luca palamara luca lotti sergio mattarella

TOGHE ROTTE - ALTRI CONSIGLIERI DEL CSM ALLE RIUNIONI ''PRIVATE'' PER LE NOMINE. E NELLE INTERCETTAZIONI LOTTI AVREBBE DETTO A PALAMARA DI ESSERE ANDATO DA MATTARELLA PER ILLUSTRARE LA PROPRIA VICENDA GIUDIZIARIA, DIPINGENDOSI COME UNA VITTIMA DELLA PROCURA, E CHE SE CI FOSSE STATO BISOGNO SAREBBE STATO IN GRADO DI TORNARCI - LA STORIA SI ALLARGA ALLE PROCURE DI NAPOLI E PERUGIA: LE REAZIONI DEI PM COINVOLTI

 

1. BUFERA SULLE PROCURE, ALTRI CONSIGLIERI DEL CSM ALLE RIUNIONI PER LE NOMINE

Fiorenza Sarzanini e Giovanni Bianconi per il “Corriere della sera

 

Le trame per le nomine ai vertici delle Procure non si fermano alla riunione notturna nell' albergo romano dove il pubblico ministero Luca Palamara, ora indagato per corruzione, discuteva con i deputati del Pd Cosimo Ferri e Luca Lotti, insieme a cinque componenti del Consiglio superiore della magistratura. Le intercettazioni disposte dai magistrati di Perugia svelano altri incontri extra-consiliari in cui la microspia inoculata nel telefono del magistrato sotto inchiesta ha registrato le voci di almeno altri due membri dell' organo di autogoverno dei giudici.

luca palamara 5

 

La novità emersa dalle trascrizioni rischia di acuire la crisi in seno al Csm già terremotato dalle dimissioni di un consigliere e l' autosospensione di altri quattro. E di sfiorare persino il Quirinale, di cui pure Palamara e Lotti parlavano nei loro colloqui.

 

Le novità emergono dalle trascrizioni delle registrazioni consegnate alla Procura di Perugia che conduce l' inchiesta su Palamara, protrattesi fino agli ultimi giorni di maggio, alla vigilia delle perquisizioni che hanno scoperchiato il caso. Ora si scopre che altri componenti togati partecipavano a trattative e strategie studiate e concordate fuori dal palazzo dei Marescialli, sempre in presenza di Palamara che resta il personaggio centrale di tutta la vicenda: ex presidente dell' Associazione nazionale magistrati, ex membro del Csm ed esponente di punta della corrente centrista Unità per la costituzione, nonché candidato a una poltrona da procuratore aggiunto a Roma. E nei piani studiati a tavolino, ovviamente, c' era anche la sua nomina.

MATTEO RENZI LUCA LOTTI

 

Nel clima già intossicato dalla «soffiata» di Luigi Spina, che lo avvisò di essere sotto inchiesta (per questo è indagato e ha abbandonato la poltrona al Csm), e dalla situazione ancora in bilico degli autosospesi per aver partecipato alla riunione con Ferri e Lotti (Paolo Criscuoli, Corrado Cartoni e Antonio Lepre di Magistratura indipendente, Gianluigi Morlini di Unicost), il coinvolgimento di altri togati - seppure al momento non sia chiaro in presenza di quali persone, oltre a Palamara, e per dire che cosa - pare destinato a far salire sia la tensione che la confusione nell' organo di autogoverno, con il pericolo di provocarne la paralisi .

 

LUCA LOTTI MATTEO RENZI

Una situazione gravissima e senza precedenti, anche in considerazione del fatto che a guidare l' istituzione è il presidente della Repubblica. Del quale nelle intercettazioni parlava Luca Lotti, imputato dopo la richiesta di rinvio a giudizio (favoreggiamento nella vicenda dello scandalo Consip) avanzata nei suoi confronti dalla Procura di Roma guidata da Giuseppe Pignatone, andato in pensione un mese fa. Per questo motivo l' ex sottosegretario e ministro renziano si mostrava particolarmente attento alla successione, mostrando di aderire al piano che stavano mettendo a punto Ferri e Palamara.

 

Che avevano deciso di puntare sul procuratore generale di Firenze Marcello Viola, in contrapposizione al procuratore di Palermo Francesco Lo Voi considerato un erede troppo naturale e «in continuità» di Pignatone. Con il corredo di almeno due procuratori aggiunti alla cui nomina Lotti si mostrava ugualmente interessato.

LUCA LOTTI

 

Nei dialoghi registrati, l' ex ministro avrebbe anche detto a Palamara di essere andato al Quirinale per illustrare la propria vicenda giudiziaria, dipingendosi come una vittima della Procura, e che se ci fosse stato bisogno sarebbe stato in grado di tornarci.

 

Affermazioni senza riscontro, dietro le quali, secondo gli inquirenti, potrebbero celarsi millanterie utili a dare l' idea di allargare al massimo la propria sfera di contatti e influenze. E ad ambienti quirinalizi - seppure in maniera indiretta e mediata attraverso diversi passaggi - avrebbe fatto riferimento anche Palamara nell' interrogatorio ai pm di Perugia, per spiegare di avere già saputo di essere sotto indagine e sotto intercettazione, prima del colloquio con Spina. Senza però smettere di parlare al telefono, in maniera tale da far apparire almeno contraddittoria questa versione.

 

L' interesse di Palamara non si fermava alla Procura di Roma, ma si allargava a quella di Perugia, dove avrebbe voluto far finire sotto inchiesta l' aggiunto romano Paolo Ielo, che aveva mandato ai colleghi umbri le carte per far avviare l' indagine a suo carico. Nel colloquio intercettato con il pm antimafia Cesare Sirignano chiedeva garanzie rispetto al candidato Giuseppe Borrelli, ora aggiunto Napoli, sponsorizzato proprio da Sirignano.

 

Il quale lo rassicurava sul fatto che Borrelli avrebbe seguito le sue indicazioni. Nei giorni scorsi Borrelli ha consegnato una relazione di servizio al suo capo Gianni Melillo, che l' ha trasmessa ai colleghi di Perugia. E ora commenta: «Apprendo con sorpresa e indignazione che mi sono state attribuite affermazioni mai pronunziate e intenzioni mai nutrite, nell' ambito di una vicenda alla quale sono completamente estraneo. Ho già dato mandato per tutelare in ogni sede giudiziaria la mia onorabilità di uomo e magistrato».

 

GIUSEPPE BORRELLI

Effettivamente Palamara non si fidava di Borrelli, tanto da aver predisposto un piano alternativo: proporre come procuratore Francesco Prete, con Erminio Amelio nelle vesti di aggiunto perché, avrebbe detto, «è in contrasto con Ielo». Una versione che Amelio smentisce: «Mi stupisco che venisse fatto il mio nome da parte di una persona con la quale non ho avuto nulla a che fare, tutelerò la mia onorabilità in tutte le sedi competenti. Non sono mai stato nemico di Ielo, con il quale sto ancora lavorando, e lo stesso Ielo qualche mese fa, d' iniziativa, ha espresso parole lusinghiere sulla mia professionalità a colleghi del Csm».

 

 

2. CSM, COINVOLTI ALTRI CONSIGLIERI NEL CASO DELLE NOMINE PILOTATE

Valentina Errante per “il Messaggero

 

Ci sono altri consiglieri del Csm coinvolti nella trattativa per la nomina dei procuratori di Roma, Perugia e Brescia, che ha già fatto esplodere la bufera su Palazzo dei Marescialli portando alle dimissioni di Luigi Spina, l'unico indagato del Csm, e all'autosospensione di Corrado Cartoni, Antonio Lepre, Paolo Criscuoli e Gianluigi Morlini, intercettati mentre discutevano della successione a Giuseppe Pignatone con i parlamentari del Pd Luca Lotti e Cosimo Ferri. Mentre le dimissioni, invocate da più parti, tranne dalla corrente di Magistratura Indipendente, tardano ad arrivare, altre notizie scuotono il Consiglio superiore della magistratura, travolto da una crisi istituzionale senza precedenti.

ERMINIO AMELIO

 

IL CELLULARE

Nuove indiscrezioni sulle conversazioni registrate attraverso il trojan, collocato dal 7 al 16 maggio nel telefonino dell'ex presidente dell'Anm e membro del Csm Luca Palamara, indagato a Perugia per corruzione. Quel microfono ha svelato alla Guardia di finanza il coinvolgimento, anche a loro insaputa, di altre persone nelle conversazioni sulla trattativa per le nomine ai vertici degli uffici giudiziari di Roma, Perugia e Brescia. Durante i dialoghi sulle strategie da adottare per portare Marcello Viola alla guida dei pm di Roma, Luca Lotti millantava contatti e rapporti anche con il Quirinale. Così come lo stesso pm, indagato per corruzione dalla procura umbra, avrebbe sostenuto di essere stato informato delle intercettazioni a suo carico proprio da ambienti vicini al Colle.

 

PAOLO IELO

Ma, come emerge dagli atti, l'interesse di Palamara riguardava anche la procura di Perugia: il suo obiettivo era vedere indagato il collega Paolo Ielo. Affrontava spesso la questione, ne discuteva anche con il sostituto della direzione nazionale Antimafia Cesare Sirignano. Nella conversazione intercettata il 7 maggio, Palamara parla del candidato che può soddisfare il suo desiderio di vendetta nei confronti di Ielo, sul quale il collega Stefano Fava aveva già presentato un esposto al Csm: «Chi glielo dice che deve fare quella cosa lì - dice a Sirignano - Deve aprire un procedimento penale su Ielo...cioè stiamo a parlà di questo... non lo farà mai».

 

Il magistrato in questione era Giuseppe Borrelli, attualmente aggiunto a Napoli, che si è candidato, insieme ad altri diciannove colleghi come capo della procura di Perugia. Sirignano avrebbe risposto di avere già affrontato l'argomento con Borrelli che sarebbe stato disponibile a procedere.

 

giuseppe pignatone

Per questo, nei giorni scorsi, l'aggiunto di Napoli ha consegnato una relazione di servizio al procuratore Giovanni Melillo, che ha trasmesso il documento a Perugia, titolare del fascicolo. Nell'esaminare le varie candidature utili al suo obiettivo, Palamara valutava quelle di colleghi che non fossero vicini a Paolo Ielo. Così, nelle sue conversazioni, prendeva in considerazione anche l'ipotesi di Francesco Prete, attuale procuratore di Velletri, ed Erminio Amelio, pm di Roma, entrambi candidati a Perugia.

 

LE REAZIONI

In serata Giuseppe Borrelli ha diffuso una nota: «Apprendo con sorpresa e indignazione che mi sono state attribuite affermazioni mai pronunciate e intenzioni mai nutrite, nell'ambito di una vicenda alla quale sono completamente estraneo. Da giorni ho provveduto a depositare al procuratore della Repubblica la documentazione comprovante la mia più totale estraneità a quei fatti, per l'inoltro della stessa agli organi competenti. Ho già dato mandato per tutelare in ogni sede giudiziaria la mia onorabilità di uomo e magistrato».

 

Sulla stessa linea Erminio Amelio: «Apprendo con stupore - dichiara - che venisse fatto il mio nome da parte di una persona con la quale non ho avuto nulla a che fare (Palamara ndr) e tutelerò la mia onorabilità in tutte le sedi competenti. Non sono mai stato nemico di Ielo con il quale sto ancora lavorando e lo stesso Ielo qualche mese fa, d'iniziativa, ha espresso parole lusinghiere sulla mia professionalità a colleghi anche del Csm».

Ultimi Dagoreport

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”