IANNONE, CI VEDIAMO DOPING – IL PILOTA ALL’UDIENZA DELLA FEDERAZIONE MOTOCICLISTICA: SI GIOCA IL FUTURO DA PILOTA DAVANTI AI 3 MEMBRI DELLA COMMISSIONE DISCIPLINARE - LE STRATEGIE PER EVITARE UN LUNGO STOP – LA FESTA AL "DOPING CLUB" IN ATTESA DELLA SENTENZA

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Marco Bonarrigo e Daniele Sparisci per corriere.it

Il suo futuro sportivo Andrea Iannone se lo gioca martedì 4 febbraio a Mies, sulle rive del lago di Ginevra. La sfida avverrà nella sede della Federazione motociclistica internazionale. Davanti ai tre membri della commissione disciplinare, il trentenne pilota abruzzese dovrà spiegare perché il 3 novembre scorso a Sepang, dopo il Gp della Malesia, nelle sue urine furono rintracciati 1,15 nanogrammi/ml di drostanolone, uno steroide anabolizzante inserito nella categoria S1 delle sostanze vietate dal codice antidoping.

 

A difendere Iannone saranno l’avvocato Antonio De Rensis (ex legale di Antonio Conte e della famiglia Pantani) e il tossicologo forense Alberto Salomone. Considerato che anche le controanalisi sono risultate positive, l’obbiettivo sarà dimostrare che l’assunzione è stata involontaria per evitare i quattro anni di squalifica previsti dal Codice. L’impresa non è facile.

 

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I 26 casi di positività alla stessa sostanza finora passati in giudicato (16 solo nell’atletica leggera) si sono tutti conclusi con il riconoscimento della volontarietà dell’assunzione e una sanzione piena. Il drostanolone, presente nei farmaci di vecchia generazione per la cura dei tumori del seno, è un prodotto costoso, commercializzato sul mercato nero frequentato dai body builder.

 

L’ipotesi, avanzata dall’atleta e dal suo collegio difensivo, dell’assunzione di carne contaminata durante il lungo soggiorno autunnale in Asia non avrebbe al momento riscontro nei database veterinari, del drostanolone non sarebbero mai state trovate tracce nei controlli zootecnici e il prodotto, stando agli esperti, sarebbe del tutto antieconomico nell’allevamento.

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L’assenza di precedenti non spaventa la difesa. L’obbiettivo è quello di far vacillare l’accusa di dolo, puntando sul curriculum immacolato dell’atleta, su analisi tossicologiche a posteriori e sulla ridotta quantità della sostanza trovata nelle urine. La Federazione motociclistica ha intanto reso noto l’elenco nominativo degli esami sugli atleti di livello internazionale effettuati nelle ultime due stagioni. Nel 2019 quella di Iannone (controllato una sola volta) è l’unica positività su 250 test in gara, nel 2018 i positivi furono quattro ma tutti a sostanze «minori» e in categorie meno importanti: quello del numero 29 è il primo caso nella MotoGp.

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Lontano dalle piste, l’ex rider di Ducati e Suzuki ha trovato il sostegno della fidanzata influencer Giulia De Lellis, alla quale per i suoi 24 anni — come rivela Oggi— ha organizzato una grandiosa festa a sorpresa in un lussuoso hotel milanese dove all’interno c’è un bar chiamato «Doping Club». Serve raffinati cocktail e non farmaci vietati, ma in un momento del genere non è parsa la scelta più lucida.

 

IANNONE IANNONE

L’Aprilia è rimasta al fianco del ragazzo, la sentenza (appellabile al Tas di Losanna) è attesa in tempi rapidi perché la nuova stagione è alle porte. La linea di Noale è chiara: in caso di lungo stop il rapporto cesserebbe (il contratto scade a fine stagione), mentre se la sanzione dovesse essere morbida lo aspetterebbero. Perché sotto la sua guida è stata sviluppata la Rs-Gp 2020, la nuova moto con la quale il collaudatore Bradley Smith sta girando in questi giorni a Sepang nello «shake down» che precede i test dei titolari (7-9 febbraio). Smith è rimasto colpito dai progressi tecnici, potrebbe toccare a lui portarla nel primo Gp inaugurale in Qatar, l’8 marzo. Al posto di Iannone.

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