catiuscia marini nicola zingaretti

L’UMBRIA ANDRÀ AD ELEZIONI ANTICIPATE IN AUTUNNO, FORSE OTTOBRE, DOPO LE DIMISSIONI DI CATIUSCIA MARINI - SALVINI, CHE SENTE GIA’ L’ODORE DELLA VITTORIA, SARÀ A PERUGIA PER UN'INIZIATIVA IN VISTA DELLE AMMINISTRATIVE: STANDO AI SONDAGGI, LA LEGA STA TRIPLICANDO I VOTI IN REGIONE - ZINGARETTI SCONSOLATO: “PROPRIO NON CI VOLEVA, DOBBIAMO IMPARARE A SELEZIONARE MEGLIO LA CLASSE DIRIGENTE…”

Maria Teresa Meli per il “Corriere della sera”

 

CATIUSCIA MARINI

Alla fine Catiuscia Marini si è dimessa. Ma prima di annunciarlo pubblicamente sembra voler prendere tempo e allora in serata, quando la governatrice non ha ancora parlato con la stampa, ne dà notizia, con un comunicato in cui la ringrazia, Nicola Zingaretti. Il leader Pd non vedeva l' ora di chiudere la questione. Soprattutto perché per tutto il giorno Di Maio e gli altri Cinque Stelle avevano attaccato duramente il segretario per questa storia.

L'Umbria perciò andrà alle elezioni anticipate in autunno (forse ottobre) e la Lega prepara la sua corsa alla presidenza di quella regione. Già oggi Matteo Salvini sarà a Perugia per un' iniziativa in vista delle amministrative.

 

CATIUSCIA MARINI E GIANPIERO BOCCI

La svolta viene decisa in mattinata. Al Nazareno. «Così non reggiamo»: Zingaretti è preoccupato per la piega che sta prendendo la vicenda umbra e lo confida ai suoi. «Serve un nuovo corso, Marini deve fare un passo indietro», dice ai fedelissimi. Fino all'altro ieri la dirigenza del Pd, anche di fronte alle rassicurazioni di Marini, sembrava intenzionata a lasciare la governatrice al suo posto per non regalare l'Umbria alla Lega che sta triplicando i suoi voti in quella regione.

CATIUSCIA MARINI NICOLA ZINGARETTI

 

Quindi ieri la svolta. Diversi i motivi: lo stillicidio mediatico e gli attacchi grillini, innanzitutto. E gli ultimi sondaggi della Swg rappresentano un' ulteriore spinta in questo senso. Secondo quelle rilevazioni l' effetto Zingaretti sembra esaurirsi dopo questo scandalo: i 5 Stelle sorpassano nuovamente il Pd, che perde lo 0,6 per cento rispetto alla settimana scorsa.

 

Il pressing su Marini viene affidato al neo commissario Walter Verini, che ha un colloquio a quattro occhi con la presidente: «Catiuscia, è una questione d' opportunità politica...». L'ipotesi che viene prospettata all'inizio è questa: prima la governatrice si sospende e poi si dimette, in modo che si vada a votare a scadenza (cioè, nel 2020) dando il tempo al Partito democratico di riaggiustare i cocci. Ma presto al Pd si rendono conto che sarebbe un pasticcio che provocherebbe altri e più duri attacchi da parte dei 5 Stelle e della Lega. Dimissioni, quindi.

 

nicola zingaretti

Marini accetta: «Sono una donna di partito», dice. Però chiede che «sia una scelta condivisa» con Zingaretti, perché non vuole che poi venga scaricata solo sulle sue spalle la responsabilità di una sconfitta alle elezioni regionali. Ovviamente, nel corso dell' incontro con i giornalisti alla sala stampa estera, il segretario non rivela niente di tutto ciò. E, al contrario di Carlo Calenda, che bolla tutta la vicenda come «una roba vergognosa», chiedendo che «Marini si dimetta», Zingaretti si mostra più prudente. Non vuole commettere l' errore che commise il Pd costringendo Marino alle dimissioni: ritiene che, essendo stata votata dagli elettori umbri, la presidente non possa subire un diktat del partito. E non intende andare a un braccio di ferro pubblico con la Marini. Non è nel suo stile.

 

Catiuscia Marini

Ma comunque il segretario si smarca dalla governatrice, come è evidente dalle parole pronunciate in conferenza stampa: «Confido nel senso di responsabilità e nelle valutazioni della presidente Marini perché faccia ciò che è meglio per l'Umbria e per la sua comunità». E poi aggiunge, fermo: «Non abbiamo scheletri nell'armadio, ci siamo rimessi in piedi e non abbiamo alcuna voglia di rimetterci in ginocchio».

 

Con i fedelissimi, più tardi, Nicola Zingaretti non riesce a nascondere l'amarezza perché tutto sembrava volgere per il meglio e invece questa tegola mette di nuovo il Pd in difficoltà. Certo, si tratta di problematiche che il segretario ha ereditato, niente di cui fosse a conoscenza, ma il leader del Pd sa bene che comunque, alle elezioni europee, questa vicenda potrebbe nuocere al «suo» partito rinnovato: «Proprio non ci voleva - sospira con i fedelissimi - dobbiamo imparare a selezionare meglio la classe dirigente e a bonificare la politica anche in casa nostra» .

NICOLA ZINGARETTI CON IL SIMBOLO PD EUROPEE

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