luigi di maio luca zaia

ZAIA SFIDA DI MAIO: ''IL GOVERNO PUÒ REVOCARE LE CONCESSIONI. LO FACCIA INVECE DI PARLARE''. E GIGGINO CONTINUA A FARE IL BULLO: ''ANDIAMO AVANTI CON LA RISOLUZIONE DELLA CONCESSIONE AD AUTOSTRADE''. MA LA SOCIETÀ È PRONTA A FARE UNA CAUSA DA DECINE DI MILIARDI…

 

1. AUSTOSTRADE: ZAIA,GOVERNO PUÒ REVOCARE CONCESSIONI,LO FACCIA

 (ANSA) - "E' prerogativa del Governo togliere le concessioni". Lo sottolinea il presidente del Veneto, Luca Zaia, in relazione all'ipotesi di una revoca delle concessione autostradali avanzata da alcuni esponenti del M5s. "Di Maio ne dice tante, a volte anche di sbagliate - aggiunge Zaia -. Sappiamo che se il Governo decide di togliere la concessione ai Benetton, a società Autostrade o a qualche altro concessionario - precisa - lo può fare applicando il contratto che ha in mano. Poi, può anche decidere di pagare tutte le penali e togliersi dai piedi ogni forma di concessione privata".

ZAIA E DI MAIO

 

"Da qui a dichiarare e poi non fare - osserva Zaia -, ne passa molto. Se fossi in Di Maio sarei passato alla fase operativa, ma non a quella delle dichiarazioni che vanno a deprimere un titolo in borsa, deprimono le attività, mettono in ansia i lavoratori visto e considerato che dietro ai Benetton ci sono migliaia di lavoratori e c'è parte dell'economia italiana". "Si dimostri allora che si vuol fare - precisa - se è questo il problema. Io non faccio l'avvocato difensore dei Benetton e la Lega non è il partito dei Benetton che non hanno perso occasione negli anni ad attaccarci su quanto facevamo. Non ultimo sull'autonomia. Di Maio, come il solito legge il Bignami".

 

2. AUTOSTRADE: DI MAIO, AVANTI CON RISOLUZIONE CONCESSIONE

 (ANSA) - "È impossibile dimenticare il pianto di dolore dei familiari delle 43 persone che persero la vita in quel 14 agosto di un anno fa. Una tragedia annunciata. La relazione dei tecnici del Mit è stata chiara e noi non restiamo in silenzio. Vi do la mia parola: la tragedia del Ponte Morandi non resterà impunita. Ci sono tutti i presupposti per la risoluzione unitalerale della convenzione". Lo scrive in un post su Fb il vicepremier Luigi Di Maio. "Il Partito dei Benetton non ci fa paura. Noi andiamo avanti per difendere gli interessi dei cittadini", sottolinea.

 

 

3. AUTOSTRADE NEL GOVERNO È SCONTRO SULLA REVOCA

Umberto Mancini per “il Messaggero

 

di maio e toninelli davanti all air force renzi

La guerra dei 5Stelle contro Atlantia non si arresta. Così come il bracco di ferro tra Di Maio e Salvini sulla revoca della concessione. Il primo vuole stracciarla subito, per punire i Benetton per il crollo del ponte, il secondo aspetta invece le carte prima di decidere e non vuole farsi trascinare in un battaglia che non sente propria. Tant'è che di fronte ai reiterati affondi dell'alleato pentastellato ha risposto polemicamente in consiglio dei ministri: «Mi attacca su Autostrade - ha tuonato il Capitano - e poi non viene alla riunione, basta».

 

Non è però certo una novità che da settimane il Movimento punzecchi la Lega senza soste, accusandola di voler difendere il gruppo privato, di restare in silenzio, di evitare l'affondo. «Su Autostrade e Benetton - ha ribattuto ieri il leghista - chi ha sbagliato deve pagare, ma non devono andarci di mezzo migliaia di lavoratori o di piccoli risparmiatori italiani che non hanno colpe. Come per Ilva e Alitalia, non devono essere i lavoratori a pagare per errori di altri». Anche Di Maio ha precisato che la sua assenza al cdm era nota da tempo.

 

LE NORME

danilo toninelli palestrato.

All'indomani del parere del Mit che ha indicato in Autostrade il responsabile del cedimento del Ponte, è scattata l'offensiva legale della società che contesta il punto centrale della relazione. O almeno quello che è emerso del documento di 63 pagine messo a punto dai tecnici del Mit. Nel mirino il passaggio in cui si afferma che «il crollo ha comportato la mancata restituzione di un bene affidato ad Autostrade per l'Italia, che era tenuta a restituirlo integro». E «ciò configura un grave inadempimento che consente la revoca unilaterale della concessione».

 

Per l'azienda del gruppo Benetton questo ragionamento non sta in piedi. Dalle anticipazioni - si spiega in un nota - non «sembrerebbe emergere alcun grave inadempimento agli obblighi di manutenzione ai sensi del contratto di concessione». Peraltro la «presunta violazione dell'obbligo di custodia, di cui all'art. 1177 del codice civile, costituirebbe un addebito erroneo ed inapplicabile al caso di specie, trattandosi di una infrastruttura che sarà restituita allo Stato al termine della concessione, per effetto della sua ricostruzione affidata dal Commissario per Genova ed interamente finanziata da Aspi». Sia come sia si preannuncia una battaglia legale a tutto campo.

 

E mentre il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ribadisce che la revoca della concessione per Autostrade riguarderà l'intera rete, essendo venuto meno il rapporto di fiducia tra concedente e concessionario, dalla società fanno notare di non aver ricevuto alcuna comunicazione in relazione al procedimento in corso.

 

danilo toninelli palestrato 2

Aspi contesta quindi «il metodo di diffusione alla stampa in modo pilotato e parziale di stralci di tale relazione, prima ancora che essa sia resa nota alla controparte». Secondo uno dei più autorevoli giuristi dell'Università di Genova «l'idea che il concessionario sia gravemente inadempiente per il solo fatto di non poter restituire alla fine della concessione il ponte crollato è inconsistente, in termini legali ma anche di buon senso. Il concessionario non deve restituire gli stessi identici manufatti avuti in concessione, anche perché le strutture autostradali sono soggette a continue modificazioni, aggiornamenti, miglioramenti nel tempo. Deve restituire manufatti che nella sostanza equivalgano a quelli avuti in concessione, e questo Aspi avrebbe fatto se le fosse stato consentito di ricostruire il Ponte: cosa che invece le è stata preclusa». Tra l'altro Autostrade sta pagando la ricostruzione del Ponte, che rientrerà nel perimetro della concessione.

 

Braccio di ferro anche sul nodo risarcimenti. In ballo ci sono 20-25 miliardi. I termini della convenzione prevedono, si legge nella nota di Autostrade, «nella denegata ipotesi di revoca, il pagamento di un cosiddetto indennizzo che corrisponde al giusto valore della concessione, secondo i criteri contrattualmente previsti. La sussistenza di tale obbligo di indennizzo è confermata anche dalla stessa relazione della commissione», rileva la nota del gruppo. I 5Stelle sostengono invece che «sono nulle (o comunque non applicabili al caso) alcune clausole della convenzione che prevedono risarcimenti per risoluzione anticipata».

 

I CONTENDENTI

Intanto in Borsa il titolo di Atlantia continua a soffrire: ieri nuovo calo del 3,23%. La fase di incertezza ovviamente condiziona il mercato che, tra l'altro, invoca trasparenza e vorrebbe leggere nero su bianco le conclusioni della commissione del Mit per valutarle nella loro interezza.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...