vladimir putin joe biden

“PUTIN VA SCONFITTO IN 4 SETTIMANE O L'OCCIDENTE RISCHIA DI ESSERE TRASCINATO IN GUERRA” – PARLA ALEXANDER VINDMAN, TENENTE COLONNELLO ED EX CONSIGLIERE DI TRUMP (ASSISTETTE ALLA TELEFONATA IN CUI L'ALLORA PRESIDENTE USA CHIESE A ZELENSKY DI INDAGARE SU JOE BIDEN E SUO FIGLIO HUNTER): “DENUNCIAI QUELLA TELEFONATA PERCHÉ TEMEVO SI STESSERO SCATENANDO LE CONDIZIONI PER LA GUERRA SCOPPIATA PER VIA DELLA CORRUZIONE DELLA PRESIDENZA TRUMP,DELL'IMPEACHMENT, DEI SUOI ELOGI A PUTIN” – "ALL’UCRAINA VANNO INVIATE PIÙ ARMI. PUTIN SI È MOSSO COSÌ PENSANDO CHE L’AMERICA FOSSE DEBOLE"

Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”

 

PUTIN BIDEN

Da anni i l tenente colonnello Alexander Vindman avvertiva che lo scontro con Putin era solo questione di tempo perché il leader russo era incoraggiato dalla percezione di debolezza americana, già sotto Bush e Obama, ma enormemente con la presidenza di Trump. Infatti i preparativi per l'invasione dell'Ucraina, sottolinea, iniziarono pochi giorni dopo l'assalto al Congresso Usa del 6 gennaio 2021.

 

Nato 46 anni fa in Ucraina, giunto in America come rifugiato a 4 (ricorda con affetto i mesi di passaggio da Roma), Vindman era il direttore degli Affari europei nel Consiglio per la sicurezza nazionale di Trump: assistette alla telefonata del 25 luglio 2019 in cui l'allora presidente Usa chiese a Zelensky di indagare su Joe Biden e suo figlio Hunter, e fu un testimone chiave nell'impeachment.

 

Trump e Putin

Ora è tra gli esperti che chiedono a Biden di inviare a Kiev aiuti militari decisivi, inclusi quelli per controllare i cieli e colpire anche i magazzini di aerei e missili russi poco oltre confine. «Denunciai quella telefonata perché temevo si stessero scatenando le condizioni per la guerra. È scoppiata per via della corruzione della presidenza Trump, dell'impeachment, dei suoi elogi a Putin».

 

Perché l'impeachment?

«È stato un altro segnale a Putin che l'Ucraina non godeva di appoggio bipartisan e l'establishment repubblicano non l'avrebbe difesa. Mi sono chiesto: e se fossi stato zitto?

IL COLONNELLO VINDMAN

Probabilmente Trump avrebbe ottenuto l'indagine su Biden, il quale avrebbe corso nelle elezioni con una "macchia" e forse Trump avrebbe vinto, sarebbe al secondo mandato, continuerebbe a minare la democrazia Usa, avrebbe probabilmente posto fine all'alleanza con la Nato e dato il benvenuto all'aggressione russa in Ucraina».

 

Lei propone un programma Lend-Lease (Affitto e prestito) come durante la Seconda guerra mondiale, per fornire subito a Kiev grandi quantità di aiuti bellici, inclusi aerei dai Paesi vicini. Ha trovato consensi?

«C'è un consenso crescente tra la popolazione. Ho incontrato decine di deputati e senatori, la maggior parte del Congresso è favorevole, ma con l'avvicinarsi delle elezioni di midtem sono riluttanti a criticare l'Amministrazione.

 

Da sostenitore di Biden io credo sia meglio criticare in modo costruttivo anche perché un fallimento avrebbe un impatto sulle elezioni. Stiamo andando nella direzione giusta, ma temo che avvenga troppo lentamente rispetto al campo di battaglia.

Alexander Vindman

 

Le prossime 4 settimane saranno critiche: se Putin si assicura l'Est e Mariupol, la guerra non finirà lì: continuerà a spingere verso Ovest; l'unico modo in cui può finire è se la Russia viene sconfitta sistematicamente, battaglia dopo battaglia, impedendo loro di continuare grosse operazioni di combattimento. A quel punto può diventare un conflitto congelato o più ridotto, anziché questa guerra ampia e catastrofica. Finora Stati Uniti e Nato sono stati ai margini, gli ucraini decisivi. Il problema è che anche loro hanno subito perdite».

 

E i rischi di escalation?

HUNTER BIDEN

«I politici sulle due sponde dell'Atlantico credono che il rischio sia uno scontro diretto nel breve periodo con la Russia ma il vero rischio è quello di una lunga guerra, una catastrofe umana, il possibile uso di armi chimiche, provocazioni nucleari... Nella storia del XX secolo sono le lunghe guerre che alla fine coinvolgono l'America e più ampie parti dell'Europa».

 

Quanto può durare?

«I russi hanno subito perdite enormi, ma in caso di successi possono attingere a enormi quantità di equipaggiamenti militari e mobilitare la popolazione. Potrebbe continuare per anni. Se invece continuano a subire perdite, non penso possano sostenere questo livello di combattimenti per più di 6 mesi».

 

Si arriverà a inviare i jet?

«Sono diventati una patata bollente, la questione è politicizzata. L'Amministrazione era così contraria che sembrerebbe una marcia indietro...».

 

putin zelensky biden

Secondo lei i consiglieri di Biden hanno sbagliato?

«Esatto. Non è il presidente, sono i vertici del Consiglio di sicurezza nazionale, le stesse persone che hanno gestito male l'Afghanistan. Anche alla Casa Bianca ci sono persone che accetterebbero che Mosca prenda zone più ampie nel Sud-Est dell'Ucraina e indebolirebbero Kiev abbastanza da spingerla a negoziare.

Pensano che Putin si fermerà.

No, prolungherà la guerra».

 

La Casa Bianca ascolta anche opinioni diverse?

«Sì, esperti consultati regolarmente e io stesso abbiamo detto queste cose. Alla Casa Bianca e nei dipartimenti questo dibattito continua».

 

Prima ancora di parlare di genocidio, Biden ha detto che Putin se ne deve andare.

PUTIN E BIDEN

«Il presidente è avanti rispetto al suo staff: loro hanno sbagliato in passato a far marcia indietro come avesse fatto una gaffe. Biden riconosce che con Putin non può più essere business as usual . Molti dei suoi consiglieri sono con lui da tanto, sono leali, lui lo con loro, ma è la ricetta per un disastro se non sono pronti a consigliarlo in modo critico se serve, anziché proteggerlo finendo col danneggiarlo.».

 

Nel 2024 Trump vincerà?

«La sua forza si è esaurita, può essere il candidato repubblicano ma non vincerà.

putin biden

Temo una sua versione più intelligente: Ron DeSantis, Josh Hawley, Tom Cotton, gente che sa usare le istituzioni».

 

E lascerebbero la Nato?

«Sarebbe diverso. Trump non capisce la Nato, loro sono più sofisticati. Ma anche populisti, quindi dipende da ciò che promettono in campagna elettorale».

vladimir putin joe biden ginevra 2021 putin trump missili nuclearivladimir putin joe biden ginevra Biden Putinvladimir putin donald trumpTrump e Putin 2hunter biden 3putin biden

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)