angela merkel martin schulz

QUEL KAPO’ DI SCHULZ NON NE AZZECCA UNA – DOPO AVER TIRATO ALLE LUNGHE LE LARGHE INTESE CON LA MERKEL, VUOLE UN CONGRESSO STRAORDINARIO DEI SOCIALISTI TEDESCHI. E RISCHIA DI PERDERLO, CON CONSEGUENTE RISCHIO DI ELEZIONI BIS IN GERMANIA 

 

Flaminia Bussotti per Il Messaggero

 

martin schulz

Caos nella Spd: lo scenario di una nuova grande coalizione con Angela Merkel ha scatenato una rivolta. Presentato come un successo, il documento negoziato in una maratona non stop con la Cdu-Csu, non va giù alla pancia del partito e per il leader Spd Martin Schulz, che ha tempo fino al congresso straordinario il 21 per convincere la base riottosa, si apre una settimana di passione.

 

Di errori, a detta di molti, ne ha fatti parecchi incluso quello di indire un congresso straordinario per votare sul pre-accordo su una Groko (se passa gli iscritti saranno poi comunque chiamati a votare sull' accordo di governo) e per tentare di serrare i ranghi si è lanciato in un'opera di persuasione nei vari Länder. Ieri sera e oggi è in tour nel Nord-Reno-Vestfalia, il Land più popoloso e un tempo rosso (ora è passato a Cdu e liberali) e quello che invierà il maggior numero di delegati al congresso domenica a Bonn: circa 140 su 600 delegati. Se il documento di 28 pagine negoziato con i cristiano democratici verrà bocciato, Schulz dovrà dimettersi e per lui difficile immaginare poi un futuro politico che sia Germania o Europa. 

merkel 2

 

Il congresso regionale Spd in Sassonia-Anhlat ha bocciato l'intesa. Poco male dato che il Land invia solo 7 delegati al congresso ma è la spia di un malumore diffuso. Da molte parti, anche al vertice, si solo levate voci di scontento: chi dice che è stato strappato poco, chi pretende di rinegoziare in sede di colloqui di governo, chi è arrivato a proporre di bloccare la legislatura dopo due anni e procedere a una revisione dell'accordo.

 

martin schulz

Finora la direzione Spd sembrava essersi schierata compatta dietro Schulz per la Groko. Nel frattempo si mostrano le prime crepe anche fra i big: Ralf Stegner, ala sinistra e uno dei vice-presidenti Spd, ha detto alla Bild ieri che «il risultato dei colloqui esplorativi può essere solo la base per negoziati di governo». Stegner continua a dirsi scettico sulla Groko ma crede che al congresso ci sarà una maggioranza a favore.

 

Sul fronte opposto, fra coloro prima contro la grande coalizione e ora favorevoli, due pezzi da novanta del partito: la governatrice della Renania-Palatinato, Malu Dreyer, e la capogruppo al Bundestag, Andra Nahles, una che non le manda a dire e che è sbottata. Il «risultato viene fatto a pezzi da chi era già contro la grande coalizione indipendentemente da quello che avremmo comunque negoziato», «questo non lo accetto, mi ribello», ha detto elencando fra i successi la stabilizzazione del volume delle pensioni fino al 2025 e il finanziamento paritetico dei contributi sanitari di datori di lavoro e lavoratori.

SCHULZ

 

Per la Dreyer il documento porta la firma Spd ma è chiaro che si può strappare di più: «Una cosa sono i colloqui e un'altra i negoziati di governo», ha detto. L' oppositore più agguerrito è il capo dell'organizzazione giovanile Spd, Juso, Kevin Kühnert, promotore dell'iniziativa No-Gro-Ko. Al di là della direzione «c'è un dibattito molto controverso nella Spd», «non scommetterei sull'esito del congresso», ha detto.

 

GLI ALLEATI

afd petry weidel

Da Cdu e Csu, le cui direzioni hanno invece dato il via libera ai negoziati per la Groko, è arrivato uno stop alla Spd: «Non si può fare marcia indietro su ciò che è stato raggiunto consensualmente e presentato anche al pubblico», ha messo in chiaro il capogruppo dell'Unione, Volker Kauder: «Anche noi abbiamo fatto concessioni, non solo la Spd». La corsa contro il tempo continua: qualcuno fa notare che alle elezioni a settembre la Spd non ha vinto bensì subito la peggiore sconfitta dal dopoguerra (20,5%). Se salta il banco tutti a casa (Schulz di sicuro) e nuove elezioni che per la Spd potrebbero chiudersi con un risultato ancora peggiore, sotto il 20%, in gara con i populisti dell'AfD che dal 13% potrebbero schizzare al 15%.

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?