narni zingaretti speranza di maio conte bianconi

UBRIACHI IN UMBRIA - IL CONTE ZELIG CITA MODUGNO: "HO IL CIELO, IL SOLE, IL MARE..." E FA SPALLUCCE: ''SE SALTO IO NON C’È NESSUN ALTRO PREMIER' '– DI MAIO MALEDICE IL GIORNO IN CUI È SALTATA L’ALLEANZA CON SALVINI - TUTTI HANNO TROPPA PAURA DELLE URNE – RENZI: "LA SCONFITTA È FIGLIA DI UN ACCORDO SBAGLIATO NEI TEMPI E NEI MODI E LO AVEVO DETTO A TUTTI I PROTAGONISTI. NON A CASO ITALIA VIVA È RIMASTA FUORI DALLA PARTITA''

CONTE CITA MODUGNO

Da www.corriere.it

 

il centrosinistra unito a narni - roberto speranza nicola zingaretti vincenzo bianconi luigi di maio giuseppe conte

Giuseppe Conte si consola con Domenico Modugno. Sono passate poche ore dalla batosta subita dalla coalizione di governo alle regionali dell’Umbria e il presidente del consiglio, interpellato a margine di un convegno a Roma su Poste e sindaci cita , seppur con una certa libertà, il testo della canzone «Meraviglioso»: «Io in discussione? Come dice la canzone di Modugno? “Ho il cielo, il sole, il mare”, ha risposto ai cronisti, indicando il sole di fronte al centro congressi «La nuvola» nel quartiere Eur di Roma.

 

La canzone del ‘68

giuseppe conte dario franceschini

«Meraviglioso» è un brano portato al successo da Domenico Modugno nel 1968 e rifatta dai Negramaro quaranta anni dopo. Il testo, che parla di un tentativo di suicidio sventato indicando le bellezze del mondo, fu scritto da Riccardo Pazzaglia, autore divenuto poi famoso come personaggio della trasmissione tv «Quelli della notte» di Renzo Arbore. Proprio l’accenno a un tema scabroso come il suicidio costò alla canzone l’esclusione dal festival di Sanremo del ‘68 (l’anno prima proprio durante la gara musicale si era tolto la vita Luigi Tenco).

MATTEO RENZI GIUSEPPE CONTE

 

Renzi contro la foto di gruppo

La serenità ostentata da Conte non è condivisa da Matteo Renzi, che a metà mattinata stronca l’esperimento umbro: «La sconfitta è figlia di un accordo sbagliato nei tempi e nei modi - dice l’ex premier intervenendo alla presentazione del libro di Bruno Vespa - e lo avevo detto a tutti i protagonisti Non a caso Italia Viva è rimasta fuori dalla partita». Secondo Renzi l’errore è consistito nel fatto «di non avere un’idea condivisa». «e non ho capito - chiude caustico - la “genialata” di fare la foto di gruppo all’ultimo minuto»

 

salvini tesei

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TUTTI CONTRO TUTTI

Marco Conti per www.ilmessaggero.it

 

Sapeva bene come sarebbe andata, ma ha scelto di metterci comunque la faccia. Anzi, quando Nicola Zingaretti lo ha chiamato, Giuseppe Conte non ha esitato a presentarsi all’evento di Narni perché «governiamo insieme e non c’è nulla di cui vergognarsi». Ora quella foto, fatta per aiutare due leader e un candidato in difficoltà, rischia di inchiodare il presidente del Consiglio ad una sconfitta annunciata, ma non meno pesante, la cui gestione non sarà facile, specie ora che in Parlamento arriva la manovra di bilancio.

 

GLI AMICI

Giuseppe Conte Vincenzo Bianconi

Eppure a palazzo Chigi non temono riflessi sulla tenuta del governo perché il test umbro era sì importante, «ma circoscritto» nelle dimensioni e combattuto non senza difficoltà dall’alleanza che ha sostenuto Bianconi. «La debolezza» del candidato «scelto all’ultimo momento» ha inciso - sostengono a palazzo Chigi - così come «un peso rilevante» l’hanno avuto le vicende giudiziarie del Pd e i tormenti dell’elettore grillino che solo un paio di mesi fa era con Salvini, contro Zingaretti, e che venerdì ha visto plasticamente capovolti amici e nemici ritrovandosi dalla parte del partito di Catiuscia Marini.

 

Malgrado la sconfitta umbra, Conte è deciso ad andare avanti nella formula che lo ha riportato a palazzo Chigi dopo l’esperienza gialloverde. Ci vorrà del tempo - sostiene - prima che l’alleanza venga percepita non come frutto dell’emergenza, ma come intesa strutturale. E il tempo è dalla sua parte anche se ora il problema saranno le reazioni dei partiti che sostengono l’esecutivo. E le preoccupazioni maggiori per Conte arrivano dal M5S e da Luigi Di Maio il cui rapporto con il premier procede tra alti e bassi.

renzi di maio

 

Chiudere con l’Umbria l’esperienza delle alleanze con il Pd, solo sulla carta permetterebbe ai 5S di avere maggiore libertà. Certamente finirebbe col dare ragione a chi, come Matteo Renzi, da quell’intesa ha preso le distanze, sostenendo che la legislatura - e forse non il governo - dovrà arrivare almeno all’elezione del nuovo Capo dello Stato. Ma per Conte distinguere tra la durata della legislatura e quella dell’attuale governo è pericoloso perché oltre a fiaccare l’esecutivo indebolisce i due principali partiti della coalizione a rischio di scissioni e fughe di novelli “responsabili”.

 

in prima fila roberto speranza nicola zingaretti luigi di maio giuseppe conte

Sinora il presidente del Consiglio si è guardato bene dall’alimentare i sospetti di Di Maio sull’esistenza di una corrente “giuseppi” dentro il M5S. Eppure il numero dei lealisti cresce in proporzione alle incursioni renziane e all’inasprirsi nel M5S della polemica degli orfani di poltrone ministeriali. Il ruolo stabilizzatore di Conte potrebbe allora emergere perché la legislatura vada avanti, ma non ad ogni costo. Immaginare un altro esecutivo sulle macerie di un secondo esperimento fallito - e magari retto solo dalla voglia di decine di transfughi di non andare a casa - è complicato anche per uno come Mario Draghi che dal giorno della sue uscita dalla Bce viene evocato, spesso a sproposito.

LUIGI DI MAIO MATTEO RENZI

 

Nicola Zingaretti Luigi Di Maio Giuseppe Conte

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un crescendo di instabilità Conte lo aveva già messo nel conto e non tanto per l’atteso risultato umbro, quanto per l’arrivo in Parlamento della legge di Bilancio e del decreto fiscale. 5S e Italia Viva promettono battaglia, ma alla fine sarà un voto di fiducia a contare chi veramente ha voglia di far saltare il banco. Inizialmente sospeso tra il ruolo di premier-garante, che lo ha caratterizzato nella precedente esperienza di governo, e quello di presidente del Consiglio frutto di un’alleanza politica, Conte intende accentuare il suo peso, forte anche di un gradimento personale che lo colloca ben oltre i leader della maggioranza.

 

Giuseppe Conte a Narni

D’altra parte la sconfitta in Umbria è la sconfitta di Zingaretti e di Di Maio che, seppur con differente convinzione, hanno puntato sull’intesa che però sembra aver bisogno di altro tempo per poter sedimentare nei rispettivi elettorati. La durata dell’attuale governo potrebbe quindi diventare decisiva per tutti e due i leader che fuori della porta non hanno solo le ruspe salviniane ma anche una folta schiera di avversari interni e novelli scissionisti.

giuseppe conte luigi di maio vincenzo bianconi nicola zingaretti roberto speranza

 

salvini meloni tesei berlusconiin prima fila roberto speranza nicola zingaretti luigi di maio giuseppe conte 3

Sullo sfondo resta ancora il Russiagate e quella richiesta di informazioni avanzata dall’amministrazione Trump sul comportamento degli ultimi due governi Pd. Conte, sia davanti al ministro della giustizia Usa William Barr, che durante l’audizione al Copasir, ha difeso tutti i governi che lo hanno preceduto. Non farlo o non presentarsi a Narni, avrebbe destabilizzato l’esecutivo più del voto di ieri.

in prima fila roberto speranza nicola zingaretti luigi di maio giuseppe conte 1DONATELLA TESEI E MATTEO SALVINIroberto speranza nicola zingaretti vincenzo bianconi luigi di maio giuseppe conteroberto speranza nicola zingaretti roberto speranzatesei salvinisalvini meloni tesei berlusconiROBERTO SPERANZA NICOLA ZINGARETTI VINCENZO BIANCONI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE A NARNIin prima fila roberto speranza nicola zingaretti luigi di maio giuseppe conte 2

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?