vladimir zelensky

È LA REALTÀ CHE SUPERA LA FANTASIA O LA FANTASIA CHE PLASMA LA REALTÀ? – LA VITTORIA DI ZELENSKY IN UCRAINA È SOLO L’ULTIMO ESEMPIO DI COME IL PRIMO REQUISITO PER FARE POLITICA OGGI È DIRE DI NON ESSERE UN POLITICO NÉ DI VOLERLO DIVENTARE – IL LIBRO “DEMOPATIA” DEL POLITOLOGO LUIGI DE GREGORIO E IL PASSAGGIO DALL’OPINIONE PUBBLICA ALL’EMOZIONE PUBBLICA…

Alessandro Campi per “il Messaggero”

 

vladimir zelensky 1

Se un comico diventa presidente di una grande nazione, come è appena accaduto in Ucraina, non è solo perché gli elettori hanno perso la bussola e le regole del gioco democratico sono saltate ormai dappertutto. Dipende anche dall' incapacità di chi, stando al governo e non facendo nulla, ovvero facendo male e solo per sé e i propri accoliti, finisce per convincere il prossimo che tanto vale affidare la cosa pubblica al primo che passa: si tratti appunto di un attore, di una cuoca o di un disoccupato.

 

vladimir zelensky 2

Per fare politica oggi il primo requisito è in effetti diventato non essere un politico o dichiarare di non esserlo e di non volerlo diventare. In Ucraina in fondo è successo questo. Tale era il discredito accumulato dal presidente uscente Petro Poroshenko accusato a gran voce e a ragione di non aver fatto nulla per frenare la corruzione endemica, per ridurre il potere degli oligarchi, per avviare un serio piano di riforme economiche e per risolvere il conflitto militare nella regione orientale del Donbass (rispetto al quale si è limitato a giocare la carta del nazionalismo anti-russo) che a travolgerlo è bastata la candidatura di un attore televisivo che nell' immaginario collettivo peraltro già rivestiva il ruolo che adesso ha ufficialmente conquistato.

 

vladimir zelensky 6

Volodymyr Zelensky deve infatti la sua popolarità al personaggio che ha interpretato sul piccolo schermo nel programma intitolato Servo del popolo: un professore di storia che diventa presidente grazie alle sue invettive contro le malversazioni dei politici messe in rete dai suoi studenti.

 

Non è la realtà che supera la fantasia ma è quest' ultima che, in un' epoca interamente basata sul potere della comunicazione e dell' immagine, informa e plasma la prima. In Ucraina esiste da alcuni anni un Museo statale della corruzione: si tratta della sontuosa e pacchiana residenza privata che Viktor Yanukovych, tre volte primo ministro e presidente dal 2010 al 2014, si era fatto costruire con i soldi rubati ai contribuenti e con i proventi delle tangenti. Yanukovych era un corrotto notorio e sfacciato.

 

Viktor Yanukovich Putin

Dopo la sua cacciata dal potere si è deciso di trasformarne l' abitazione nel simbolo di un rinnovamento del costume politico che però semplicemente non c' è stato. E gli elettori ucraini, esasperati e sfiduciati nei confronti della politica cosiddetta tradizionale o professionale, ne hanno tratto le conseguenze, prendendo per buone la promessa di Zelensky di smantellare il vecchio sistema e di cambiare tutto.

 

angela merkel petro poroshenko

Si tratta in realtà di un copione politico che ormai tende a ripetersi ogni volta che la stasi decisionale di chi governa si somma all' illegalità (anche solo percepita), alla mancanza di trasparenza nella gestione del potere e all' incapacità a soddisfare le attese (peraltro sempre più crescenti) dei cittadini. Il successo in Italia del M5S è dipeso proprio da questo stesso meccanismo: la delegittimazione del potere esistente che porta alla rivolta contro quest' ultimo nel nome dell' onestà, della verginità politica e di una moralità assoluta.

 

poroshenko a davos

Ma come dimostrano la vita stentorea del governo giallo-verde e la crisi ormai manifesta della giunta Raggi a Roma da un tale meccanismo rischiano di essere travolti anche coloro che ne hanno beneficiato.

Se è facile vincere sfruttando il disgusto popolare verso chi comanda, è altrettanto facile perdere quando poi, nel passaggio dall' opposizione al governo, non si riesce a concretizzare nulla del cambiamento tanto sbandierato.

 

Dopo chi che non facciamola troppo facile. Il malgoverno e il non-governo sono una causa di discredito della politica e di malumore popolare che a loro volta debbono essere spiegati.

LUIGI DI GREGORIO DEMOPATIA

Perché sempre più non si riesce a realizzare ciò che si promette nelle campagne elettorali? Può certo dipendere dall' incapacità dei singoli, o da qualche difficile congiuntura, ma molto dipende anche dal circolo vizioso nel quale sono avviluppati tutti coloro che oggi vanno a caccia del consenso popolare.

 

Rispetto ad elettorati ideologicamente disincantati, che non votano più per appartenenza o convinzione intima, chi vuole conquistare i voti tende ormai ad alzare continuamente la posta in termini di promesse che fatalmente è poi costretto a disattendere: dall' illusione (momentanea) dei cittadini si passa così alla loro disillusione e rabbia, il che spiega perché i leader odierni, ad ogni livello, salgono e scendono così velocemente nella considerazione pubblica. E' anche un problema di risorse economiche, che sono oggi molto più scarse rispetto al passato per chiunque governi o amministri.

 

vladimir zelensky 7

Accade dunque che nel timore di scegliere scontentando qualcuno si finisce spesso per non scegliere scontentando tutti. E la politica, già delegittimata, si delegittima ulteriormente.

Ma a complicare le cose ci sono i cambiamenti sociali, culturali recentemente intervenuti nei meccanismi di costruzione del consenso politico, talmente radicali da gettare più di un' ombra sul futuro delle nostre democrazie e sul loro modo di funzionare.

 

vladimir zelensky 3

Si trovano ben descritti in un libro appena uscito del politologo Luigi Di Gregorio intitolato Demopatìa (Rubbettino). Ad esempio il passaggio dall' opinione pubblica all' emozione pubblica; la colonizzazione della sfera pubblica ad opera di quella privata (con una crescente predilezione per il gossip e la dimensione intima della vita dei politici); la sindrome narcisistica che affligge ormai gli individui e che come effetto produce il loro concentrarsi sul qui ed ora e sulla gratificazione immediata a scapito del passato e del futuro; l' imporsi di un universo simbolico-cognitivo nel quale ormai si fatica a distinguere cos' è reale e cos' è invece falso o artefatto o semplice finzione; la trasformazione dei leader politici in follower preoccupati solo di assecondare e inseguire il loro pubblico; il rifiuto delle autorità costituite e delle fonti di sapere scientifico nel nome di una visione orizzontale e radicalmente egualitaria dei rapporti sociali; il fatto infine che la politica abbia (ormai da anni) adottato le tecniche verbali e posturali dell' intrattenimento televisivo sino a restare vittima di un linguaggio sempre più semplificato e di un modo d' agire che non puntano più al convincimento attraverso la ragione ma alla seduzione attraverso lo spettacolo.

 

VLADIMIR ZELENSKY

Si tratta di una rivoluzione antropologica in gran parte imputabile alle innovazioni tecnologiche che hanno investito le società post-moderne e della quale probabilmente non siamo ancora del tutto consapevoli. Se oggi per ottenere consenso e andare al governo basta essere simpatici, irriverenti, popolari, telegenici e naturalmente digiuni di politica, e al diavolo dunque la competenza, l' esperienza, i programmi e i ragionamenti troppo complicati, la colpa non è solo della politica e dei politici che hanno smesso colpevolmente di fare bene il loro mestiere. Forse c' è qualcosa che non va anche nel modo in cui pensano e agiscono i cittadini e nel modo in cui tutti sono siamo profondamente cambiati, senza volerlo ammettere.

vladimir zelensky 8vladimir zelensky 4VLADIMIR ZELENSKYZELENSKYvladimir zelensky 5

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...