hamilton gp monza

FERRARI ROSSE DI VERGOGNA – TERRUZZI: "È STATO IL 'CAVALLINO' A PERDERE, È STATO VETTEL A COMMETTERE UN ENNESIMO ERRORE DA FOGA. LE RESPONSABILITA’ DEL TEDESCO COMINCIANO A FARSI CONSISTENTI – I FISCHI A HAMILTON? COMPRENSIBILI MA ANTIPATICI AL PARI DELLA TATTICA MERCEDES" – ARRIVABENE: "ABBIAMO PILOTI NON MAGGIORDOMI" (MA CON UN MAGGIORDOMO AL POSTO DI RAIKKONEN SAREBBE STATA DOPPIETTA FERRARI) – PARATA DI VIP A MONZA – FOTO+VIDEO

 

 

hamilton vettel

Giorgio Terruzzi per il Corriere della Sera

I giochi di squadra sono sgradevoli ma bisogna saperli fare, soprattutto se disponi di una macchina inferiore e di un pilota superiore. In ogni caso, nel trionfo di Hamilton, favorito dalla condotta dello scudiero Bottas, il tema appartiene al capitolo «conseguenze». Perché è stata la Ferrari a perdere, è stato Vettel a commettere un ennesimo errore da foga, da scarsa consapevolezza della propria forza. Forse i due piloti in rosso non si sono parlati a sufficienza prima del via, definendo una serie minima di scenari possibili alla curva due.

 

Forse - cosa probabile - Raikkonen ha ormai chiaro che non sarà riconfermato. Il che, se fosse vero, era una informazione a disposizione anche di Seb.

 

hamilton

Abbastanza per ipotizzare una sorta di indipendenza da ogni gerarchia da parte di Kimi e quindi indurre al ragionamento almeno per i primi chilometri. Il fatto è che Hamilton conosce il suo avversario ormai alla perfezione, ha focalizzato i punti deboli, molto esposti quest' anno, e dispone di classe sufficiente per indurlo all' errore. L' ha fatto in qualifica, con una Mercedes in netto affanno rispetto alla Ferrari; l' ha fatto in avvio di gara, quando le distanze sono ai minimi termini. Aiutato dalla squadra, più avanti, certo. Ma a quel punto, con Vettel obbligato a un recupero perdente, ogni tifoso Ferrari aveva compreso di trovarsi di fronte a un' occasione sfumata. I fischi sotto il podio contenevano delusione e frustrazione, non certo buona memoria, basti pensare alla carriera da ferrarista di Barrichello in epoca Schumacher.

 

vettel stewart

Fischi comprensibili ma antipatici al pari della tattica Mercedes. Diretti verso Hamilton, in assenza di Vettel. Le cui responsabilità cominciano a farsi consistenti, valutando la stoffa della sua Ferrari. Nervoso in prova, battuto da Raikkonen in qualifica, scuro in volto sabato sera. Al punto da far presagire un' altra domenica più nera che rossa. Serviva una smentita a un presentimento da sfiducia. È arrivata la peggior conferma da un campione che non trova vie di mezzo. Fortissimo oppure fragilissimo in una alternanza preoccupante.

 

SEB PASTICCIONE MA LA SCUDERIA È ANCHE PEGGIO

Daniele Dell’Orco per Libero Quotidiano

 

gpmonza2018 al bano

A forza di lottare per colmare il gap tecnico con la Mercedes, in Ferrari non si sono resi conto di avere un problema parecchio serio in casa: il clima.

Quello stesso clima che ha portato Vettel ad avere troppi passaggi a vuoto (il tamponamento su Bottas in Francia, l' errore in Germania, gli 0 punti di Baku).

 

A Monza, la storia si ripete: il tedesco si fa sfuggire la pole, si fa infilare da Hamilton dopo poche curve e non fa nulla per evitare il contatto con Lewis che di fatto danneggia solo lui.

 

tronchetti rizzoli

Non è una chiusura disperata come quella di Schumacher su Villeneuve a Jerez nel '97, ma la ricorda molto. Il problema è che non c' è motivo.

 

La Ferrari ad oggi è la vettura da battere, lasciar strada a un Hamilton già padrone della posizione per poi restituire l' attacco poco dopo sarebbe stato saggio. Il vero patatrac, comunque, nasce prima. Forse già dai box. Perché ammettere, come fa Bottas, di aver corso per rallentare un altro pilota pur di aiutare il compagno di scuderia è contrario alle leggi della pista (e lo sottolineano i fischi dell' inferno rosso di Monza dopo l' arrivo in formazione delle Mercedes), ma i giochi di squadra fanno parte delle corse. E la Ferrari, con due piloti in prima fila che di fatto si ostacolano in partenza, prima o poi dovrà prenderne atto.

 

A Stoccarda, viceversa, già da qualche settimana hanno deciso di coprire d' oro Bottas pur di assicurarsi un pilota pronto a sacrificare tutto per rispettare alla lettera l' ordine di scuderia. In Ferrari, invece, Raikkonen non sa ancora se guiderà una Rossa il prossimo anno.

 

«Noi assumiamo piloti, non maggiordomi», dice Maurizio Arrivabene. A Monza, però, con un maggiordomo al posto di Raikkonen, sarebbe stata doppietta.

 

 

FERRARI ROSSE DI VERGOGNA

todt gelmini

Daniele Dell'Orco per Libero Quotidiano

 

Quando il re delle grandi firme Lawrence Stroll ha staccato l' assegno per comprare la Force India e piazzare il figlio Lance al posto di Esteban Ocon, in casa Mercedes non l' hanno presa bene.

 

Lewis Hamilton ha parlato di «sistema che non funziona», se un ottimo pilota arriva ad essere appiedato dal figlio del boss, ma la verità è che alle Frecce d' Argento aiutava parecchio avere un pilota Mercedes parcheggiato altrove, da utilizzare all' occorrenza (come a MonteCarlo) in quei magistrali giochi di squadra con cui la casa di Stoccarda riesce sempre ad aiutare Hamilton.

 

GARA SEGNATA A Monza, come l' anno scorso, la Mercedes distrugge la Ferrari con la psicologia più che con la tecnica, proprio grazie alle strategie, agli ordini di scuderia, al dispiegamento attento e puntuale dei pretoriani di Lewis. Che, si badi bene, è uno dei piloti più forti di sempre e lo dimostra confezionando un sorpasso su Vettel alla Roggia degno di un iniziato di questo sport.

 

malago' elkann

I sogni di gloria del tedesco si spengono di fatto già lì: va a contatto con Lewis, va in testacoda, danneggia l' auto ed è costretto al pit stop. Poi, con Vettel fuori gioco costretto a rimontare dalla penultima posizione, gli ingegneri Mercedes prendono in mano la calcolatrice, tengono Bottas dietro a Verstappen in quarta posizione nonostante una macchina nettamente più veloce, e aspettano sagaci che Raikkonen, in testa alla gara, rientri dal suo pit stop appena pochi secondi alle spalle del connazionale. L' ordine dai box per Bottas a quel punto diventa perentorio: «Rallenta Kimi».

 

Ma non tanto e non solo per permettere ad Hamilton di rientrare in scia, bensì per togliere aria alle gomme del ferrarista, completamente distrutte dopo pochi giri.

 

kaka biglia

Raikkonen a quel punto fa ciò che può, ma deve soccombere ad 8 giri dal traguardo a beneficio di un Hamilton di nuovo sensazionale. Il finale si trasforma in una vera e propria cavalcata per il britannico che gestisce la sua W09 e allunga inesorabilmente su un Raikkonen con le gomme quasi alla tela. Il perfetto scudiero Bottas, da par suo, riesce persino a salire sul podio, complice il solito gesto folle di Verstappen che gli chiude la porta in faccia alla prima variante e provoca un contatto che gli costa 5" di penalità.

 

jaki elkann

«Voglio riconoscere i meriti alla Ferrari che ha fatto un lavoro fantastico e che ci ha dato del filo da torcere - dice Lewis al traguardo -. Oggi devo anche ringraziare Bottas perché ha fatto un lavoro meraviglioso. Qui il pubblico è sempre magnifico. Io accetto la sfida che i tifosi della Ferrari mi lanciano, vincere qui per me è un grande onore»....

 

laxaltliam cunninghamgullit bigliaesposito d amoreesposito d amore 2aguero ricciardo verstappende vrij politano padellidani alvesdani alves 2aguerogiorgetti gelmini

hamiltonmonza incidente vettel hamilton 3raikkonen hamilton

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…