alberto bianchi matteo renzi

SIAMO “OPEN” ALLE VOSTRE RICHIESTE - NEGLI EMENDAMENTI E PROGETTI DI INVESTIMENTO CHE ALBERTO BIANCHI INVIAVA A PALAZZO CHIGI CON RENZI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, C’ERANO GLI INTERVENTI SOLLECITATI DAGLI IMPRENDITORI CHE AVEVANO FINANZATO LA FONDAZIONE - L’ACCUSA DEI PM E’ CHE “OPEN” FAVORIVA GLI INTERESSI DI CHI SGANCIAVA CONTRIBUTI - NUOVE INDAGINI SU CARRAI E DUE SOCIETÀ IN LUSSEMBURGO “WADI VENTURES MANAGEMENT” E “WADI VENTURES SEA”

Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

 

alberto bianchi

Emendamenti e progetti di investimento inviati dal presidente di Open Alberto Bianchi direttamente a Palazzo Chigi quando era premier Matteo Renzi. Mail sugli interventi sollecitati dagli imprenditori che avevano accettato di finanziare la fondazione. Sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza durante le perquisizioni ordinate dalla Procura di Firenze. E rappresentano uno degli elementi di accusa contro lo stesso Bianchi, ma anche contro Marco Carrai, l' altro componente del «giglio magico», entrambi indagati per finanziamento illecito.

 

Gli atti depositati al tribunale del Riesame svelano il contenuto di migliaia di documenti acquisiti sull' attività di Open, ma soprattutto il ruolo avuto dai suoi protagonisti, compreso Luca Lotti che faceva parte del consiglio di amministrazione. Secondo i magistrati la fondazione nata per sostenere l' attività politica di Renzi, agiva in realtà come «articolazione di un partito politico» e avrebbe favorito gli interessi di chi - tra il 2012 e il 2018 - accettò di versare contributi economici.

 

marco carrai

È il decreto di sequestro eseguito dalla Guardia di Finanza il 26 novembre scorso a dare conto di quanto trovato negli uffici di Bianchi. Al «punto 24, fascicolo rosso» è allegata la descrizione dei documenti. E tra l' altro è annotato: «Cartellina bianca intestata "Sblocca Italia emendam" contenente una mail del 25 settembre 2014 inviata dalla segreteria studio Alberto Bianchi e diretta a a.manzione@governo.it avente ad oggetto "emendamento" e come allegato "proposta di emendamento dl sblocca Italia" e lo schema decreto legge misure urgenti per l' apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l' emergenza del dissesto idrogeologico per la ripresa delle attività produttive».

 

matteo renzi antonella manzione

La destinataria è Antonella Manzione, capo dei vigili urbani di Firenze che Renzi decise di portare a Palazzo Chigi e nominò responsabile dell' ufficio Affari legislativi. Nello stesso faldone è stata rinvenuta copia di un'altra mail «del 14 aprile 2014 inviata da segreteria studio Alberto Bianchi a luca@matteorenzi.it avente ad oggetto F&B Italiano, dal cui testo si evince che Alberto Bianchi gira una mail di Scordamaglia». Il riferimento è a Luigi Scordamaglia, uno degli imprenditori diventati finanziatori della fondazione. Gli investigatori stanno adesso esaminando le agende, i bilanci e tutti gli altri allegati alla posta elettronica - alcuni contrassegnati dalla dicitura «Riservato» - proprio per ricostruire i flussi finanziari e le eventuali contropartite.

 

LUCA LOTTI

Uno dei capitoli d'inchiesta riguarda i contatti tra Bianchi e Luca Lotti. Secondo la difesa di Bianchi si trattava di normali interlocuzioni visto che entrambi erano nel cda, ma ci sono numerosi messaggi sui quali i magistrati hanno chiesto ulteriori verifiche perché riguardano presunti interventi legislativi in favore dei finanziatori.

 

Scrive la Guardia di Finanza: «Particolarmente significativo è l'appunto indirizzato da Bianchi a Lotti, datato 12 settembre 2016; in tale appunto Bianchi riferisce di aver avuto 750K "sulla base dell' accordo con Toto" e che riceverà 80K "sulla base dell' accordo con British American Tobacco"; quindi, informa di aver determinato, con l' aiuto del commercialista il netto di 830K (750 + 80) in euro 400.838, somma che dichiara di aver versato per intero alla "Fondazione Open" ed al "Comitato nazionale per il sì"». Il motivo dell' interesse è spiegato nei provvedimenti di perquisizione.

 

«La citata "British American Tobacco" risulta tra i finanziatori della fondazione Open e tra i clienti sia dell' avvocato Alberto Bianchi, sia dell' associazione professionale. Bianchi ha tenuto costantemente informato Luca Lotti dell' evolversi della pratica, ma anche di altre pratiche afferenti il gruppo Toto».

 

ALBERTO BIANCHI

Controlli e nuove indagini sono stati disposti anche nei confronti di Carrai e in particolare sulle due società in Lussemburgo Wadi Ventures Management , e della Wadi Ventures sea . Scrivono i finanzieri: «Va evidenziato come tali iniziative imprenditoriali (sia quelle lussemburghesi che quelle italiane) sono state avviate e portate avanti in concomitanza temporale con le attività della fondazione. Le acquisizioni investigative evidenziano l' intreccio tra iniziative imprenditoriali e finanziamenti alla Open». E ancora: « Wadi Ventures risulta destinataria di somme di denaro provenienti, fra gli altri, da investitori italiani gia finanziatori della "Fondazione Open". Le risorse finanziarie appaiono essere state utilizzate per acquisire partecipazioni in società ancora non individuate».

 

 

 

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…