vito crimi giuseppe conte

SULLA PELLE DEGLI SCHIAVI - I GRILLINI SI RIMANGIANO LA REGOLARIZZAZIONE (TEMPORANEA) DEI MIGRANTI CHE SERVONO PER LAVORARE NEI CAMPI - SONO TERRORIZZATI DI ESSERE SUPERATI A DESTRA DA SALVINI E COSÌ HANNO FATTO FARE L'ENNESIMA FIGURA DI MERDA AL ''LORO'' CONTE, RITARDANDO PER ANCORA UNA VOLTA IL DECRETO ''RILANCIO'' (EX MAGGIO, EX APRILE) - LA SINISTRA  A 5 STELLE ESISTE SOLO NEI SOGNI DI QUALCUNO, E INFATTI È STATA SPAZZATA VIA…

1 - CONTE NEL MIRINO DEL FUOCO AMICO

Alberto Gentili per “il Messaggero

 

Il governo e la maggioranza rosso-gialla ripiombano nel caos. Ed è una caduta rovinosa perché avviene nelle ore in cui, per cercare di mettere benzina nei motori della ripartenza, attende di vedere la luce il decreto monster da 55 miliardi che doveva essere approvato nel week-end, poi ieri. E infine è slittato a oggi. Sempre se tutto andrà bene. Sempre se un nuovo vertice, di cui in serata si è cominciato a parlare a palazzo Chigi, riuscirà a riportare la pace.

 

VITO CRIMI GIUSEPPE CONTE

La situazione è delicata. Il premier Giuseppe Conte è diventato vittima del fuoco amico dei 5Stelle che, dopo che domenica notte era stato raggiunto l'accordo sulla regolarizzazione di migranti, colf e badanti, hanno fatto saltare l'intesa. Non ha festeggiato neppure il Pd che ha paragonato i grillini a Matteo Salvini, né Leu di Roberto Speranza, né tantomeno Italia Viva che con la ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova era riuscita, giocando di sponda con Luciana Lamorgese (Interni), a far inserire la norma sui migranti nel provvedimento Rilancio.

 

Una situazione che ha spinto Italia viva a rimpiangere perfino Luigi Di Maio: «Da quando non c'è più lui a capo del Movimento è il caos, nessuno è in grado di tenere la linea», ha detto il coordinatore Ettore Rosato, «ma noi non molliamo: non saranno i tentennamenti di qualche dirigente grillino a pesare sulle tasche degli italiani e a mettere a rischio la sicurezza sanitaria del Paese».

 

Il sospetto di tutti è che i grillini abbiano deciso di affossare la regolarizzazione in quanto preoccupati per la concorrenza da destra della Lega. Come? Strappandola dal testo del decreto Rilancio con la promessa di modificarla e di vararla con un altro provvedimento. Un epilogo che per il dem Nicola Zingaretti, Speranza e Matteo Renzi significherebbe la fine di ogni ipotesi di regolarizzazione.

luigi di maio vito crimi

 

Perché i lavoratori nei campi servono subito. E perché in Parlamento non ci sarebbero i voti per una norma ad hoc che faccia emergere i migranti, badanti e colf che attualmente lavorano in nero. Due gli scogli contro cui i grillini hanno fatto naufragare l'accordo: la possibile sanatoria penale per i datori di lavoro che regolarizzino chi è in nero e la durata di sei mesi dei permessi di soggiorno temporanei per chi cerca lavoro.

 

A palazzo Chigi e al Viminale è stato il giorno dello «stupore» e dello «sconcerto». Tutti raccontano che poco prima della mezzanotte di domenica il capo protempore del Movimento, Vito Crimi, aveva scandito il suo sì. Ma quando ieri mattina si è diffusa la notizia, tra i 5Stelle c'è stato il consueto rigurgito di sovranismo e di nostalgia per la linea anti-migranti condivisa per oltre un anno con la Lega.

 

NICOLA ZINGARETTI LUCIANA LAMORGESE

La chat Squadra 5Stelle, riservata a ministri e sottosegretari grillini, ha letteralmente cominciato a ribollire. Sono scattate le telefonate tra i membri di governo e c'è chi ha chiesto a gran voce una riunione per ribadire la linea. I più agguerriti, raccontano, sono stati il ministro Sergio Costa, i sottosegretari Carlo Sibilia, Vittorio Ferraresi, Giuseppe L'Abbate. Perfino Crimi, che pure aveva siglato l'intesa, ha rivoltato la frittata per paura di essere sconfessato e di restare isolato: «Più leggo la norma più mi rendo conto che qualcosa non quadra. Far emergere il nero abbuonando sanzioni penali significa dire ai nostri imprenditori onesti siete dei cogl...i, potevate fare come noi e guadagnare di più e ora ci abbuonano tutto...».

 

Risultato: il preconsiglio chiamato a vagliare ben 434 pagine di decreto per un totale di 258 articoli, è slittato di ora in ora. E alla fine è stato rinviato, per l'ennesima volta, anche il Consiglio dei ministri. Nel frattempo è scattato il fuoco di sbarramento dei 5Stelle, inclusi i viceministri Laura Castelli e Carlo Sibilia.

 

GLI ALTRI NODI

Boschi Conte Bellanova

I problemi dietro al nuovo rinvio sono però anche altri. Italia viva ha accusato ieri sera il Mef di «fare ostruzionismo», in quanto avrebbe portato in preconsiglio «numerose pagine bianche». In più i renziani vogliono cambiare, semplificandolo, il voucher vacanze e con l'economista Luigi Marattin chiedono che la cancellazione dell'Irap per le imprese sia «generalizzata e senza condizioni. I 5Stelle sono poi contrari alla norma che garantirebbe fino a 100 milioni di fondi pubblici alle banche che comprano piccoli istituti di credito: una procedura che a loro giudizio ricorda il salvataggio di Banca Etruria.

 

 

2 - IL MOVIMENTO RIBOLLE TRA CHAT E TELEFONATE «SINISTRA» ALL'ANGOLO

Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera

 

Alla fine, dopo un braccio di ferro durato una giornata, sembra prevalere l' ottimismo. I Cinque Stelle registrano «passi avanti» e rassicurazioni sul versante degli inasprimenti penali. Eppure per tutta la giornata i toni sulla sanatoria per i migranti non sono stati per nulla distensivi. «Non si può vivere sotto ricatto: questa sanatoria noi non la vogliamo perché ci repelle. Se Renzi vuol far cadere il governo e farne uno con la Lega, se la voti lui con Salvini», sbotta un pentastellato.

LAURA CASTELLI

 

I vertici M5S reagiscono con veemenza e sarcasmo all' ipotesi di intesa che circola dopo la riunione di domenica sera. Da una settimana l' ala governista usa l' ironia, parla di «stabilizzazione del caporalato», ma se solo qualche giorno fa il confronto con gli ortodossi Cinque Stelle era serrato, ora non lo è più: è la prova di un nuovo equilibrio politico (precario). Solo giovedì scorso l' eurodeputata Laura Ferrara parlava della norma come di «un provvedimento necessario e giusto».

Ora però i falchi giocano di rimessa, sono all' angolo. «Sono molto triste» confida uno dei deputati più irriducibili.

 

Non sono escluse sortite solitarie, prese di posizione, ma non tali da giustificare un cambio di rotta. La partita interna al Movimento sembra al momento avere un vincitore: l' accordo segreto tra i big (ieri silenti) pare superare la prova della sanatoria. Non mancano veleni trasversali verso i ministri che hanno condotto la trattativa. Tuttavia la linea dura imposta dal reggente Vito Crimi trova concorde una larga fetta dei Cinque Stelle, compresa la fronda ribelle.

 

Tra questi ultimi c' è chi parla di «argomento delicato da trattare con serietà perché ne va della vita di persone», ma poi precisa: «è giusto ora essere rigidi su una sanatoria di fatto di illeciti che non risolve niente sul tema caporalato e sfruttamento».

 

sergio costa 2

I dettagli dell' accordo raggiunto domenica in realtà hanno scosso e non poco i big di governo pentastellati.C' è un tam tam di telefonate con in prima linea il ministro Sergio Costa. La chat ribolle ed è lo stesso Crimi -- come racconta l' Adnkronos - a sbottare: «Più leggo la norma più mi rendo conto che qualcosa non quadra - scrive il reggente - far emergere il nero abbuonando sanzioni penali significa dire ai nostri imprenditori onesti siete dei cogl...i».

 

C' è chi spera in un asse con i dem, anche se alcuni membri di governo sono stupiti anche dall' atteggiamento del Pd: «Non capisco come mai con il loro atteggiamento in questo frangente non difendano la loro legge anticaporalato realizzata nella scorsa legislatura». «I permessi di soggiorno sono già stati prorogati fino a fine agosto: servono davvero per i braccianti?», insinuano dubbi alcuni pentastellati. Si continua però a trattare sui tavoli di governo. Poi gli spiragli: «Il testo è stato migliorato, ma non è ancora stato raggiunto un accordo». Ma gli scudi (non solo penali) devono ancora cadere.

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)