guzma?n kirchnerb argentina

È STATA LA MANO DI CRISTINA – TERREMOTO IN ARGENTINA: SI È DIMESSO IL MINISTRO DELL'ECONOMIA MARTÍN GUZMÁN, AFFONDATO DAI CONTINUI ATTACCHI DELLA VICEPRESIDENTE, LA PLURIINDAGATA PER CORRUZIONE CRISTINA KIRCHNER, CHE PUNTA A TORNARE AL POTERE – ORA IL PAESE RISCHIA UN DEFAULT PEGGIORE DI QUELLO DEL 2001: IN QUESTI GIORNI L'ORMAI EX MINISTRO GUZMÁN AVEVA UN APPUNTAMENTO PER RINEGOZIARE CON IL FMI UN PRESTITO DA 2 MILIARDI DI DOLLARI – LA TERZA ECONOMIA DELL'AMERICA LATINA HA IL SECONDO TASSO DI INFLAZIONE PIÙ ALTO TRA LE GRANDI ECONOMIE, PARI AL 60%, IN CONTINUA CRESCITA…

 

Martin Guzman e Cristina Kirchner 3

Paolo Manzo per “il Giornale”

 

Tutti gli occhi dei mercati sono puntati sull'Argentina dopo che, sabato sera, si è dimesso via Twitter il ministro dell'Economia Martín Guzmán, l'uomo che ha rinegoziato il più grande prestito mai concesso a un Paese dal Fondo Monetario Internazionale, strappando lo scorso 25 marzo una proroga di 30 mesi nei pagamenti di 44 miliardi di dollari.

 

Con Guzmán si sono dimessi anche il numero due del ministero delle Finanze, Raúl Enrique Rigo, il segretario alla politica economica Fernando Morra, il sottosegretario ai finanziamenti Ramiro Tossi, il responsabile delle relazioni istituzionali Rodrigo Ruete e quello delle politiche fiscali, Roberto Arias.

 

 

Martin Guzman e Cristina Kirchner 4

Le sue dimissioni hanno sorpreso gli analisti internazionali, visto che Guzmán tra pochi giorni aveva in programma un viaggio in Europa per rinegoziare un debito da due miliardi di dollari con il Club di Parigi.

 

Hanno sorpreso meno chi segue la guerra di potere senza esclusione di colpi nella coalizione peronista di governo, sempre più divisa tra chi appoggia il moderato presidente Alberto Fernández e chi sta con la sua vice, la plurindagata per corruzione, Cristina Kirchner.

 

 

Martin Guzman e Cristina Kirchner 2

Erano mesi che il kirchnerismo guidato da Cristina, suo figlio Máximo e i parlamentari de La Cámpora, attaccavano Guzmán. Mercoledì scorso, l'ormai ex ministro dell'Economia aveva chiesto al presidente che cambiasse la cupola del ministero dell'Energia, controllata da La Campora, ma era già stufo di chiedere a Fernández di liberare i rialzi dei tassi bloccati dalla Banca centrale. Visto il silenzio tombale della Casa Rosada, Martín se n'è andato, sbattendo la porta.

 

Il presidente è stato colto di sorpresa dalle sue dimissioni e al momento del suo annuncio online stava mangiando il classico asado con amici. Significativo anche che nell'esatto momento in cui Guzmán lasciava, la Kirchner lo stava attaccando duramente per l'ennesima volta in un comizio che celebrava Perón.

 

 

Martin Guzman e Cristina Kirchner

Cristina, contraria all'accordo con il Fmi come La Cámpora, adesso ha già nel mirino il ministro degli Esteri, Santiago Cafiero, l'ultimo fedelissimo di Alberto.

 

Nonostante l'opposizione della Kirchner, Guzmán era riuscito a raggiungere un accordo con Kristalina Georgieva, la discussa direttrice del Fondo Monetario e a preservare l'Argentina da un default peggiore di quello del dicembre 2001.

 

Oggi la terza economia dell'America Latina ha il secondo tasso di inflazione più alto di tutte le grandi economie, pari al 60% e tutti prevedono che entro la fine dell'anno salirà almeno all'80%.

 

cristina fernandez de kirchner

L'accordo con il Fmi prevedeva misure per il controllo dell'inflazione e la riduzione del deficit di bilancio ma, adesso, è impensabile che le promesse fatte da Guzmán possano essere mantenute, anche perché, come già scriveva il Fondo quando accettò l'ennesima proroga nei pagamenti di Baires, «i rischi sono eccezionalmente elevati».

 

E adesso sono aumentati di molto. Al momento in cui andiamo in stampa, Alberto Fernández e Cristina Kirchner non si sono ancora parlati, mentre l'unico intermediario tra i due «nemici» rimane Sergio Massa, che ieri dopo avere incontrato la vice si è riunito per 50 minuti con il presidente.

 

diego armando maradona con cristina kirchner

Immediate le reazioni alle dimissioni di Guzmán sulla piattaforma di scambio di criptovalute più popolare in Argentina, Binance, che a differenza delle borse, non chiude mai. Ieri i clienti pagavano 260 pesos argentini per un dollaro, mentre i prezzi sulla piattaforma Lemon Cash avevano addirittura raggiunto i 279 pesos, 45 in più rispetto al cambio blue di venerdì (quello ufficiale è fermo a 125).

 

L'ex ministro, assediato da un dollaro fuori controllo, un'inflazione inarrestabile e dal furioso assalto del kirchnerismo, se n'è dunque andato.

 

alberto fernandez christina kirchner

Vedremo nelle prossime ore le reazioni dei mercati, ma forse dovremmo aspettare domani per le «grandi risposte»: oggi Wall Street è chiusa per la festa del 4 luglio.

CRISTINA KIRCHNER ALBERTO FERNANDEZCRISTINA KIRCHNER ALBERTO FERNANDEZCRISTINA KIRCHNER ALBERTO FERNANDEZpenn con cristina kirchnerCRISTINA KIRCHNER

Ultimi Dagoreport

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)