mattarella

VOCI DAL COLLE: CONTE ADDIO! - COME DAGOANTICIPATO, MATTARELLA RAGIONA SU UN GOVERNO DI UNITÀ NAZIONALE TEMENDO LA CRISI ECONOMICA CHE SI ANNUNCIA PER L'AUTUNNO, E CHE RISCHIA DI PRODURRE EFFETTI DEVASTANTI - “SI IMMAGINA QUALCOSA DI POLITICAMENTE PIÙ COESO IN UNA MAGGIORANZA IN GRADO DI RISOLLEVARE IL PAESE. QUALORA QUESTO PROCESSO DOVESSE COMPLETARSI, E MOLTI SEGNALI SONO EVIDENTI, IL PRESIDENTE NON PUÒ CHE…”

Marco Conti per “il Messaggero”

berlusconi Mattarella gentiloni

 

Si trattiene il respiro anche al Quirinale dove si osserva l'avvio della Fase2 con speranza mista alla preoccupazione che una possibile ripresa dei contagi possa frenare la voglia di ripartire. Dopo i numerosi inviti a rispettare le regole, Sergio Mattarella ha condiviso - dopo quasi due mesi di chiusure e restrizioni - l'ansia di ricominciare del Paese nel messaggio diffuso il primo maggio in occasione della Festa dei lavoratori.

 

Nella disputa tutta interna alla maggioranza tra i cauti (Franceschini, Speranza) e i più ottimisti (Patuanelli e Renzi), Mattarella ha evitato di schierarsi, anche se non ha esitato ad invitare tutti coloro che da ieri sono tornati alle proprie occupazioni a difendere i risultati raggiunti perchè «non vanno resi vani i sacrifici fatti».

 

IL TESSUTO

sergio mattarella da solo all'altare della patria meme 1

Le immagini del primo giorno provenienti dalle città, propongono una ripartenza tutto sommato ordinata che mette in secondo piano anche le polemiche tra governo e amministrazioni locali. I richiami alla responsabilità sembrano funzionare e la gradualità delle misure sta permettendo di controllare il riavvio.

 

Ma più si allenta la preoccupazione per il virus e più sale in Mattarella quella per la tenuta del nostro tessuto sociale ed economico. Il nostro sistema produttivo ha bisogno di sostegni e di misure adeguate da parte del governo. Alcune sono state già varate, altre sono in via di definizione, ma ciò che il presidente della Repubblica si attende è un salto nei comportamenti delle forze sociali e dei ceti produttivi. Una sorta di discontinuità con il passato che faccia della tante volte evocata ripartenza, una partenza verso il nuovo.

lagarde draghi mattarella

 

Dopo due mesi di fermo sarebbe infatti assurdo pensare di rimettersi in moto considerando la pausa-Covid una sorta di fermo immagine dopo la quale il film riprende a scorrere come prima. La preoccupazione di Mattarella per la tenuta sociale ed economica del Paese si intreccia con la necessità di pensare a forme nuove di sviluppo. «La battuta d'arresto che abbiamo subìto - si legge nel messaggio del 1 Maggio - spinge ad accelerare la strada verso un cambiamento che sappia valorizzare e non subire fenomeni come la globalizzazione e la digitalizzazione dell'economia, con scelte lungimiranti».

mattarella

 

L'economia del dopo-Covid deve quindi saper cogliere per Mattarella le opportunità che sempre si aprono in momenti di crisi. Quanto l'attuale maggioranza saprà cogliere la nuova stagione resta la principale incognita. Anche l'opposizione sembra muoversi sugli schemi di sempre mentre il mondo è cambiato.

 

L'invito alla coesione nazionale, rinnovato più volte dal Capo dello Stato, viene ancora visto dai principali protagonisti della stagione pre-Covid con preoccupazione. Il premier Conte e l'ex ministro Salvini ricorrono a reciproche accuse nei momenti di maggiore difficoltà. Ma tra le incognite della Fase2 c'è anche un altro tipo di contagio: quello tra esponenti di forze politiche molto meno lontani di quanto lo specchio deformante del maggioritario abbia fatto sinora credere.

 

Mattarella Salvini

E' per questo che è difficile che si possa escludere la composizione di nuove maggioranze nell'attuale Parlamento. Prima del Covid le energie spese della forze politiche, e anche dal Quirinale nel dare al Paese in questa legislatura non uno ma due governi, sembravano esaurite. La crisi economica che si annuncia per l'autunno, e che rischia di produrre effetti devastati soprattutto nelle zone più colpite dal Covid (Lombardia e Veneto), potrebbe però spingere al colpo di coda e trasformare la spinta alla coesione nazionale in qualcosa di politicamente più coeso e in una maggioranza in grado di far propria non solo la preoccupazione di Mattarella, ma anche la richiesta di una strategia di sviluppo innovativa in grado di risollevare il Paese. Qualora questo processo dovesse completarsi, e molti segnali sono evidenti, il Presidente non può che prenderne atto e le elezioni anticipate - minaccia quanto mai vuota in questa legislatura - svanirebbero.

sergio mattarella giuseppe conte 9

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…