cassa depositi renzi bassanini guzzetti costamagna gallia

SAPETE PERCHÉ RENZI HA SMOSSO MARI E BOIARDI PER CAMBIARE I VERTICI DELLA CDP? PER TROVARE UN POSTO E UNO STIPENDIO AI CONSIGLIERI CHE PRENDERANNO IL POSTO DI GUERRA - EH GIÀ: L'EX BOSS DI LUXOTTICA SI È GIÀ STUFATO DELLA POLITICA: MOLTI ONERI, POCHI ONORI. E IN AUTUNNO PRENDERÀ I SUOI 100 MILIONI DI BUONUSCITA E SE ANDRÀ DA EATALY

 

1. IL TERREMOTO ALLA CDP? UN MODO PER TROVARE UNA POLTRONA AI NUOVI CONSIGLIERI DI RENZI, VISTO CHE GUERRA SE NE ANDRÀ PRESTO

alberica brivio sforza, claudio costamagna alberica brivio sforza, claudio costamagna

DAGOREPORT

 

La domanda è lecita. Come mai Renzi ha smosso mari e boiardi per cambiare i vertici della Cassa depositi e prestiti con un anno di anticipo per la scadenza? E soprattutto, perché silurare Bassanini alla Cdp e poi riprenderselo come consigliere speciale per le questioni di banda larga, creando pure un evidente conflitto di interessi?

 

La risposta va trovata nella catena di rapporti che il premier ha messo in moto per cercare di affrontare i dossier economici di un Paese che, senza la droga monetaria di Draghi, l'euro indebolito e il petrolio ai minimi, non avrebbe neanche quello 0,5% di ripresina.

 

fabio gallia bernabo?? boccafabio gallia bernabo?? bocca

Il rapporto con Padoan si è molto raffreddato. Aver portato Andrea Guerra a Palazzo Chigi è stato un segnale netto, e sgradito, al ministro dell'Economia: la linea al Governo la detta l'ex amministratore delegato Luxottica. Che però non sta vivendo il suo ingresso in politica come sperava. Renzi è impantanato, i consensi crollano, gli allori delle europee sono rinsecchiti.

 

Quindi, tanto vale riprendersi i 100 milioni di buonuscita incassati da Del Vecchio e tornare a vita privata, anzi all'attività privata: in autunno prenderà le redini di Eataly, restando nell'inner circle renziano ma non avendo più la responsabilità diretta delle scelte governative.

 

andrea guerra matteo renzi leopoldaandrea guerra matteo renzi leopolda

Allora servono nuovi Guerra, manager che da una posizione istituzionale possano muovere le pedine del potere finanziario-economico per conto di Renzi, notoriamente sguarnito di persone fidate e capaci allo stesso tempo. Eccoli: Claudio Costamagna e Fabio Gallia. Costamagna, in particolare, è amico di Guerra, bipartisan, e con lo stipendio della Cdp potrà fornire i suoi servizi a Renzi.

 

D'altronde, i tentativi di 'cambiare verso' alle politiche della Cassa, trasformandola in una nuova Iri, o nuova cassa del Mezzogiorno, o semplicemente nuovo jolly per mettere una pezza a crisi industriali e partecipazioni azionarie che fuggono dall'Italia, rischiano di schiantarsi contro un muro di leggi, statuti e regole di bilancio.

renzi farinetti eatalyrenzi farinetti eataly

 

Conclusione: tanto rumore, per trovare uno stipendio (pubblico) a due nuovi consigliori renziani, e trasferire il centro di comando da via XX Settembre a via Goito. Che poi è dietro l'angolo.

 

 

 

 

2. CENE, CONTI E FERIE D’AGOSTO: SCINTILLE TRA PADOAN E RENZI

Stefania Tamburello per il "Corriere della Sera"

 

Le tensioni in Europa — sull’accoglienza dei migranti e sullo snervante e pericolosissimo, per il suo possibile esito negativo, negoziato sulla crisi greca — richiedono la massima concentrazione di tutto il governo. Forse per questo sono passate sotto traccia le scintille procurate dall’attrito fra Palazzo Chigi e il ministero dell’Economia.

 

FABIO GALLIA E SIGNORA FABIO GALLIA E SIGNORA

Non è la prima volta che emergono incomprensioni tra i due Palazzi — l’ultima, sulle pensioni, dopo la sentenza della Consulta — ma sono sempre state superate, per lo meno così è parso all’esterno. Tanto che i rapporti tra il premier Matteo Renzi e il ministro Pier Carlo Padoan sono definiti dai più, tra i migliori nel governo.

 

Difficile però non rilevare il silenzio del ministro durante il convulso caso del repentino cambio di marcia alla Cassa Depositi e Prestiti, completo di ribaltone al vertice. Padoan, che è il referente della Cassa, ha tenuto, è vero, le fila con le Fondazioni, socie di minoranza della società, e con il loro rappresentante, il presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti per convincerle ad assecondare la virata immaginata a Palazzo Chigi. Ancora sotto jet lag , di ritorno dagli Usa, ha pure spiegato lui all’amministratore delegato Giovanni Gorno Tempini che avrebbe dovuto lasciare al più presto l’incarico. Ma è altrettanto inconfutabile che le comunicazioni risolutive della vicenda lo hanno bypassato.

 

franco bassanini pier carlo padoanfranco bassanini pier carlo padoan

Certo può essere solo un problema di comunicazione, ma quando entrano in campo nomine e riassetti, Renzi non resiste ad avocare il più possibile a se e ai suoi consiglieri. È successo negli ultimi giri di nomine, come quello di Equitalia, braccio operativo dell’Agenzia delle Entrate, dove il tira e molla ha prodotto una scelta di vertice di compromesso.

 

Nella vicenda Cdp c’è stato di più. Dopo i molti interrogativi emersi, per esempio, durante tutto il negoziato con le Fondazioni, il segnale della svolta nel confronto — «la missione di Cdp non cambierà» — lo ha dato il consigliere del Presidente del Consiglio, Andrea Guerra, e, subito dopo, è stata una nota di Palazzo Chigi, con un insolito Renzi parlante in prima persona a spiegare passo dopo passo il superamento dell’impasse col presidente Cdp Franco Bassanini, convinto a cedere il testimone al manager voluto dal premier Claudio Costamagna.

 

matteo renzi pier carlo padoanmatteo renzi pier carlo padoan

Il ministro — che peraltro ha fatto sapere di essersi mosso in piena sintonia con Palazzo Chigi — in questi giorni era impegnato a Lussemburgo sulla Grecia, aveva certamente altro di importante di cui occuparsi ma a dimettersi dal consiglio Cdp, la prossima settimana per consentire l’operazione rinnovo, saranno i dirigenti del dicastero di via XX Settembre, dove c’è il Dipartimento che gestisce le partecipazioni pubbliche.

 

In questo clima acquista significato anche il fastidio che, come ha riferito il Corriere, Renzi avrebbe manifestato per la partecipazione di Padoan alla cena di finanziamento della fondazione Italianieuropei dell’ex premier Massimo D’Alema. Ma anche il richiamo fatto al ministero affinché non chiuda i battenti a agosto. Richiamo superfluo, visto che da sempre al Tesoro in estate si lavora alla legge di Stabilità.

 

 

3. LO SLALOM DI COSTAMAGNA PER TROVARE LA NUOVA MISSION DELLA CDP

Giovanni Pons per "la Repubblica"

Maurizio Tamagnini Giovanni Gorno Tempini Maurizio Tamagnini Giovanni Gorno Tempini

 

Quasi completato il blitz sui vertici della Cassa Depositi resta da capire quali saranno gli indirizzi strategici futuri. In attesa che i nuovi responsabili Claudio Costamagna e Fabio Gallia illuminino la via si possono fare solo delle ipotesi, anche se il cammino appare stretto. «Il tema non può essere solo riferito a chi dirige - ha detto Susanna Camusso- . La cosa che non si capisce è che cosa voglia fare il governo della Cassa depositi e prestiti». In qualche modo gli ha risposto Giuseppe Guzzetti: «Cdp non cambierà la sua missione. La Cassa deve continuare a finanziare gli enti pubblici, deve intervenire a sostegno dell’economia reale, quella sana e non quella decotta».

MASSIMO D ALEMA PIERCARLO PADOAN LUCA DI MONTEZEMOLOMASSIMO D ALEMA PIERCARLO PADOAN LUCA DI MONTEZEMOLO

 

Di sicuro la prima preoccupazione di Renzi e Padoan sarà quella di mantenere il bilancio della Cdp fuori dal perimetro della pubblica amministrazione, in modo da non gravare sul debito pubblico. La condizione qualificante è che Cdp, anche se fosse totalmente a capitale pubblico, si comporti come una “market unit”. Cioè non intermedi denaro pubblico ma solo risparmio privato, come in effetti è quello raccolto presso gli sportelli postali. La presenza nel suo capitale di enti privati come le Fondazioni, non è condizione necessaria ma aggiuntiva volta a rassicurare la Ue.

 

PADOAN VISCO GUZZETTI PATUELLIPADOAN VISCO GUZZETTI PATUELLI

Se poi alla Cassa è richiesto di entrare in società in perdita, come è stato per l’Ilva, non può certo farlo direttamente. Può però dare un aiuto nella forma di un prestito assistito da garanzia dello stato, ma facendo in modo che il rendimento del prestito sia superiore, anche di poco, al costo della garanzia. In questo modo Cdp può sostenere di operare come un privato con il profitto in testa ai suoi pensieri.

 

GUZZETTI GUZZETTI

Cdp poi non può essere banca, come ha rischiato di diventare se passava il progetto di Banca Sace, altrimenti dovrebbe avere ben altri indici di patrimonializzazione. Dunque i paletti sono molti e non sarà facile allargare l’ambito di operatività della Cassa se non trattando preventivamente con Bruxelles. Ma Costamagna e Gallia, si spera, avranno già la soluzione in tasca.

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)