giuseppe conte ferruccio de bortoli

SIAMO GIÀ MORTI DI PATRIMONIALE - DE BORTOLI AVVERTE ''L'ACCROCCHIO INCOLORE CHE SI APPRESTA (FORSE) A GOVERNARE'': UNA PATRIMONIALE NON LA FARÀ, SEPPUR A SINISTRA E NEL MONDO GRILLINO NON SIANO ASSENTI QUESTE SUGGESTIONI. MA DOVE TROVERANNO I SOLDI PER EVITARE L'AUMENTO DELL'IVA E FAR CALARE IL CUNEO FISCALE? UN MODO C'È , MA FA PERDERE VOTI…

Ferruccio De Bortoli per “l’Economia - Corriere della Sera

 

L' accrocchio incolore che si appresta (forse) a governare il Paese una patrimoniale non la farà. Silvio Berlusconi la teme. Luigi Di Maio la esclude. Tassare i grandi patrimoni, in un' ottica redistributiva, sarebbe obiettivo implicito di una coalizione sbilanciata a sinistra.

 

E anche nel mondo grillino non sono assenti suggestioni di questo tipo. Ma crediamo che prevarrà un sano realismo, anche perché ci auguriamo che i ministri siano non solo preparati ma anche di buon senso. E poi per introdurre un' altra patrimoniale (sì perché ne abbiamo già un discreto numero) occorrono capacità tecnica e solida nonché coerente volontà politica. Qualità rare da tempo, specie la coerenza.

FERRUCCIO DE BORTOLI

 

Che cosa è lecito attendersi allora sul piano fiscale dal governo Conte 2? Ovviamente il disinnesco delle clausole Iva. Certo, ma qualcuno dica - magari prima della fiducia alle Camere - dove si trovano i soldi. Farlo ancora in deficit vorrebbe dire che gli esecutivi cambiano colore ma la musica è la stessa. Più deficit, più debito. In secondo luogo sarà certamente un caposaldo del programma la riduzione del cuneo fiscale e contributivo.

 

Operazione che passa da una rimodulazione delle aliquote Irpef che consentirebbe di alleggerire il peso dell' imposta sui redditi medio-bassi. Ma, ancora: con quali risorse? Sciolta questa premessa, va detto che se ci fosse un' enfasi diversa nella lotta all' evasione fiscale, un impegno concreto e costante, allora ci troveremmo di fronte a una piccola rivoluzione. Salutare. Sarebbe una svolta autentica dopo tanti anni di sconti agli evasori.

 

E non tutti per venire incontro alle necessità di contribuenti e aziende in seria difficoltà che ovviamente non vanno mai sottovalutati. Una lunga e storica sequenza di «perdonanze». I dieci condoni dell' ultima legge di Bilancio (votata dai Cinque Stelle) o per esempio le voluntary disclosure (votate dal Pd) sui capitali all' estero.

 

tasse

Di patrimoniali in Italia ce ne sono già diverse, come scrive in queste pagine Giuditta Marvelli (L' Economia, 4 marzo 2019): dall' Imu sugli immobili all' imposta di bollo sulle attività finanziarie. Valgono nell' insieme 46 miliardi. E ce ne sono state tante in passato. Cominciò nel 1919 il governo Nitti, all' indomani della Grande Guerra, spinto dalla necessità di sostenere i debiti contratti e colpire gli extraprofitti industriali del periodo bellico.

 

Tra proteste, rimaneggiamenti e condoni, la «leva sul capitale» produsse gettiti inferiori alle previsioni. Nel 1936 per far fronte ai costi della guerra in Etiopia venne adottato un provvedimento analogo. Nel 1940 la prima imposta patrimoniale ordinaria si ispirò, negli aspetti tecnici, alla proposta Meda del periodo Nitti. L' imposta straordinaria del 1947 esaurì i suoi effetti agli inizi degli anni Sessanta trasformandosi poi nella tassazione dell' incremento di valore degli immobili (Invim). Nel 1992, nel corso della crisi valutaria che portò all' uscita della lira dal Sistema monetario europeo (Sme), il governo Amato introdusse un prelievo straordinario del 6 per mille sui conti correnti. Una patrimoniale efficace perché improvvisa. Immediata. Nottetempo. Oltre all' Ici sugli immobili.

 

tasse

Nel 2011 il governo Monti varò tra l' altro l' imposta di bollo sulle attività finanziarie, oltre all' estensione dell' Ici-Imu all' abitazione principale e un significativo aumento delle altre case possedute. La storia di tutte le altre patrimoniali, grandi o piccole, ha una costante.

 

Sono state decise in periodi eccezionali, drammatici: conflitti bellici o economici. Già questo dovrebbe far riflettere sui rischi che corre il nostro Paese. Inoltre, i gettiti sono sempre stati - con l' esclusione dell' incursione notturna nei depositi bancari - inferiori alle previsioni. Oggi sarebbe molto diverso. Con lo scambio di informazioni tra i principali Paesi, la fine del segreto bancario per esempio in Svizzera, l' incrocio delle banche dati, ci si può difendere dal rischio di ridenominazione (leggi uscita dall' euro) ma non da una patrimoniale.

giuseppe conte nicola zingaretti 1

 

Anche per chi ha i soldi all' estero restando residente in Italia. E poi dopo aver steso - anche giustamente - un tappeto di agevolazioni fiscali, con un' imposta forfettaria, ai Paperoni stranieri affinché decidano di risiedere in Italia (misure del centrosinistra) sarebbe contraddittorio fare la faccia feroce con quelli nostrani. Si colpirebbe, tra l' altro, coloro che hanno deciso di restare fiscalmente residenti nel proprio Paese. E non quelli già espatriati in Svizzera o a Montecarlo. Il Paese ha bisogno di attrarli i capitali, non di indurli alla fuga.

 

Certo, esistono problemi di equità, da non sottovalutare. Le tasse in questo Paese le pagano soprattutto dipendenti e pensionati. Per quelle di successione, addirittura, siamo una sorta di paradiso fiscale. Ma la demagogia non aiuta.

 

Ricorderete la sciagurata tassa di stazionamento sulle barche di lusso decisa dal governo Monti con il Salva Italia a fine 2011, poi trasformata in tassa di possesso e abolita nel 2017. Anche i ricchi piangono c' era scritto su un manifesto di Rifondazione comunista del 2006 con sullo sfondo la fotografia di un maxi-yacht. I ricchi non piansero, cambiarono solo porto. Piansero invece l' industria nautica italiana e il sistema portuale. Ovvero i loro addetti.

 

il senatore mario monti foto di bacco

Il dibattito sull' opportunità di introdurre un' imposta patrimoniale riemerge ogni tanto come fosse un fiume carsico. È serrato soprattutto nei momenti di crisi finanziaria, come nel 2011-12, con tanti proponenti tra gli stessi industriali o banchieri (come Carlo De Benedetti, Alessandro Profumo, Pellegrino Capaldo, Pietro Modiano tra gli altri). Ne parlarono favorevolmente anche Walter Veltroni e Matteo Renzi. Con le migliori intenzioni: abbassare il peso del debito, liberare risorse per gli investimenti.

 

Se la classe dirigente italiana decidesse di autotassarsi con una piccola imposta sul patrimonio per finanziare, per esempio, un grande progetto per aiutare gli oltre due milioni di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano né lavorano, scriverebbe una bella pagina della sua spesso ingloriosa storia. Ma inutile farsi illusioni. Una seria lotta all' evasione darebbe invece un gettito maggiore. Se solo si recuperasse il venti per cento di quanto si evade ogni anno, salterebbero fuori d' incanto venti miliardi. Grosso modo la cifra che serve per non far aumentar l' Iva, tassa che in Italia, patria del «nero», si evade più che altrove. Certo, in questo modo, si perdono voti. Il problema è tutto lì.

Ultimi Dagoreport

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)