Dario Franceschini, consapevole che «superata la fase dell' emergenza e dell' assistenza, il governo dovrà lavorare su una visione del futuro. Non sarà facile».

 

GRAZIANO DELRIO RIPASSA DESTRA E SINISTRA DI BOBBIO PRIMA DELL'INCONTRO CON CONTE GRAZIANO DELRIO RIPASSA DESTRA E SINISTRA DI BOBBIO PRIMA DELL'INCONTRO CON CONTE MANFRED WEBER MANFRED WEBER

Su questo tema l' Italia è pericolosamente indietro, lo si vede dal modo in cui arriva impreparata alla trattativa con i partner europei, dove la competizione non sarà (solo) sulla quantità delle risorse ma soprattutto sulla qualità della spesa. In questo senso c' è una distanza siderale tra l' appello che Giuseppe Conte rivolge a Ursula von der Leyen per un aumento del fondo da 500 miliardi proposto da Francia e Germania, e la tesi sostenuta da Manfred Weber in una intervista al Corriere : «Certo i contributi per le regioni più colpite dalla crisi dovranno essere a fondo perduto. Credo però - sottolinea il capogruppo del Ppe - ci sia un tema più importante. È decisivo investire sul futuro. Per esempio, se riuscissimo a realizzare un network 5G per l' Ue...».

 

merkel con manfred weber merkel con manfred weber GIANCARLO GIORGETTI GIANCARLO GIORGETTI

Tra Conte e Weber c' è la stessa differenza che passa tra una richiesta di assistenza e un' idea di sviluppo. Ed è un punto sul quale i timori di Delrio incrociano quelli del leghista Giancarlo Giorgetti, che quando in Italia vede passare la logica degli interventi a pioggia «mi vien voglia di dar ragione agli olandesi». E se finora nel dibattito politico - caratterizzato da sterili mozioni di sfiducia e da becere provocazioni - non si è trovato il tempo per discutere e dividersi su idee, è perché di idee non ne sono state (ancora) prodotte. «In compenso - ha urlato alla Camera Giorgia Meloni creando imbarazzo tra i dem - nel decreto Rilancio sono stati messi 120 milioni per i monopattini e solo 50 per la disabilità».

 

paolo gentiloni nicola zingaretti andrea marcucci graziano delrio paolo gentiloni nicola zingaretti andrea marcucci graziano delrio

Eppure il futuro sta per arrivare, corre alla stessa velocità della crisi economica che già attanaglia il Paese. Sarà la «nuova normalità», che Megan Green - columnist del Financial Times interpellata da SkyTg24 - ha descritto così: «Aumenterà la globalizzazione digitale e cambierà il mondo del lavoro. In futuro un' azienda si servirà sempre più di personale fuori dalla nazione in cui opera. Forse assisteremo a un nuovo boom, di sicuro si accentueranno le iniquità. E quello che era un problema prima della crisi, lo sarà ancor di più quando la crisi sarà finita». Serviranno idee per gestire l' emergenza dopo l' emergenza e scongiurare quella che Delrio definisce «la frattura con i ceti produttivi». Altro che una banale crisi di governo.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...