xi jinping

LA VIA DELLA SETA VISTA DALLA DIPLOMAZIA AMERICANA: “NON PRODUCE BENEFICI MA PRODUCE MOLTISSIMA CORRUZIONE” – CHI VA CON PECHINO PRECIPITA NELLA “TRAPPOLA DEL DEBITO”: PER OGNI INFRASTRUTTURA CHE LA CINA FORNISCE AI PAESI AFRICANI, QUEGLI STESSI PAESI CEDONO UN PO’ DI SOVRANITÀ - LA PARTITA DEL 5G E DELLA PENETRAZIONE DEI CINESI NEL SETTORE EUROPEO È UNO DEI PUNTI PIÙ DISCUSSI DELLA FRATTURA TRA L’AMERICA E L’EUROPA

Giulia Pompili per Il Foglio

 

Mattarella e Xi

Nonostante le rassicurazioni del governo sul valore puramente commerciale dell’intesa con la Cina sulla Via della Seta, la natura politica del memorandum che l’Italia si appresta a firmare è evidente anche dalle reazioni dei nostri tradizionali alleati. “Abbiamo la nostra posizione sulla Via della Seta: non produce benefici ma produce moltissima corruzione”, ha detto, rispondendo a una domanda del Foglio, Elliott Abrams, rappresentante speciale dell’America per il Venezuela, durante una conferenza stampa nella sede diplomatica americana a Roma.

 

trump xi

Da giorni si rincorrono voci sulla presenza strategica di Abrams in Italia proprio nel momento in cui si avvicina la firma dell’intesa tra Italia e Cina. La delegazione americana ha tenuto a Roma i primi colloqui con una delegazione russa sulla crisi in Venezuela, ma nella due giorni gli americani hanno avuto colloqui con funzionari del Vaticano, con il consigliere diplomatico di Palazzo Chigi Pietro Benassi, e con alcuni rappresentanti della Farnesina.

 

elliott abrams

Quando gli chiediamo se abbia parlato anche di Pechino e delle sue eventuali pressioni sul governo italiano, che è stato l’unico insieme a quello di Grecia, Slovacchia e Irlanda a non aver riconosciuto il governo di Juan Guaidó, Abrams glissa ripetendo la posizione ufficiale dell’America sulla mastodontica operazione d’influenza cinese.

 

Il riferimento è alla “legittimazione dei boriosi progetti infrastrutturali”, definiti così dal portavoce del National Security Council americano Garrett Marquis qualche giorno fa, via Twitter. “Vanity project” è un’espressione usata già dai funzionari americani lo scorso anno per definire i progetti cinesi in Africa.

 

elliott abrams mike pompeo

Operazioni che da tempo sono sotto osservazione anche delle istituzioni internazionali perché spesso sono precipitati nella cosiddetta “trappola del debito”: per ogni gigantesca infrastruttura che la Cina fornisce ai paesi africani, quegli stessi paesi cedono un po’ di sovranità, anche e soprattutto nei riguardi delle posizioni da prendere sulla politica estera (non è un caso se l’unico paese rimasto in Africa a riconoscere lo stato di Taiwan è il microscopico Regno dello Swaziland).

elliott abrams

 

Il problema internazionale che provoca la firma italiana sulla Via della Seta con la Cina riguarda soprattutto il G7 – alla prossima riunione dei grandi della terra, che si svolgerà a Biarritz, in Francia, dal 24 al 26 agosto, la Cina potrà dire di avere un pezzettino dentro – ma non è solo questo.

 

Il problema è anche europeo: vista da Washington, l’Europa è sempre più determinata a prendere decisioni unilateralmente, soprattutto per quanto riguarda i rapporti con la Cina. Ieri la cancelliera tedesca Angela Merkel, nonostante le ripetute minacce della Casa Bianca, ha detto che il gigante delle telecomunicazioni cinese Huawei non è escluso dalla gara per l’attribuzione dei lavori per il 5G.

 

GIUSEPPE CONTE TUSK MOGHERINI

“Non escludiamo nessuna impresa o attore”, ha detto la cancelliera, “Diamo a tutti una chance ma certamente, senza essere ingenui, sappiamo che le leggi in Cina sono molto diverse dalle nostre”. La partita del 5G e della penetrazione dei cinesi nel settore europeo è uno dei punti più discussi della frattura tra l’America e l’Europa. Washington ha minacciato di non condividere dati sensibili con i paesi che adotteranno tecnologie cinesi, ma nel frattempo Berlino ha scelto la linea dura. L’Italia ancora non si sa: da giorni il governo gialloverde dice che non ci sarà alcuna collaborazione nel settore delle telecomunicazioni con Pechino, ma la controparte cinese dice il contrario.

 

via della seta luigi di maio

A Bruxelles, nel frattempo, la situazione sta cambiando velocemente anche solo dal punto di vista del linguaggio. L’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri, Federica Mogherini, ha incontrato l’altro ieri il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, e nonostante entrambi abbiano parlato di una “competizione inevitabile” tra Cina ed Europa, in realtà è la prima volta che si parla così insistentemente di una “cooperazione strategica”, e parecchie novità potrebbero esserci da qui ad aprile, quando si terrà il prossimo Eu-China Summit.

 

Il viaggio europeo del presidente Xi Jinping – che sarà in Italia, ma anche nel principato di Monaco e in Francia – va letto dunque anche in questo senso: è la diga che crolla, e la possibilità anche per altri paesi dell’Unione di avvicinarsi sempre di più a Pechino, con le conseguenze geopolitiche del caso.

 

VIA FERROVIARIA DELLA SETA

La politica dell’America First, che ha messo sullo stesso livello i rapporti di Washington con Bruxelles e Pechino, sicuramente ha accelerato l’apertura a est non solo dei singoli paesi, ma anche dell’intera Europa.

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?