giuseppe conte toilette wc

SOGNO O SONDAGGIO? SE CONTE GUIDASSE IL M5S IL POTENZIALE DI VOTI SALIREBBE DAL 20 AL 30%. GLI ELETTORI DEL MOVIMENTO RITENGONO CHE COME LEADER ‘GIUSPPI’ SIA MEGLIO DI DI MAIO E DI BATTISTA -OGGI LEGA AL 23, PD AL 21, FDI AL 17,5 - UN EVENTUALE PARTITO DEL PREMIER VARREBBE IL 14%. RENZI ESULTA A QUESTA IPOTESI: I VOTI LI TOGLIEREBBE A PD E 5 STELLE"

Nando Pagnoncelli per corriere.it

 

L’emergenza sanitaria ha fatto registrare un significativo aumento di consenso per il presidente del Consiglio Conte. L’indice di gradimento per il suo operato è passato da 48 registrato nel mese di febbraio a 66 nel mese di aprile, nel pieno del lockdown, per poi assestarsi in questa settimana a 61.

conte

 

A fronte di questa crescita di apprezzamento personale, da qualche tempo viene evocato un possibile futuro politico da parte di Conte, accompagnato dalla consueta domanda su quanto potrebbe «valere» elettoralmente una sua «discesa in campo».

 

 

 

Nel sondaggio odierno, dopo aver chiesto agli intervistati di dichiarare le loro intenzioni di voto, abbiamo verificato la propensione a votare sia per un nuovo soggetto politico fondato da Conte, sia per il M5S sotto la guida dell’attuale premier. Per entrambe le ipotesi abbiamo successivamente chiesto ai soli elettori intenzionati a votare «sicuramente» o «probabilmente» per il soggetto con a capo Conte se avrebbero modificato il voto dichiarato alla domanda precedente.

conte luigi XVI

 

Sulla base di queste stime un eventuale partito di Conte oggi è accreditato del 14,1%, si collocherebbe al quarto posto dopo la Lega (23,2%), FdI (16,6%), Pd (15,8%), precedendo il M5S (12,7%). Analizzando i flussi elettorali si osserva che i voti per la lista Conte proverrebbero in larga misura (62%) dal M5S, dal Pd e dalle altre liste del centrosinistra, in subordine dall’astensione (20%), quindi dal centrodestra e da altre liste minori (18%).

conte stati generali

 

 

 

Quanto alla possibile leadership del M5S, Conte prevale tra i pentastellati con il 42% delle preferenze, precedendo l’ex capo politico Di Maio (27%), quindi Di Battista (19%) e Crimi (2%). E nella scelta secca tra Conte e Di Battista, il primo prevale in misura netta sul secondo sia sulla totalità della popolazione (43% a 13%) sia tra gli attuali elettori pentastellati (67% a 17%).

 

Ne consegue che l’elettorato potenziale del M5s dal 19,8% attuale, con la guida di Conte, passerebbe al 29,9%, colmando il gap con la Lega e FdI che hanno un elettorato potenziale compreso tra il 25% e il 30%.

 

Qualora il premier fosse a capo del M5s, il Movimento farebbe segnare una crescita del 7,2% rispetto allo scenario attuale, passando dal 17,1% al 24,3%, scavalcando la Lega al primo posto. La stima tiene conto di un elevato tasso di fedeltà degli attuali elettori (88%) e della capacità di attrazione di nuovi provenienti soprattutto dall’astensione e in subordine dal Pd. Insomma, la leadership Conte potrebbe rappresentare un nuovo inizio per il M5S, ma il ritrovato slancio rischierebbe di aprire una frattura con il Pd che appare penalizzato da una non trascurabile cessione di voti.

conte di maio franceschini

 

 

I risultati del sondaggio odierno sembrerebbero un buon viatico per un futuro ingresso nell’agone politico da parte del premier Conte ma, come al solito, è opportuno ricordare che il sondaggio è una fotografia del presente, non un oracolo.

 

Lo scenario emerso potrebbe infatti modificarsi alla luce di tre elementi: innanzitutto, l’elevata quota di elettori indecisi e astensionisti che da qualche settimana si attesta tra il 43% e il 44%; in secondo luogo la possibilità che l’elevato consenso per Conte, maturato durante la pandemia, possa ridursi significativamente a fronte delle crescenti difficoltà economiche a cui il Paese sta andando incontro; infine, la scelta di un ruolo politico attivo farebbe venir meno l’immagine «istituzionale».

Casalino di Battista

 

In altri termini, una scelta di campo potrebbe alienare una parte del consenso trasversale di cui attualmente Conte può beneficiare, a differenza dei leader di partito il cui gradimento è perlopiù circoscritto al proprio elettorato. Ne sa qualcosa il professor Mario Monti, uno dei premier più apprezzati.

MONOPATTINO CONTE MEMEstati generali contegrillo fico di maio di battistaalessandro di battista conte

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HA VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…