de laurentiis

“NAPOLI-VERONA CHE E’ COSTATA IL POSTO IN CHAMPIONS? PROVERÒ AD AVERE RISPOSTE CHE NON ARRIVERANNO MAI” - DE LAURENTIIS IMBRACCIA IL BAZOOKA: "LA SUPERLEGA? È UNA SCIOCCHEZZA. I MONDIALI IN QATAR. ALTRA SUPER CAZZATA DEL SECOLO – IL RINNOVO DI INSIGNE? SARÀ QUEL CHE SARÀ" - IL CONTROCANTO DEL "NAPOLISTA": "E’ MANCATA L’ANALISI DELLA SCONFITTA. NEGLI ULTIMI 2 ANNI NEL NAPOLI SONO STATI COMMESSI ERRORI DI STRATEGIA E DI GESTIONE"

1 - DE LAURENTIIS: CON SPALLETTI IN CHAMPIONS 

Antonio Giordano per il "Corriere dello Sport"

 

de laurentiis 9

C’è mancato solo Biden, poi sono stati praticamente tutti idealmente convocati: da Draghi in giù - noblesse oblige - Aurelio De Laurentiis ha lasciato che dentro quei centoventi minuti, dunque supplementari compresi, ognuno avesse un ruolo, una parte, una funzione. E come se a bordo campo fosse stato pure sistemato un confessionale, Adl ha provveduto a dispensare le sue verità, che tra virtuosismi dialettici, tackle anche rovinosi e teorie personali, sono servite per colmare quel vuoto mediatico enorme, gigantesco, quattro mesi, 129 giorni, travolti da un’onda anomala che qualche detrito, chiaramente, l’ha lasciato sul bagnasciuga.

 

Ci sono tanti De Laurentiis, chiaramente, in questa «edizione straordinaria» che il 30 giugno chiude un anno e ne apre un altro e in questa personalità che si scompone, c’è una cucchiaiata di miele per Gattuso («non ho mai voluto esonerarlo») e poi un pizzico di fiele, che certo non poteva avere destinatario diverso («finalmente otteniamo cinque cambi a gara e li sfruttiamo gli ultimi 10 minuti? Ma stiamo scherzando? Solo perché non li sai gestire?»). ma c’è Spalletti, c’è Insigne, c’è Fabian Ruiz, gli Europei, l’Olimpiade, Florentino Perez, la Superlega, la crisi da affrontare, le strategie, la glassa che cola ma pure un retrogusto amaro che s’avverte: è finita la cuccagna. «Spendiamo più di quanto fatturiamo. Nessuno è incedibile ma noi vogliamo far quadrare i conti e tornare in Champions League». 

de laurentiis 2

 

  Inizia la nuova stagione, De Laurentiis. 

«E io vorrei fare una domanda a Draghi: ci sono 30 milioni di persone che seguono il calcio, l’80% sono uomini che lavorano per il Paese, perché allora ti disinteressi completamente del nostro mondo? Perché non viene posticipate la partenza del campionato? Perché non stabilire che gli stadi, invece che aprirli al 25% - come detto da qualcuno - non siano fruibili da chi si è sottoposto ad entrambi le dosi di vaccino?». 

 

Il Covid vi ha piegato in due. 

«Il sistema è sotto di un miliardo e mezzo. E a me non sembra che il governo italiano si sia messo una mano sulla coscienza». 

 

de laurentiis

Intanto, anche voi avete sforato... 

«Sono passato dai 32 milioni di stipendi dell’ultimo anno di Mazzarri ai 156 attuali: quindi, c’è qualcosa che non quadra. Adesso dovrà prevalere il buon senso». 

 

Rimpianti ce ne sono. 

«Alcuni acquisti non avrei dovuto farli con il Covid. Avrei dovuto congelare tutto per sopravvivere. Invece da ultra ottimista quale sono, ho investito troppi soldi». 

 

L’ultima vostra partita, Napoli-Verona, è un tormento per la gente. E qualcuno ci ha messo dentro anche idee complottistiche. 

«È stata una grande delusione. Nell’intervallo sono andato negli spogliatoi per sostenere la squadra e al gol di Rrahmani mi sono quasi rilassato. Ma poi.... Non ho recriminazioni, né faccio dietrologia. E comunque, in una cena gaudente tra Dimaro e Castel di Sangro proverò ad avere, guardandoli negli occhi, risposte che non arriveranno mai». 

 

Sulla Superlega non ha ancora assunto posizioni: ma Florentino Perez la contattò? 

«Con lui ho fatto colazione, anche in compagnia di Maradona, a Madrid, ma di Superlega non abbiamo parlato. La Superlega è una sciocchezza. Semmai, come dico da anni, andrebbe creato un campionato europeo più equilibrato, a cui accedano soprattutto in cinque Paesi principali. Perché se l’Udinese o la Fiorentina arrivano tra i primi 6 hanno il diritto di giocarsela con le grandi». 

lotito de laurentiis

 

Tra un anno e mezzo Mondiali in Qatar. 

«Altra super cazzata del secolo. Infantino è una bravissima persona, molto intelligente e preparato. Lì ci sono interessi nati nel tempo. Ma ciò che era valido prima del Covid, non è più valido nel post-Covid». 

 

Ha detto no ad alcuni calciatori per le Olimpiadi. 

«Ecco: poi si dice che De Laurentiis ha negato a Fabian Ruiz di andare a Tokyo. Ma se si riducessero le partite, con un campionato a 16 squadre, il discorso cambierebbe». 

 

Ha scelto Spalletti per ripartire. 

«Veramente, l’avevo già cercato anni fa, prima di andare su Sarri, ma lui aveva un contratto con i russi. Trovo sia l’uomo giusto per il Napoli, fa giocare bene e quando lo abbiamo affrontato non è mai stato semplice per noi». 

 

Dovrà risolvere alcuni casi: per esempio, Insigne. 

«Non ci siamo incontrati, lo faremo quando sarà finito l’Europeo e a quel punto sarà quel che sarà». 

aurelio de laurentiis foto mezzelani gmt020

 

  La strategia quale sarà, adesso. 

«Spendiamo cifre che non fatturiamo. In un mercato in cui sono tutti afflitti, non è facile. Non ci sarà un ridimensionamento ma una presa di coscienza. Però il budget va rivisto, altrimenti fai fallire il Napoli. Vanno tagliate le spese eccessive». 

 

Rifarebbe tutto ciò che (non) ha fatto? Per esempio, dopo Verona-Napoli, aveva in mente la rivoluzione tecnica. 

«Non ho mai seriamente voluto esonerare Gattuso. L’ho visto spesso dolente, con gli occhiali. Gli avrei anche chiesto di fermarsi per poi farlo tornare non appena disponibile. E’ vero che chiesi la disponibilità a Spalletti e la ottenni». 

 

E parlò anche con Benitez, se è per questo. 

aurelio de laurentiis foto mezzelani gmt019

«Con Rafa mi sento spesso, è rimasta una specie di sintonia che scattò immediatamente. Perché la prima volta che io e lui parlammo di giocatori, Benitez mi fece una lista da 100 milioni. In 5 minuti mi presento’ una seconda lista, anche quella troppo cara. Poi si presentò con la terza lista che divenne quella effettiva». 

 

Non ha mai avuto la tentazione di confermare Gattuso? 

«Prima della gara con il Verona, convinto di qualificarci per la Champions, avevo preparato un saluto per lui, che ovviamente poi dovetti adattare. Ma l’idea di separarsi da Gattuso risaliva all’estate precedente: lo avevo preso per tamponare l’uscita di scena di Ancelotti, poi vincemmo la Coppa Italia e mi sembrò giusto confermarlo. C’è stato un momento in cui abbiamo parlato di rinnovo, senza però mai trovarsi in sintonia». 

 

Intanto, scelse il silenzio stampa proprio per frenarne la sua vena polemica.  

NAPOLI - IL MURALE NELLA STAZIONE MOSTRA DELLA FERROVIA CUMANA - DE LAURENTIIS

«E fu la panacea, perché c’era il rischio di rovinare ulteriormente il rapporto tra di noi. All’epoca, sentii cose inappropriate, anche da parte di ex calciatori che fanno gli opinionisti. Ho deciso di continuarlo, all’ultima di campionato, perché mi sembrava inelegante far massacrare Gattuso. Tutto qua. Avessimo vinto, avrebbe parlato. Io a Rino non ho nulla da rimproverare, alto senso di professionalità, entrava a Castel Volturno al mattino e ne usciva la sera. È andata così». 

 

Con Spalletti quando comincerete a discutere di futuro tecnico? 

«Sarà l’allenatore a decidere cosa fare, chi sostituire e chi no. Luciano sarà domani a Castel Volturno, sarà il primo approfondimento, il mercato effettivo comincia da luglio. I nostri obiettivi per la prossima stagione saranno: far quadrare i conti e tornare in Champions League». 

 

E se arrivano proposte indecenti? 

de laurentiis

«Magari ce ne fossero. Nel Napoli nessuno è incedibile dinnanzi a offerte appropriate». 

 

Basterà cedere un calciatore? 

«Forse no». 

 

Il caso Salernitana è argomento che può interessarla perché un giorno, e lei ovviamente se lo augura, una vicenda simile potrebbe riguardare anche la sua famiglia. 

«È difficile dare un giudizio. Ci sono interpretazioni sul piano sportivo e giuridico che non sono tutte da una parte o dall’altra. Se so che in A non posso avere una seconda squadra devo avere già le carte in ordine per un’eventuale cessione. Per il quieto vivere del calcio, anziché accendere gli animi, bisognava sedersi a un tavolo e trovare una soluzione non all’ultimo momento. 

 

È l’anno dei cambiamenti anche sul fronte stilistico: le maglie le ha disegnate Armani e la sta producendo Onis. 

«Siamo lo sponsor tecnico di noi stessi. Molti mi hanno dato del pazzo. Adidas, Puma, Nike ci mettono 18 mesi per la produzione, ed io ho detto “vaffa” mi ci metto a lavorare. Faremo una conferenza stampa con EA7, Emporio Armani, nel momento in cui avrò degli esempi dei materiali». 

 

Il Var sta diventando sempre più decisivo e centrale 

de laurentiis agnelli

«Ma io sono due anni che invoco la possibilità di concedere a ogni allenatore due chiamate durante i 90’. Ma l’Italia è il paese dei poteri forti e anche gli arbitri sono dei centri di potere, che esistono perché si eserciti per favorire gli amici e sfavorire i nemici».

 

2 - QUEL CHE DE LAURENTIIS NON HA SPIEGATO

Massimiliano Gallo per www.ilnapolist.it

 

È arduo definire non esaustiva una conferenza come quella di Aurelio De Laurentiis. Circa due ore in cui il presidente del Napoli ha parlato di Draghi, Superlega, pandemia, poteri forti, massoneria, dietrologia. E tanto altro ancora. Due ore in cui De Laurentiis ha detto chiaro e tondo che il Napoli dovrà stringere la cinghia. Ha aggiunto anche “perché altrimenti fallisce”. Ha ricordato che il tetto ingaggi ha toccato i 156 milioni mentre quando era di 30 andava in Champions.

 

AURELIO DE LAURENTIIS E LA MOGLIE LASCIANO CAPRI 1

E il punto è proprio questo. È mancata una spiegazione del percorso a ritroso del Napoli. Del perché il Napoli in due stagioni è passato dall’essere unanimemente considerato l’anti-Juve all’essere un club finito due stagioni consecutive fuori dalla Champions. De Laurentiis ha fornito la spiegazione del Covid, ha definito anomale (o un termine simile) le stagioni contrassegnate dalla pandemia. Il Covid, ovviamente, è esistito anche per le altre squadre. Anche, ad esempio, per l’Atalanta che in queste due stagioni ha definitivamente superato il Napoli nella gerarchia del calcio italiano. Pure le allusioni su Napoli-Verona non contribuiscono a fare chiarezza. Tantomeno le parole sugli arbitri centro di potere.

 

Nel Napoli sono stati commessi errori di strategia e di gestione. Lo pensiamo noi e soprattutto lo dicono i risultati. Come abbiamo già scritto, la speranza è che De Laurentiis li abbia individuati. Ai giornalisti si può dire tutto, non c’è alcun tipo di problema.

de laurentiis esce dall'assemblea di lega

 

Per dirla in politichese vintage, non abbiamo ascoltato l’analisi della sconfitta all’indomani delle elezioni. Il Napoli di elezioni ne ha perse due di seguito. È mancata la celebre autocritica. Non conosciamo i motivi che hanno portato a questo arretramento. Non possono certo essere individuati nei tanti soldi investiti. Anche l’Inter oggi è in crisi, proprio perché ha investito tanto. Ma l’Inter ha vinto.

 

Come mai l’Atalanta è avanzata e oggi agli Europei i suoi giocatori sono protagonisti e il Napoli no? Il modello gestionale da grande squadra non ha funzionato. La ricetta è chiara, è fin troppo semplice. Bisogna tagliare. È quel che propone qualsiasi amministratore delegato quando vede i conti in rosso di una società.

 

de laurentiis dal pino foto mezzelani gmt 2

Ci sarebbe piaciuto ascoltare una disamina che partisse dall’ammutinamento, che desse una versione degli ultimi due anni. E magari anche tre. Quando il Napoli ha provato a ragionare da grande squadra e si è ritrovato perdente e appesantito. Non è andata così. La speranza, allora, è che ci accorgeremo cammin facendo dei cambiamenti che sono stati studiati ed elaborati per invertire la direzione di marcia.

 

DE LAURENTIISsarri de laurentiis agnelliDE LAURENTIISde laurentiis dal pino foto mezzelani gmtinsignede laurentiis spallettiLUCIANO SPALLETTIinfantinoinfantinoDE LAURENTIIS 1

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…