STANNO PROVANDO A FARE LE SCARPE A MARCELL - ORA JACOBS È ACCUSATO PURE DI "DOPING TECNOLOGICO", CIOÈ DI AVERE AI PIEDI DELLE "NIKE MAXFLY" CHE POTREBBERO AVERLO AVVANTAGGIATO FACENDOGLI GUADAGNARE QUALCHE CENTESIMO DI SECONDO - PECCATO CHE QUESTE CALZATURE SIANO STATE APPROVATE DALLA FEDERAZIONE INTERNAZIONALE IL 7 MAGGIO E CHE IN FINALE ANCHE L’AMERICANO KERLEY (ARRIVATO SECONDO) E IL CINESE SU BINGTIAN LE INDOSSASSERO: I ROSICONI QUINDI COSA VOGLIONO?

-

Condividi questo articolo


1 - TOKYO 2020, MARCELL JACOBS ACCUSATO ANCHE DI "DOPING TECNOLOGICO": "ATTENZIONE ALLE SUE SCARPE", CONTINUA IL LINCIAGGIO

Da www.liberoquotidiano.it

 

LE NIKE MAXFLY LE NIKE MAXFLY

C’è chi grida al doping “convenzionale” e chi a quello “tecnologico”, segno che il trionfo di Marcell Jacobs nei 100 metri di Tokyo 2020 è stato indigesto anche per alcune nazioni avversarie, come Gran Bretagna e Stati Uniti.

 

Ormai il velocista azzurro viene passato ai raggi X sotto tutti i punti di vista: per questo non sono passate inosservate le sue “ali” ai piedi, ovvero le Nike MaxFly che sono state approvate dalla federazione internazionale lo scorso 7 maggio e che potrebbero averlo avvantaggiato facendogli guadagnare qualche centesimo di secondo.

 

LE SCARPE DI MARCELL JACOBS LE SCARPE DI MARCELL JACOBS

Premettendo che, scarpe o meno, il successo di Jacobs è innanzitutto farina del suo sacco, è curioso però capire come funzionano queste “ali” che nei 100 metri sembrano offrire un vantaggio piccolo ma importante.

 

NIKE MAXFLY NIKE MAXFLY

“Marcell trova le sue chiodate molto comode - ha spiegato il suo allenatore, l’ex triplista Paolo Camossi, al Corriere della Sera - sono leggermente penalizzanti nel primo tratto e vantaggiose nel finale”.

 

Tutto sembra tornare, dato che Jacobs era solo sesto dopo essere scattato dai blocchi di partenza, salvo poi mettere il turbo tra i 30 e i 60 metri e dominare tra i 60 e 90, con una velocità massima di oltre 43 km/h.

 

In pratica per come sono state pensate, queste scarpe offrono una maggior stabilità nei primi appoggi e un guadagno importanze in accelerazione grazie a un maggior reclutamento di forza. Nella finalissima di Tokyo 2020 non era solo Jacobs a indossarle: anche l’americano Kerley (arrivato secondo) e il cinese Su Bingtian.

 

2 - MARCELL JACOBS DOPING: SOSPETTI AMERICANI E INGLESI OFFENDONO, MA DEI 50 EXPLOIT SUI 100 PIÙ DI 30 CON L’AIUTINO

Da www.blitzquotidiano.it

 

marcell jacobs 3 marcell jacobs 3

Marcell Jacobs doping: sospetti americani e inglesi. L’ombra del doping sul fantastico oro di Marcell Jacobs? Entusiasmo e orgoglio nazionali costringono, anche giustamente, a derubricare a semplici e grette “rosicate” le riserve affacciate da giornali anche prestigiosi come l’americano Washington Post e l’inglese Times.

 

marcell jacobs 2 marcell jacobs 2

Marcell Jacobs doping: sospetti americani e inglesi

Insinuazioni, congetture, ma la questione, sebbene sgradevole, va affrontata. Il problema infatti non è la credibilità di Marcell ma quella dell’intero movimento dell’atletica leggera. Che ha molto, forse troppo, da farsi perdonare.

 

E, d’altra parte, alzi la mano chi si aspettava l’exploit olimpico di Jacobs che, fino a maggio, a 26 anni, non era mai sceso sotto i 10 secondi.

 

marcell jacobs 1 marcell jacobs 1

“Obscure Italian from Texas”

Per il Post l'”obscure Italian from Texas” è un enigma. Certo, spiace per quell’aggettivo, oscuro, più impegnativo e carico di sospetti che non, per esempio, sconosciuto.

 

Il commento, tuttavia, se non ci si arresta allo scetticismo preconcetto, è più sfumato. “Sarebbe ingiusto accusare Jacobs: a lui va dato il beneficio del dubbio, ma all’atletica no”, scrive il Post. Ed è difficile dargli torto.

 

i numeri di marcell jacobs i numeri di marcell jacobs

Come smentire l’assunto per cui l’atletica è “disseminata di campioni pop up rivelatisi poi imbroglioni col doping”? Giù le mani da Jacobs, non è colpa sua, insistiamo noi e lo riconosce anche il Post. Ma resta il fatto inconfutabile che “la storia dell’atletica leggera fa sospettare per i miglioramenti così improvvisi e così enormi”.

 

Anche il Times batte sullo stesso tasto: “Da Ben Johnson a Gatlin a Coleman, l’arrivo di una nuova stella mette in allerta”. Un dato statistico non può che allarmare tutti, italiani compresi: delle 50 migliori prestazioni mondiali sui 100 metri, più di trenta sono da attribuire a velocisti che alla fine sono risultati positivi ai controlli antidoping.

 

marcell jacobs 3 marcell jacobs 3

Secondo Antonio La Torre, direttore tecnico dell’atletica italiana, Jacobs è un fenomeno che non ha espresso ancora in pieno il suo potenziale. Già a Tokyo avrebbe potuto guadagnare ulteriori centesimi non si fosse voltato nella finale a guardare la posizione degli avversari.

 

“E’ andato sotto i 10 secondi la prima volta a maggio”

Sembra di vederlo il capo dello sport al Times mentre scuote la testa: “Il nuovo campione olimpico dei 100 metri, Marcell Jacobs, è andato sotto i 10 secondi per la prima volta a maggio. È venuto qui e ha corso 9,84 in semi e 9,80 per vincere. Ah bene”.

 

marcell jacobs oro olimpico marcell jacobs oro olimpico

Per Torre il commento è un concentrato di invidia e pregiudizio. “Credo ci sia un pochino di fastidio, non so se il termine giusto sia ‘rosicare’. Non esiste nessuna legge che dice che chi vince lo sprint deve essere per forza americano o inglese”.

 

marcell jacobs vince i 100m a tokyo2020 3 marcell jacobs vince i 100m a tokyo2020 3

Reazione comprensibile, ma che a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina lo ha detto un italiano, non un inglese o un americano. Ci fidiamo ciecamente di Marcell, ma chi metterebbe una mano sul fuoco sull’atletica leggera contemporanea?

marcell jacobs vince i 100m a tokyo2020 2 marcell jacobs vince i 100m a tokyo2020 2

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…