pnrr expo roma tor vergata

IL PNRR È UNA CORSA A OSTACOLI – DRAGHI PROVA A BLINDARE IL PIANO: IN GIOCO CI SONO 64 MILIARDI, MA LA CRISI DI GOVERNO HA IMPALLATO LA MACCHINA CHE ORA È COSTRETTA A RIMETTERSI IN FUNZIONE SE NON SI VUOLE RISCHIARE GROSSO. COME SE NON BASTASSE I PARTITI NON HANNO NESSUNA INTENZIONE DI FAR LAVORARE SERENAMENTE IL GOVERNO E PIANTANO GRANE. PER EVITARE IL RISCHIO PALUDE MARIOPIO HA CONVOCATO UN VERTICE PER MARTEDÌ PER RISCRIVERE IL CRONOPROGRAMMA E ANTICIPARE I TEMPI E…

Giorgio Santilli per “il Sole 24 Ore”

 

mario draghi al meeting di rimini 4

Le parole di Mario Draghi al Meeting di Rimini sul Pnrr hanno chiarito la determinazione del premier a blindare il piano e ad andare avanti senza tentennamenti sui target. Il governo dovrà, però, combattere su tre fronti: 1) incassare la seconda rata di finanziamenti da 24,1 miliardi relativa agli obiettivi del giugno 2022 (T2 2022) che dovrebbe essere rilasciata dalla commissione Ue a fine settembre o inizio ottobre, in seguito al consueto assessment, sempre che non ci saranno intoppi sulla questione spinosissima della carriera degli insegnanti;

 

PNRR TIRRENICA

2) lasciare in sicurezza i target e milestones di fine 2022 (T4 2022) consentendo al nuovo governo di formalizzarli senza troppe partite aperte con Bruxelles; 3) portare avanti la parte attuativa di riforme e investimenti già approvate in precedenza dalla Ue e soprattutto svolgere tutto il lavoro preparatorio (già cadenzato) per gli obiettivi dei primi due trimestri del 2023 che, soprattutto sul fronte delle gare e degli appalti, saranno il primo severissimo banco di prova per gli investimenti del Pnrr.

 

mario draghi by istituto lupe

Il cuore della sfida di Draghi è quello degli obiettivi di dicembre, ma su tutti e tre i fronti ci sono insidie serissime da sventare. In palio c'è comunque un totale di 64 miliardi (24.138 milioni per T2 2022, 21.839 per T4 2022, 18.390 per T2 2023). Al netto della restituzione dell'anticipo del 13% accordato dalla Commissione sono - se vogliamo ragionare in termini di cassa - 56 miliardi.

 

ripartizione temporale traguardi e obietttivi pnrr grafico domani

Non bastasse la complessità di questi obiettivi, il governo è costretto a muoversi in uno scenario istituzionale difficile: il regime dell'ordinaria amministrazione limita la sua azione; l'interlocuzione con il Parlamento sciolto che deve esprimere pareri sui decreti legislativi attuativi di riforme è necessariamente a singhiozzo; le task force ministeriali sono indebolite dalla perdita di funzionari neoassunti (con contratti a tempo determinato) che lasciano per posti di lavoro più stabili o meglio remunerati. Pesano molto anche le condizioni del quadro economico, come nel caso degli extracosti degli appalti, prima di materie prime, oggi energetici. Nonostante i dieci miliardi che il governo ha prontamente messo sul tavolo, si deve ora riavviare la macchina, riscrivere il quadro economico delle opere, riavviare le gare sospese: se non si torna in linea nei prossimi due mesi l'intera macchina è destinata a imballarsi.

 

mario draghi 5

Non bastassero le difficoltà oggettive, la campagna elettorale di questi giorni chiarisce che i partiti non hanno nessuna intenzione di far lavorare serenamente il governo a chiudere il ciclo e piantano paletti e bandiere su singoli obiettivi presenti e futuri. La Lega prova a stoppare l'attuazione dei balneari (obiettivo dicembre 2022) e si appella a una discontinuità che può risultare una bomba per il Pnrr; la riforma dei servizi pubblici locali che Palazzo Chigi vuole accelerare non è mai piaciuta a nessun partito; il Pd chiede addirittura di stralciare in gran parte dal decreto Aiuti bis la norma sulla carriera degli insegnanti (si veda articolo nella pagina a fianco). Temi tutti largamente dibattuti con Bruxelles che su queste materie non è disponibile a farci sconti ed è pronta a colpirci.

roberto garofoli mario draghi daniele franco roberto cingolani

 

Per evitare il rischio palude, Draghi non si è limitato ai segnali pubblici. Ha dato subito mandato al sottosegretario a Palazzo Chigi, Roberto Garofoli, di convocare un vertice per martedì per stringere i bulloni dell'azione ministeriale e andare avanti. Palazzo Chigi vuole rendere cogente per i ministeri l'anticipazione degli obiettivi ovunque possibile e riscriverà il cronoprogramma, la mappa delle scadenze: oggi è scritto 31 dicembre in tutte le 55 caselle degli obiettivi 4T 2022 (salvo quattro che sono T3), molte delle date saranno rifissate fra la fine settembre e i primi di novembre, contando sul fatto che, anche in caso di esito elettorale netto e univoco, il nuovo governo non riuscirà a insediarsi prima della metà di novembre.

 

ROBERTO GAROFOLI E MARIO DRAGHI

Non tutti i 55 obiettivi fronteggiano, ovviamente, lo stesso livello di difficoltà. Il tabellone che pubblichiamo in queste pagine li ha suddivisi in base al tipo di atto necessario per raggiungerli. Gli atti amministrativi sono impegnativi per i ministeri e sulla carta il fatto che arrivino al traguardo finale dipende dalla capacità di accelerazione del singolo ministero. Ci sono però in molti casi i concerti con altri ministeri (Mef soprattutto) e interlocuazioni politiche o istituzionali con i territori spinose (gestioni idriche, fondi per il turismo, piano sul lavoro sommerso, riforma dei centri per l'impiego, solo per fare qualche esempio).

 

I decreti legislativi attuativi di deleghe sono pressoché impossibili da portare al traguardo entro fine ottobre se non sono stati già approvati almeno in via preliminare dal Cdm. Hanno infatti bisogno dei pareri delle commissioni parlamentari che si riuniscono a singhiozzo e senza nessuna voglia di avallare compromessi di merito. Gli unici decreti legislativi che potrebbero arrivare al traguardo sembrano le riforme del processo civile e di quello penale, che la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha fatto approvare il 28 luglio e il 4 agosto dal Cdm. Anche se il tema è politicamente sensibile (Silvio Berlusconi ieri ha rilanciato «la riforma della giustizia e la separazione delle carriere delle toghe»), il governo ha la possibilità di varare i due provvedimenti entro ottobre anche se non arrivasse il parere parlamentare.

 

pnrr

Per gli obiettivi che hanno bisogno di una norma di legge o di aggiustamenti legislativi (come nel caso della pianificazione delle infrastrutture strategiche e le autorizzazioni per il cold ironing) potrebbe scattare un decreto legge a metà ottobre, come successo con gli obiettivi di dicembre 2021 e giugno 2022. Per ora Palazzo Chigi non vede ragioni per intervenire con Dl, ma siamo solo all'inizio del percorso e l'ipotesi resta. Tanto più che i Dl dei mesi scorsi sono serviti anche a risolvere con l'accetta intoppi, blocchi e problemi amministrativi. Infine ci sono gli investimenti e le gare che seguono un loro percorso, senza rallentamenti, almeno in apparenza, per la situazione politica

roberto garofoli mario draghi daniele franco roberto cingolani MARIO DRAGHI ROBERTO GAROFOLI

Ultimi Dagoreport

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…