donald trump coronavirus

TRUMP SI GIOCA LA RIELEZIONE E HA MESSO IN PIEDI L'OPERAZIONE ''1000 DOLLARI A TUTTI'' PER FARSI PERDONARE I TWEET AZZARDATI DELLA SETTIMANA SCORSA. IL PROBLEMA È CHE I MERCATI GLI VANNO CONTRO (OGGI WALL STREET -10%) E IL BAZOOKA DELLA FED HA FATTO CILECCA. ''IO SONO COME UN PRESIDENTE DI GUERRA'' HA DETTO MENTRE ANNUNCIA IL DISPIEGAMENTO DELL'ESERCITO E UN PIANO DA 800 MILIARDI. ORA SERVE L'OK DELL'ODIATA PELOSI

 

fabio wajngarten donald trump MIKE PENCE

DAGONEWS - Trump ha messo in piedi l'operazione ''1000 dollari al popolo'' anche perché si vuol far perdonare per i tweet azzardati della settimana scorsa. Il problema è che il mercato gli va contro. Il bazooka della Fed non ha avuto effetto. Il presidente in questi giorni si sta giocando la rielezione, e deve riconquistare rapidamente la fiducia dei cittadini e del mercato nei confronti dell'amministrazione.

 

Uno degli errori è stato fidarsi all'inizio del genero Jared Kushner, cui aveva affidato il compito di fargli un rapporto iniziale sul Coronavirus. E all'inizio la parola d'ordine è stata: è un'influenza, tanto che la definì ''una bufala messa in giro dai democratici''.

 

Ora Trump ha davanti un bivio: o fare all'europea, chiudendo tutto con i poteri federali, oppure lasciare ai singoli Stati la decisione. Oggi ha riunito il comitato di crisi e ha affidato altre competenze al solito Pence, così se fallisce l'operazione sono cavoli del vice.

 

donald trump nomina mike pence responsabile per l'emergenza coronavirus

Però dal discorso appena fatto si capisce come sia intenzionato ad assumere una decisione forte, prendere lui il comando. Non vuole rinviare le elezioni di novembre, cosa che darebbe un segnale tremendo, e non può perdere consensi. Ora però non può più fare annunci, ma atti concreti. Ha promesso 800 miliardi, 500 dei quali da distribuire ai cittadini. Ora deve sedersi a un tavolo con la nemica Pelosi: la situazione è tragica, il Congresso mi deve dare i soldi per adottare questo piano prima che sia troppo tardi.

 

 

'IO PRESIDENTE IN GUERRA', TRUMP INVIA NAVE A NEW YORK

Claudio Salvalaggio per l'ANSA

 

Cambiando toni e tattica, Donald Trump trasforma quella che poteva essere la sua Chernobyl elettorale in un'occasione di rilancio presentandosi come un presidente "in tempo di guerra": un commander in chief che parla ogni giorno alla nazione dalla Casa Bianca rassicurandola sul piano sanitario ed economico, mentre Wall Street continua ad affondare e il numero delle vittime diventa un bollettino dal fronte: almeno 117 morti e oltre 7.000 casi di coronavirus, dopo la brusca impennata nelle ultime 24 ore.

DONALD TRUMP JARED KUSHNER

 

"Siamo in guerra contro un nemico invisibile e vinceremo", dichiara con cipiglio bellico, dicendosi pronto ad usare "se necessario" anche la Defense Production Act, la legge varata negli anni '50 nel conflitto con la Corea e che permette al presidente di potenziare la produzione da parte dell'industria privata di materiale strategico. Come mascherine e respiratori, che scarseggiano ancora fortemente negli Usa, tanto che il Pentagono ne ha messi a disposizione rispettivamente 5 milioni e 2.000.

 

C'è anche una "grave carenza" di sangue, di qui l'appello delle autorità sanitarie a donarlo alla Croce Rossa. In questo clima allarmante, il presidente evoca quindi poteri di guerra e lancia anche qualche missile verbale contro Pechino, denunciando che poteva avvisare dell'epidemia "molto prima" e ostinandosi a definire il Covid-19 "un virus cinese": "Non è una definizione razzista, arriva da lì". Esclusa inoltre una sospensione dei dazi.

 

donald trump nancy pelosi mike pence

Tra le misure speciali annunciate dal tycoon anche l'invio di due navi-ospedale, una sulla West coast, dove l'emergenza è concentrata tra lo stato di Washington e la California, e una nel porto di New York, città sull'orlo del lockdown con 1.339 positivi, oltre la metà dell'intero Stato: nella Grande Mela arriverà la Usns Comfort, una nave da mille posti letto con sale operatorie già usata per altre calamità come a Puerto Rico dopo l'uragano Maria nel 2017.

 

"Questa è una guerra", ha ribadito il governatore dello stato di New York Andrew Cuomo. Donald Trump ha inoltre decretato la sospensione di tutti gli sfratti e dei pignoramenti legati ai mutui per la casa e ha garantito che "non siamo affatto vicini" allo scenario peggiore, ossia al rischio di una disoccupazione al 20%. Misure straordinarie anche ai confini. Le frontiere col Canada sono state chiuse temporaneamente di comune accordo al traffico non essenziale, anche se il presidente spera di riaprirle nel giro di un mese. Quelle col Messico invece per ora resteranno aperte ma il tycoon ha preannunciato una disposizione che conceda un "grande margine d'azione": sembra la premessa, come anticipato da alcuni media, per respingere tutti i richiedenti asilo e gli altri migranti che tentano di entrare illegalmente, per evitare il rischio della diffusione del coronavirus nei centri di detenzione e tra gli agenti della polizia di frontiera.

 

Trump ha anche rimandato ad una successiva conferenza stampa, oggi o domani, su quelli che ha definito sviluppi "eccitanti" dalla Food and Drug Administration (Fda), dopo che - secondo il Wall Street Journal - la Casa Bianca aveva valutato un ordine esecutivo per aumentare grandemente l'uso dei farmaci sperimentali incontrando però le obiezioni proprio della Fda, che ha messo in guardia contro i rischi per i pazienti.

steve mnuchin

 

"Se seguiamo la ricetta del presidente l'economia tornerà a ruggire", ha assicurato il segretario al Tesoro Steve Mnuchin, che ha presentato al Congresso un pacchetto da oltre 1.000 miliardi, di cui 500 miliardi in due tranche da 1000 dollari direttamente agli americani, 300 miliardi per le Pmi e 200 miliardi per l'industria aerea (50 come prestiti agevolati per le compagnie aeree). Ma questa è un'altra guerra, da combattere al Congresso con i dem.

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…