"SE MI FOSSE STATO CHIARO DA SUBITO AVREMMO POTUTO ATTUARE QUALCOSA IN PIÙ" – L’EX PREMIER MATTEO RENZI È STATO SENTITO COME TESTIMONE NEL PROCESSO PER L'OMICIDIO DI GIULIO REGENI, RAPITO IL 25 GENNAIO 2016 E POI UCCISO, CHE VEDE IMPUTATI QUATTRO 007 EGIZIANI: "FUI INFORMATO SOLO Il 31 GENNAIO DALLA FARNESINA E MI DISSERO CHE QUALCOSA DI GRAVE ERA ACCADUTO. SE DAL 26 GENNAIO LA FARNESINA RITENNE DI 'TENERE BASSA' UNA VICENDA COSI' COMPLESSA AVRA' FATTO LE SUE VALUTAZIONI. GLI INGLESI NON HANNO DETTO TUTTA LA VERITA' E MI RIFERISCO ALL'UNIVERSITA' CHE AVREBBE DOVUTO COLLABORARE DI PIU'..."

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REGENI: LEGALE GENITORI, DA RENZI ATTENDIAMO CHIAREZZA SU DATE

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(ANSA) - "E' una udienza importante: Renzi e Minniti ci racconteranno quando e come hanno saputo, cosa hanno fatto allora e dopo per avere verità e giustizia per Giulio. Sarebbe bello avere chiarezza da Renzi sulle date anche se è stato detto che se avesse saputo dal 31 gennaio del 2016 avrebbe potuto salvarlo".

 

Lo ha detto Alessandra Ballerini, legale dei genitori di Giulio Regeni, prima dell'udienza del processo a carico quattro 007 egiziani. Oggi verranno ascoltati l'ex premier e l'ex ministro dell'interno.

 

REGENI: RENZI, RESPINGEMMO VERITÀ DI COMODO DALL'EGITTO

(ANSA) - ROMA, 19 SET - "Quando accade questo delitto efferato noi reagimmo arrivando al richiamo dell'ambasciatore. Io dopo tragica vicenda di Giulio ho incontrato Al Sisi al G20 in Cina nel settembre del 2016. Lo incontrai per esprimere delusione. Agli egiziani dicemmo subito 'non accetteremo verità di comodo': questo è il filo rosso dei mesi successivi alla morte di Regeni. A marzo del 2016 l'Egitto ci diede una verità di comodo che noi respingemmo". Lo ha detto l'ex premier Matteo Renzi, sentito come testimone nel processo legato alla vicenda di Giulio Regeni. A formulare le domande oltre all'aggiunto Sergio Colaiocco anche il procuratore di Roma, Francesco Lo Voi.

 

REGENI: RENZI, SE CHIARO DA SUBITO FATTO QUALCOSA IN PIÙ

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(ANSA) - "Se mi fosse stato chiaro da subito avremmo potuto attuare qualcosa in più ma il comportamento della Farnesina è stato legittimo". Lo ha detto l'ex premier Matteo Renzi sentito come testimone nel processo legato alla vicenda di Giulio Regeni. "Vengo informato il 31 gennaio del 2016 dalla Farnesina e mi dissero - ha aggiunto - che qualcosa era accaduto, qualcosa di grave ad un nostro ricercatore.

 

Noi mettiamo in campo tutti i nostri strumenti perché c'era crescente preoccupazione da parte degli apparati che, come è fisiologico, erano già a conoscenza della vicenda. Se dal 26 al 31 gennaio la Farnesina ritiene di 'tenere bassa' una vicenda così complessa avrà fatto le sue valutazioni

 

REGENI: RENZI, AL SISI MI DISSE 'ADDOLORATO COME PADRE'

 (ANSA) - ROMA, 19 SET - "Io ho avuto 3 o 4 telefonate con Al Sisi tra febbraio e marzo del 2016. La prima telefonata subito dopo la notizia ufficiale della morte e gli dissi che saremmo andati fino in fondo e che era una vicenda inaccettabile e chiedemmo la totale collaborazione ma non sono mai entrato nel merito delle indagini. Lui mi disse che da padre capiva il dolore dei genitori e della famiglia". Lo ha detto l'ex premier Matteo Renzi sentito come testimone nel processo legato alla morte di Giulio Regeni. "Ogni giorno scompaiono dieci cittadini italiani al giorno, per la maggior parte si risolvono, la rilevanza politica a me viene posta il 31 gennaio", ha aggiunto.

 

REGENI: RENZI, GLI INGLESI NON HANNO DETTO TUTTA LA VERITÀ

 (ANSA) - ROMA, 19 SET - "Se ci fosse stata allerta rossa nulla avrebbe impedito all'ambasciatore di chiamarmi, aveva il mio numero di cellulare". E' quanto afferma l'ex premier Matteo Renzi, sentito come testimone nel processo legato all'omicidio Regeni. "Io - aggiunge - con l'ambasciatore parlo il 31, non prima e lo chiamo io, e lui mi dice che è una vicenda drammatica e temeva epilogo drammatico. In questa vicenda l'Italia è voluta andare fino in fondo e non ha fatto come gli inglesi che, a mio avviso, non hanno detto tutta la verità e mi riferisco all'università inglese che avrebbe dovuto collaborare di più. Io chiesi all'allora primo ministro Teresa May massima collaborazione. L'Italia non poteva fare di più, non abbiamo messo le relazioni diplomatiche davanti alla morte di un cittadino italiano ed è chiaro che la morte di Giulio Regeni è avvenuta per mano egiziana".

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