mattarella salvini di maio

QUI VIENE GIU’ TUTTO! DOPO IL TRIONFO, SALVINI PRESENTA IL CONTO AL M5S: FLAT TAX, TAV E AUTONOMIA. E SFIDA ANCORA LA UE- DI MAIO, COMMISSARIATO DAI GRILLINI, CHIEDE UN VERTICE MA VIENE INFILZATO DAL LEADER LEGHISTA: “NON SI È MAI VISTO UN LEADER DI PARTITO CHE PERDE LA METÀ DEI VOTI, CHIEDERE LA CONVOCAZIONE DI UN VERTICE DI MAGGIORANZA” – CONTE AMMETTE: “NON SO COME ANDRA’ A FINIRE” - ALLERTA ALTA AL QUIRINALE. LO SPREAD IERI E’ SCHIZZATO A 282 PUNTI DOPO CHE...

Alberto Gentili per il Messaggero

 

di maio e salvini

«Forse Giggino non ha capito come sono andate le elezioni e che d' ora in poi sarò io decidere cosa si fa e cosa non si fa. Non si è mai visto un leader di partito che perde la metà dei voti, chiedere la convocazione di un vertice di maggioranza. Piuttosto mi sarei aspettato da lui delle scuse per gli attacchi vergognosi della campagna elettorale, un abbiamo sbagliato. Invece niente...». Matteo Salvini, commentando le dichiarazioni di Luigi Di Maio, non nasconde la propria irritazione. E all' odiato alleato presenta il conto e dà trenta giorni: entro fine giugno vuole ricevere in risposta alle richieste leghiste «soltanto sì». Se riceverà no, a partire da Tav e autonomia, sarà crisi. Ed elezioni in settembre.

 

A mandare su tutte le furie il vincitore della elezioni, non è «solo l' arroganza» del capo grillino.

tria di maio salvini conte

Raccontano che quando ha ascoltato Di Maio frenare sulla riforma dell' autonomia differenziata («si farà solo rispettando la coesione nazionale»), quando l' ha sentito dire di non essere pentito di avere cacciato il sottosegretario Armando Siri, Salvini abbia trattenuto a stento un moto di stizza. Ma visto che stare al governo con i 5Stelle («se quelli non imploderanno...

») alla Lega conviene (in un anno è passata dal 17% al 34%), piuttosto che mandare al diavolo i grillini, il leader leghista preferisce gonfiare i muscoli. E, appunto, dettare l' agenda. Ma senza una telefonata d' intesa, senza neppure un sms con il leader 5Stelle.

 

MOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLA

Domani, nel primo Consiglio dei ministri post-voto, Salvini ha deciso di portare il decreto sicurezza bis. In serata circolava una bozza: il ministro dell' Interno, per motivi di ordine pubblico, può bloccare le navi in acque italiane «di concerto» con gli altri ministri competenti, Difesa e Trasporti, e «informandone il presidente del Consiglio dei ministri». La mediazione andrà bene a M5S? L' autonomia differenziata invece - «visto che non dobbiamo umiliarli e spingerli oltremisura alle corde», dice Salvini - dovrebbe slittare alla prossima settimana. Non ancora fissato il vertice di maggioranza invocato da Di Maio.

 

Ciò che sta più a cuore a Salvini è però il taglio fiscale. Chi a via Bellerio ha studiato i flussi elettorali e le motivazioni di voto, ha riferito al Capitano che il 34,3% conquistato è frutto anche, e soprattutto, della promessa di tagliare le tasse.

luigi di maio matteo salvini giuseppe conte

Per questo la flat tax è la prima proposta che Salvini ha sbandierato domenica notte. E che ha rilanciato ieri per l' intera giornata: «Non mi impicco ai parametri e alle regolette europee, le tasse vanno tagliate. E se la Ue ci scriverà una lettera vecchia maniera, tipo fate i compiti a casa, tagliate, io risponderò no. Ho il mandato degli italiani per farlo».

 

Il problema è che il premier Giuseppe Conte, giocando di sponda con il Quirinale, non ha intenzione di andare allo scontro con Bruxelles. Teme l' impennata dello spread, schizzato ieri a 282 punti dopo che Di Maio non ha sbattuto la porta in faccia a Salvini sulla flat tax. E teme, al pari di Sergio Mattarella, che il governo venga travolto da una tempeste finanziaria come accadde a Berlusconi nel 2011.

 

In fondo anche Salvini mostra qualche prudenza se, come rivela il viceministro all' Economia Massimo Garavaglia, «la Lega non ha intenzione di sforare il tetto del 3%»: «Le risorse per la flat tax e per evitare l' aumento dell' Iva le troveremo riformando detrazioni e deduzioni fiscali e il bonus da 80 euro». In questa operazione sul fisco, Salvini è deciso a ottenere la riabilitazione di Siri. Tant' è, che l' ex sottosegretario (padre della flat tax) «sarà convocato nei prossimi vertici economici». In più, il capo leghista non ha intenzione di far dimettere il viceministro alle Infrastrutture, Armando Rixi, se giovedì dovesse essere condannato: un' altra bella botta a Di Maio che in campagna elettorale ha più volte sollecitato l' addio del leghista.

 

di maio e salvini

Il capo grillino, ormai nell' angolo e commissariato dal Movimento, reagisce come può. Chiede il «reddito minino». Si dice sicuro di varare il disegno di legge «per le famiglie» nel Cdm di domani. Ma si prepara a ingoiare perfino la Tav pur di evitare la crisi: nel decreto sblocca cantieri, i leghisti oggi inseriranno una norma a favore delle grandi opere e altre per i commissari ad acta negli appalti. E' il conto (salato) presentato da Salvini. Quello che Di Battista & C. non vorrebbero pagare.

 

 

 

CONTE E’ PIU’ SOLO

A.Gen. per il Messaggero

 

Mai come in queste ore Giuseppe Conte si sente precario e solo. Di buon mattino l' ha chiamato Matteo Salvini per garantirgli (ufficialmente) lealtà e, più concretamente, per fargli presente che d' ora in poi sarà lui a dettare l' agenda di governo. E non più i 5Stelle che un anno fa l' indicarono a palazzo Chigi.

DANILO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI

 

«Gli italiani hanno deciso così...», è stata la velenosa chiosa del leader leghista.

Un' altra telefonata, il premier, l' ha poi ricevuta da Luigi Di Maio. E, di fronte ai balbettii e ai lunghi silenzi carichi di preoccupazione e imbarazzo del capo grillino, è stato Conte a consolare il leader grillino. A dirgli che «un modo di andare avanti si troverà». Che «una mediazione sarà ancora possibile raggiungere» perfino sui dossier più delicati.

Della serie: non fasciamoci la testa prima del tempo.

 

Dopo le due telefonate, il premier ha commentato con i suoi: «Non so come andrà a finire. Solo quando avrò riunito sia Di Maio che Salvini nella stessa stanza e soltanto dopo averli guardati degli occhi, potrò capire se è possibile recuperare un rapporto umano tra di noi e un clima di fiducia reciproca...».

 

DI MAIO SALVINI MATTARELLA

Già, il governo giallo-verde dopo il ribaltone dei rapporti di forza del voto europeo (era 32,7% a 17,4 per i 5Stelle un anno fa, è diventato 17,1% a 34,3% adesso a favore della Lega) arranca tra le macerie di una campagna elettorale che anche Conte non esita a definire «devastante». Ma di più il premier non dice. Perfino con i suoi collaboratori tace. Quasi a voler lanciare il segnale che questo è il tempo in cui parlano i leader politici e del silenzio del «premier super partes». Un aggettivo cui Conte tiene «moltissimo», nonostante Salvini l' abbia messo pesantemente in discussione. E il premier tiene alla sua «terzietà» anche per ragioni di sopravvivenza, non solo per provare a riportare un po' di equilibrio tra i giallo-verdi.

 

In tutto questo, c' è da governare. C' è da capire cosa accadrà da qui ai prossimi giorni sul fronte europeo e nella delicata partita economica. Così Conte ha riunito a palazzo Chigi i tecnici del ministero dell' Economia per «fare il punto del quadro economico», in vista della lettera di ammonimento che arriverà da Bruxelles nei prossimi giorni. L' ha fatto per capire quali sono i margini per poter dare seguito alla richiesta di Salvini di tagliare le tasse «a dispetto delle regoline europee». Salvo scoprire che i «margini sono davvero scarsi», come dice una fonte accreditata.

LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE

 

Non a caso anche sul Quirinale l' allerta è alta. Perché lo spread è tornato a salire, appena Di Maio ha offerto sponda a Salvini sull' idea di varare la flat tax il prossimo anno. E perché violare i vincoli di bilancio, innescando la sfiducia dei mercati finanziari, rappresenta a giudizio del capo dello Stato un serio rischio per i risparmi degli italiani.

Di Europa, Conte ha parlato anche con Angela Merkel in una telefonata in vista del Consiglio europeo straordinario di questa sera a Bruxelles.

 

conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 14

Il tema della chiacchierata con la Cancelliera, secondo palazzo Chigi, non sono stati i conti pubblici italiani e il rispetto dei vincoli europei, ma le nomine. Meglio: la road map che condurrà i Ventisette (Londra pur avendo partecipato alle elezioni non chiederà posti in vista della Brexit) a scegliere chi guiderà la Commissione, il Consiglio europeo, la Banca centrale e i vari commissari.

 

conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 19

L' entourage del premier non conferma, ma secondo alcune fonti, la Merkel avrebbe sondato Conte per capire se l' Italia è disponibile a dare il via libera alla nomina del francese Barnier alla Commissione e, di riflesso, della lituana Dalia Grybauskaité alla guida del Consiglio europeo, mentre il tedesco Jens Weidmannn sarebbe il successore di Mario Draghi alla presidenza della Bce. Salutata la Cancelliera, Conte ha avuto un lungo colloquio con il suo consigliere diplomatico, Pietro Benassi per decidere quale posizione assumere questa sera a Bruxelles.

di maio conte salvini

 

SALVINI DI MAIO CONTE

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?