giorgia meloni e matteo salvini

CON LA SPINTA PROPORZIONALE DALLA CONSULTA, SALTANO GLI SCHEMI SIA NELLA MAGGIORANZA CHE NEL CENTRODESTRA: EX RENZIANI E POST-DC SI SCONTRANO COI ZINGARETTIANI CHE VOGLIONO RIFARE LA ''DITTA'' - A DESTRA, SPACCATURA TRA SALVINI E MELONI, CHE IN CALABRIA DICE: ''PRIMA VINCIAMO, POI PESIAMO I VOTI E INFINE DECIDIAMO CHI GOVERNA'', VISTO CHE I LEGHISTI SI ERANO GIÀ ''PRENOTATI'' L'ASSESSORATO ALL'AGRICOLTURA… 

Francesco Verderami per il ''Corriere della Sera''

 

 

Tutti sapevano, tutti erano pronti.

dario franceschini e nicola zingaretti – ritiro del pd all'abbazia di contigliano 17

Infatti ieri, all' ombra del governo Conte, sono iniziati i regolamenti di conti: a sinistra e a destra.

 

La sentenza della Consulta (che boccia il referendum iper-maggioritario) e l' azione del Parlamento (che mira al proporzionale) avranno sulla geografia politica nazionale l' effetto di un Big one: salteranno i vecchi vincoli tra partiti e persino dentro i partiti.

Ma la legislatura sarà destinata a durare, perché avrà il compito di garantire l' incubazione e la nascita dei futuri equilibri: «Se il premier lo capirà - secondo Renzi - sarà lui ad arrivare in fondo». E Conte si è posizionato come un casco blu alla linea di frontiera, mentre già si ridisegna la mappa del potere.

giuseppe provenzano foto di bacco (1)

 

Nel perimetro della maggioranza, per esempio, seguendo la nuova dottrina proporzionale era scontato che - tanto i 5S quanto Italia viva - decidessero di tenersi le mani libere dal Pd per le prossime Regionali: e così come la lite sulla prescrizione innescata dai renziani non ha per obiettivo il ritorno al voto, anche l' emorragia di parlamentari grillini non produrrà una crisi. Lo aveva spiegato Franceschini, illustrando il Germanicum ad alcuni compagni di partito: «La nuova legge stabilizzerà M5S, che potrà dividersi ma non si romperà. E appena la riforma sarà approvata, verranno alla luce nuove strategie».

matteo salvini giorgia meloni 2

In Parlamento e nelle forze politiche. Compreso il Pd.

 

Emblematico è stato ieri l' attacco contro il Jobs act del ministro dem Provenzano, che il capogruppo Marcucci ha bollato come «ideologico». Da tempo l' area post-dc e post-renziana osserva le mosse di Zingaretti e teme che l' idea del «partito nuovo» - lanciata la scorsa settimana - celi l' intenzione di ricostruire «la ditta», prima di epurare dalle prossime liste elettorali «gli infedeli».

 

Perciò Guerini ha messo sull' avviso il segretario: «Il nuovo partito non sia la pagina di storia di un partito che ha dato vita a questo partito». È solo l' inizio. L' effetto del proporzionale renderà tutti sempre più sensibili al richiamo della foresta: a sinistra come al centro.

 

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

E ovviamente anche a destra. La Corte ieri mattina non si era ancora espressa, ma già Salvini ragionava con logiche proporzionali: riuniti i suoi - come ha raccontato l' Agi - ha messo in discussione i patti contratti con gli alleati sulle authority e le Regionali di maggio. Il leader della Lega - se la legislatura andrà avanti - dovrà attrezzarsi per una lunga traversata nel deserto, dagli esiti incerti. Nel frattempo ha preso di mira il competitor più insidioso: la Meloni. Accusandola di aver brigato con i 5s per le nomine in Rai, l' ha avvisata che per la candidatura di governatore in Puglia (dove FdI punta su Fitto) non c' è accordo.

 

La replica non si è fatta attendere. Senza rinfacciare pubblicamente all' alleato - almeno non per ora - che «noi gli accordi li rispettiamo», la Meloni è atterrata in Calabria e ha sconfessato Salvini, che in quella regione aveva appena annunciato di volere per il suo partito «l' assessorato all' agricoltura»: «Prima vinciamo, poi conteremo i voti e solo dopo faremo gli assessori». Anche nel centrodestra è solo l' inizio. È il proporzionale, bellezza: non è ancora legge ma già tutti si comportano come se lo fosse. Perché ieri tutti sapevano, tutti erano pronti.

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?