mike manley john elkann carlos tavares

ALLA FERRARI NON STANNO CON LE MANLEY IN MANO - AL POSTO DI LOUIS CAMILLERI, AL TIMONE DEL CAVALLINO JOHN ELKANN POTREBBE “PROMUOVERE” L’AD DI FCA MICHAEL MANLEY – UNA MOSSA QUASI OBBLIGATA CON TAVARES DESTINATO ALLA GUIDA DI STELLANTIS, UN COLOSSO DA 9 MILIONI DI VEICOLI L’ANNO (DI CUI ELKANN SARÀ PRESIDENTE) CHE NASCERÀ DALLA FUSIONE FRA "FCA" E "PSA" – LA CAVALCATA IN BORSA DELLA FERRARI

manley elkann

Giorgio Ursicino per ilmessaggero.it

 

Potrebbe essere Michael Manley il successore di Louis Camilleri al timone del Cavallino, il brand automobilistico più affascinante del pianeta. È sempre un evento, anche mediatico, quando cambia il condottiero. Da quando l’ingegner Ferrari passò lo scettro agli Agnelli, fino al burrascoso cambio di testimone fra Luca di Montezemolo e Sergio Marchionne nell’autunno 2014.

 

Questa volta non ci sono parole infuocate, perlomeno non da parte del presidente John Elkann, che ha riconosciuto a Camilleri stima e riconoscenza smisurata. Il cambio è però traumatico, ad «effetto immediato per motivi personali», che lascia momentaneamente Maranello senza amministratore delegato: il nipote dell’Avvocato, in un momento coinvolgente come questo, avrebbe fatto volentieri a meno di altre deleghe che gli sono piovute addosso con l’interim.

CARLOS TAVARES E MIKE MANLEY ANNUNCIANO LA FUSIONE TRA PSA E FCA

 

Un fulmine a ciel sereno su un’azienda senza alcun problema apparente, che nelle ultime settimane ha visto il titolo in costante crescita fino a toccare 180 euro per un valore di quasi 35 miliardi. Una fortuna. Il 20% in più rispetto all’inizio dell’anno, ben oltre il 50% dal periodo del lockdown. E adesso questa uscita improvvisa. Il punto è che in ballo non c’è un volante qualsiasi, la Ferrari è la Ferrari e mai come ora viene considerata un’eccellenza globale. Una riunione del cda già prevista per la prossima settimana potrebbe ufficializzare il nome del successore che il board sta già vagliando. L’impressione netta, però, è che una decisione del genere spetti a John Elkann in persona, presidente di tutte le realtà più importanti controllate dalla famiglia, nonché rappresentante di spicco dell’azionista.

mike manley

 

Una scelta che il manager-imprenditore avrebbe già fatto e che potrebbe aver turbato l’idillio nella precedente coppia al comando sfociando nelle dimissioni in tronco. Qui si apre il nuovo scenario. Ferrari è la società a maggior capitalizzazione fra quelle controllate da Exor. Forse la più importante. Sicuramente la più ambita. E fra qualche settimana gli orizzonti del gruppo Exor cambieranno radicalmente. La holding diventerà il primo azionista di Stellantis, un colosso da 9 milioni di veicoli l’anno (di cui Elkann sarà presidente) che nascerà dalla fusione fra Fca e Psa la cui guida operativa è stata affidata, già dagli accordi preliminari, a Carlos Tavares, l’attuale ceo dei francesi.

 

mike manley john elkann

Di una newco di cui si conosce ormai il nome, il logo, i top manager e i componenti del board, nulla è ancora trapelato sul futuro ruolo del ceo della parte italo-americana. Cosa farà Manley nel nuovo scenario? Il fidato Mike ha detto che resterà nell’azienda che «sente sua». Ma mica facile tornare ad essere uno del gruppo dopo aver ricoperto il ruolo di capo assoluto, ottenuto eccellenti risultati ed aver preso la redini della società all’improvvisa morte di Marchionne senza farla sbandare. In questi due anni e mezzo Manley ha fatto un lavoro ottimo, gestito l’operatività quotidiana supportando Elkann nella ricerca del partner e nelle trattative di fusione.

 

mike manley john elkann

Tutte cose che il presidente sa benissimo e che potrebbe concretizzare in una “promozione” evitando il downgrading. E poi, per quanto Tavares sia bravo, è sicuramente un leader che lascia poco spazio ai collaboratori. Manley alla Ferrari potrebbe essere la mossa giusta. Per il manager e per l’azienda. Ha una decina di anni meno di Camilleri, ha lavorato sempre nell’auto, guidato una multinazionale e dimostrato di avere anche l’istinto del capobranco. Ferrari attualmente vale più o meno come Stellantis (la somma di Fca più Psa) e Manley sarebbe il ceo, mica un manager qualsiasi.

CARLOS TAVARES EMMANUEL MACRON

 

Per Exor vorrebbe dire affidare il suo bene più prezioso al manager più capace. Due piccioni con una fava, la quadratura del cerchio. Tutti gli altri nomi che circolano per sedersi sulla poltrona che fu di Camilleri non hanno lo spessore e la competenza paragonabile. In più, un uomo con l’energia di Manley, concentrato sull’argomento, potrebbe finalmente dare la linea per tornare a vincere in Formula 1. Ieri i mercati hanno confermato che il titolo Ferrari incassa tutto, anche le dimissioni del ceo: l’azione, dopo aver ripiegato, ha chiuso in attivo.

mike manley a ginevramike manley mike manley john elkann 1

leclerc camilleri

 

mike manley john elkannMIKE MANLEY JOHN ELKANNMIKE MANLEY

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann mirja cartia dasiero theodore kyriakou

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”