giuseppe conte matteo salvini

SOGNO O SONDAGGIO? CONTE E SALVINI, CHE TONFO! MENTRE PD E FRATELLI D'ITALIA RESTANO IN TESTA AL 21%, LEGA E M5S SONO AI MINIMI DAL 2018: IL CARROCCIO SCENDE AL 15,1%, I 5 STELLE SPROFONDANO AL 13,7 - BOOM DI "ITALEXIT" DI PARAGONE SEGNALATA AL 4,5, MOLTO ATTRATTIVA SOPRATTUTTO PER I DELUSI DI LEGA E M5S – CALA IL GRADIMENTO NEI CONFRONTI DEL GOVERNO...

Nando Pagnoncelli per il “Corriere della Sera”

 

salvini putin conte

Il mese di maggio è stato piuttosto turbolento nel rapporto tra alcuni partiti della maggioranza e il governo e ciò ha avuto il duplice effetto di far registrare la flessione sia nel gradimento del governo, sia del consenso per i partiti che hanno espresso posizioni critiche riguardo all'esecutivo, dall'invio delle armi all'Ucraina al decreto concorrenza, dalla riforma del catasto al termovalorizzatore in provincia di Roma. E potremmo continuare.

 

La conflittualità nella maggioranza determina nell'opinione pubblica la convinzione che venga penalizzata l'azione del governo e i partiti siano più intenti a salvaguardare i propri interessi rispetto a quelli del Paese, soprattutto in una fase complessa come quella che stiamo vivendo. Ne consegue che l'indice di gradimento dell'operato del governo e del presidente Draghi fa segnare una flessione di tre punti rispetto ad aprile, attestandosi rispettivamente a 55 e 58 e riportandosi sui valori dell'aprile dello scorso anno, quando ancora non si erano visti gli effetti della campagna vaccinale con il conseguente progressivo ritorno alla normalità.

 

MATTEO SALVINI CONTESTATO IN POLONIA CON LA MAGLIETTA DI PUTIN

Quanto agli orientamenti di voto, le due forze politiche che si sono maggiormente distinte nelle critiche al governo, Lega e M5s, fanno segnare un arretramento di oltre un punto. Nella graduatoria dei partiti troviamo al primo posto Fratelli d'Italia e Pd, entrambi in crescita ed appaiati al 21%, seguiti dalla Lega che scende al 15,1% (-1,4%) e dal M5S che si attesta al 13,7% (-1,3%). Per entrambe le forze politiche si tratta del livello più basso registrato nell'intera legislatura.

 

Al quinto posto si colloca Forza Italia con l'8,3% (in flessione dello 0,5%), alle prese con qualche tensione interna riguardante soprattutto il ruolo dell'Italia nello scenario bellico. A seguire, continua il trend di crescita di Italexit, oggi al 4,5%, che attrae gli elettori delusi soprattutto della Lega e del M5s, quindi la Federazione Azione/+Europa con il 3,2%.

letta meloni

 

Tutte le altre forze politiche si collocano al di sotto della soglia del 3% mentre il «partito» degli indecisi e degli astensionisti aumenta di un punto, raggiungendo il 41%.

Sulla base delle stime odierne si conferma il testa a testa tra il cosiddetto «campo largo» (46,2%) e il centrodestra (44,4%); quest' ultimo continua a prevalere sul centrosinistra (32,5%) e sull'alleanza giallorossa (38%), pur riducendo il vantaggio rispetto ad aprile.

 

Riguardo al gradimento dei leader, Giorgia Meloni si conferma al primo posto con un indice pari a 36 (+1), seguita da Conte che fa segnare una flessione di due punti (indice 32) e da Speranza (31) in calo di 3 punti, da ricondurre prevalentemente alla minore enfasi mediatica sul Covid nel mese di maggio. A seguire Berlusconi (27), Letta e Bonino (appaiati a 26), Paragone (25) e Salvini che viene raggiunto da Toti a 24. Gli altri leader fanno registrare una flessione da attribuire più alla minore visibilità nel corso del mese che a critiche particolari. Da notare l'aumento di due punti di Renzi (15) che si riporta sui valori di febbraio.

 

CONTE SALVINI

Lo scenario odierno fornisce qualche elemento di riflessione sul rapporto tra opinione pubblica e partiti. In un clima sempre più caratterizzato da una forte preoccupazione per le conseguenze economiche del conflitto in atto che vanno ad aggiungersi all'aumento delle diseguaglianze che si è determinato dopo più di due anni di pandemia, la maggioranza dei cittadini esprime l'auspicio che un governo di unità nazionale, costituito da una maggioranza anomala, nella quale sono presenti forze politiche antagoniste tra loro, faccia uscire il Paese dalle difficoltà esistenti.

 

MELONI LETTA

Non mancano certamente elementi di contrarietà rispetto all'operato dell'esecutivo da parte di una minoranza non trascurabile della popolazione e soprattutto dei ceti meno abbienti, ma nella percezione comune, la conflittualità politica ostacola l'azione del governo, soprattutto nei momenti di emergenza. In altri termini, dai partiti e dai leader ci si aspettano critiche ma non conflitti.

 

È un problema di misura, mancando la quale ci rimettono (quasi) tutti: simul stabunt simul cadent. Con le elezioni amministrative e il referendum alle porte e le elezioni politiche tra meno di un anno è forte la tentazione di raggranellare consenso esasperando le posizioni e i toni, ma in questo contesto è lecito dubitare della efficacia di questa strategia. Forse potrebbe essere elettoralmente più premiante intestarsi i temi del Pnrr che alimentare i conflitti. Dopo il Covid il mondo è cambiato, e sono cambiate le aspettative della maggior parte dei cittadini. È lecito dubitare che la politica se ne sia accorta.

gianluigi paragone 7

MARIO DRAGHI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…