di maio salvini conte

TOH, GALLI DELLA LOGGIA SI ACCORGE CHE QUI NON STA CAMBIANDO QUALCOSA, MA TUTTO. È CHE ORMAI IN QUESTO PAESE DA TEMPO I VINCOLI DI SCHIERAMENTO, LE PRECLUSIONI IDEOLOGICHE, SONO TUTTI SALTATI, VEDI IL FALLIMENTO DELL'APPELLO ANTIFASCISTA DELLA SINISTRA E L'INVITO DEL PAPA A UN VOTO CONTRO LA LEGA - E COSÌ DOMENICA LA GIOSTRA DEL “NON SE NE PUÒ PIÙ” HA RIPRESO A GIRARE ALLA RICERCA DI UN SALVATORE DELLA PATRIA...

ernesto galli della loggia (2)

Ernesto Galli della Loggia per il Corriere della Sera

 

Prosegue inarrestabile il distacco del quadro politico italiano dal passato. Da tutto il passato: da quello della prima Repubblica come della seconda. È il frutto di una vorticosa mobilità elettorale che da un anno all' altro, ad esempio, vede dimezzati i voti complessivi dei 5Stelle o in molte zone della Penisola Forza Italia ridotta brutalmente sulla soglia dell' irrilevanza.

 

Elemento forse ancor più significativo di questa frattura rispetto a ciò che valeva fino a ieri è la scarsa capacità di richiamo che domenica scorsa hanno manifestato due componenti primarie, in buona parte tradizionali, della piattaforma ideologica del centro-sinistra: da un lato l' appello antifascista e dall' altro l' invito della gerarchia cattolica a un voto questa volta contro il «sovranismo».

MATTEO SALVINI A CENA CON I LEADER DI CASAPOUND E FRANCESCO POLACCHI

 

Ma nei fatti l' ipotesi che poche decine di energumeni di CasaPound e Forza Nuova e qualche frase fuori luogo del ministro dell' Interno annunciassero l' arrivo di un' onda nera sul Paese non è apparsa molto convincente.

 

Allo stesso modo, il rosario impudicamente agitato da Salvini sembra avere avuto sul voto cattolico (se ancora esiste) un richiamo ben più vasto degli ammonimenti di una Chiesa in caduta libera di credibilità per il silenzio sulle malefatte sessuali dei suoi membri e per la sconsiderata richiesta di un' accoglienza senza limiti nei confronti degli immigrati.

io sono matteo salvini il libro pubblicato dalla casa editrice vicina a casa pound

 

Il risultato di entrambi gli appelli è stato insomma deludente. Ed è anche questo che contribuisce a spiegare perché a conti fatti il successo del Pd sia stato molto più apparente che reale (6 milioni e 50 mila voti oggi contro i 6 milioni e 134 mila l' anno scorso: vale a dire oltre 80 mila voti in meno).

 

In realtà il risultato di domenica ricorda molto da vicino quello delle elezioni europee del 2014, le quali, viste oggi, appaiono come l' inizio di un ciclo politico scandito dall' avvicendarsi incalzante del binomio speranza/delusione. Lo strepitoso successo di Renzi di quell' anno assomiglia per molti aspetti a quello odierno e altrettanto strepitoso di Salvini.

Salvini e il Papa

 

Dietro entrambi c' è l' eguale attesa di una gran parte dell' elettorato, che, andata delusa cinque anni fa, ora è ritornata a esprimersi con prepotenza nascendo da una consapevolezza anch' essa sempre eguale. E cioè che il Paese ha bisogno di una scossa, di una svolta netta, di iniziative nuove e coraggiose a cominciare da quelle necessarie per far ripartire l' economia. Che non possiamo più continuare così: con l' arcaica burocrazia di sempre, con una giustizia tardigrada, con il mare di leggi e di regolamenti che si accavallano, si contraddicono e ci paralizzano, con i decreti attuativi non attuati, con il Tar, con l' evasione fiscale, il bicameralismo perfetto, i fondi stanziati per una qualunque destinazione e dopo anni non spesi, i cantieri aperti e subito fermi, con il ceto politico-amministrativo di sempre e, se nuovo, regolarmente peggiore del precedente.

NICOLA ZINGARETTI E MATTEO RENZI

 

E in più la consapevolezza che per cercare di cambiare tutto ciò è necessario una leadership forte, risoluta, dalle convinzioni chiare e intelligenti, dalla parola incisiva. Anche perché nel frattempo la situazione internazionale del Paese si va facendo ogni giorno più difficile, tra scenari che mutano pericolosamente, un aspro contenzioso con la Ue e potenziali masse di migranti in arrivo.

 

IL MEME DI OSHO SU RENZI DOPO LA VITTORIA DI ZINGARETTI ALLE PRIMARIE

Il Renzi della «rottamazione», il Renzi del 40 per cento della primavera del 2014, apparve per qualche momento in grado di soddisfare questa attesa diffusa, di realizzare la svolta voluta dal grande partito del «non ne possiamo più». Sappiamo come è andata a finire. Incapsulato nella sua autoreferenzialità, accecato dalla sua vanesia spigliatezza - ma ancor di più dalla sua scarsa preparazione culturale, destinata inevitabilmente a trasformarsi in miopia politica - con il referendum costituzionale andò a sbattere contro il muro d' acciaio dell' eterno potere italiano. Contro l' immobilismo dell' establishment travestito da difesa dei sacri principi.

 

DI MAIO E TRAVAGLIO

Alla tornata elettorale successiva, l' anno scorso, ecco allora che, preso atto del fallimento di Renzi, le speranze di rinnovamento si concentrano sui 5Stelle. Dunque gigantesca vittoria di Di Maio e compagni, ma con il seguito poi di un deludentissimo anno di governo nazionale e locale.

Con una sindaca di Roma pateticamente inetta e quella di Torino molto mediocre, con la penosa impressione suscitata da ministri dalle idee confuse, da una totale incertezza di decisioni e di prospettive, da fanfaronate ridicole sulla miseria sconfitta una volta per tutte, e da cento altre gaffe e pochezze varie.

TRAVAGLIO DI MAIO

 

E così domenica la giostra ha ripreso a girare con la nuova puntata del partito del «non se ne può più» su quello che stavolta è sembrato l' uomo nuovo in grado di cominciare a rimettere in sesto il Paese, Matteo Salvini. Non è vero come si è letto sul Fatto quotidiano che la gente ormai vota come twitta. È che ormai in questo Paese da tempo non esistono più culture politiche, idee, programmi. Che da tempo anche le vecchie identità e le vecchie paure, i vincoli di schieramento, le preclusioni ideologiche, i «non possumus» più o meno storici, sono tutti variamente saltati: sono cose che non hanno più corso o quasi. Di conseguenza le elezioni non sono più una competizione fra orientamenti radicati, fra opzioni politiche in qualche modo collaudate.

 

luigi di maio matteo salvini giuseppe conte

Tendono piuttosto ad assomigliare per un verso a una decimazione e per un altro a una lotteria. Sono la ricerca sempre più nervosa, sempre più incalzante, di una soluzione che però continua a mancare: trasformandosi alla fine nella pura ricerca di un demiurgo. Esito paradossale di un sistema politico che, partito da una Costituzione fondata per intero sulle entità collettive, sui partiti, nel più assoluto rifiuto di qualunque ruolo personale (perfino come si sa di quello del Presidente del Consiglio, che da noi è un semplice «primus inter pares») si ritrova già da tempo a invocare un salvatore della patria .

 

 

Ultimi Dagoreport

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…