THE LAST FEDERER - GINOCCHIO E VIRUS, IL PIANO DI "KING ROGER": TORNARE NEL 2021 PER L'ULTIMO BALLO. OBIETTIVO L’ORO OLIMPICO (UNICO TROFEO CHE MANCA ALLA COLLEZIONE) A TOKYO, A CASA DELLO SPONSOR UNIQLO CHE GLI PAGA LE BOLLETTE CON UN ASSEGNUCCIO DA 30 MILIONI DI DOLLARI A STAGIONE – NADAL E DJOKOVIC BOCCIANO I PROTOCOLLI DEGLI US OPEN...

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GAIA PICCARDI per il Corriere della Sera

 

federer federer

«Il tennis non mi manca. Non mi sto allenando perché non ne vedo il motivo: non ho un obiettivo che mi spinga ad andare in campo ogni giorno. E non ho la sensazione che la ripresa dei tornei sia vicina».

 

Senza uffici stampa alle calcagna, con Mirka nell'altra ala del villone di Lenzerheide e la figliolanza (Mila, Charlene, Leo, Lenny) intrattenuta dal battaglione di tate, libero di esprimersi in una chiacchierata in libertà con l'amico Guga Kuerten sui social, Roger Federer ha lasciato intendere l'idea meravigliosa che ha in testa: considerare chiusa la stagione e ripresentarsi, splendido splendente a otto mesi dal quarantesimo compleanno, nel 2021 in Australia per la 23esima (e ultima?) annata da professionista.

 

federer djokovic federer djokovic

Un piano incoraggiato dalla ripresa a rilento dall'intervento del febbraio scorso al ginocchio destro, come confermato da Severin Luthi, amico di una vita e stretto collaboratore del maestro di Basilea: «Il recupero non sta andando come speravamo, procede più lentamente».

 

Cade nel vuoto, così, l'invito per l'esibizione di luglio a Berlino con Thiem, Zverev, Kyrgios e Sinner, un riempitivo a porte chiuse di cui Federer non sente il bisogno: «Non riesco a immaginarmi uno stadio vuoto, proprio non ce la faccio - ha confessato Roger a Kuerten -. Giocare un grande torneo dentro un impianto vuoto spero che non accada mai».

 

federer attico dubai federer attico dubai

E poiché è esattamente questo il futuro che attende il tennis al varco della ripresa di agosto (decisione di Atp e Wta entro metà giugno ma il pessimismo di Micky Lawler, boss del circuito femminile, la dice lunga: «Finché non ci sarà un vaccino per il coronavirus sarà molto difficile tornare a viaggiare e giocare»), ci si chiede perché Federer dovrebbe lasciare il buen retiro in Svizzera per esporsi ai rischi e ai disagi di un circuito imbavagliato dalla pandemia.

 

Le condizioni alle quali la Federtennis americana immagina di mandare in scena l'Open Usa dal 31 agosto al 13 settembre in una New York duramente colpita dal virus, hanno già fatto storcere il naso al n.1 Djokovic e al n.2 Nadal: albergo blindato vicino all'aeroporto, divieto di andare a Manhattan, test ripetuti su tutti i partecipanti, ammissione solo per il giocatore e un accompagnatore. «Un protocollo estremo e impossibile da rispettare - ha fatto sapere il Djoker -, come minimo abbiamo bisogno di coach, preparatore e fisioterapista».

 

federer federer

«Oggi come oggi non parteciperei» ha commentato da Maiorca lo spagnolo, abituato a viaggiare con un clan che - da solo - riempie una tribuna. E anche Federer, con una moglie, quattro figli e uno staff da rock star, farebbe fatica a spostarsi solo con il trolley. Perché, poi? Che senso avrebbe immolare salute e cartilagini del ginocchio sull'altare di un torneo che rischia di diventare un campionato americano sul cemento se Trump imporrà la quarantena ai giocatori europei?

 

E allora meglio lasciare girare i criceti nella ruota e preservarsi per l'anno olimpico posticipato dalla pandemia, Tokyo 2021, a casa dello sponsor Uniqlo che gli paga le bollette con un assegnuccio da 30 milioni di dollari a stagione, la cerimonia di chiusura è fissata proprio l'8 agosto, giorno del 40esimo compleanno: quale migliore occasione di festeggiare con l'oro individuale (l'unico trofeo che manca alla collezione) al collo.

roger federer roger federer

 

Al Federer dei venti titoli Slam, giunto alla veneranda età in cui Bjorn Borg si era già ritirato da tredici anni, ormai interessano poche preziose pietre miliari più la Laver Cup, una creatura del suo gruppo di management, quest' anno cancellata dalla pandemia. «Non ero mai rimasto fermo più di cinque settimane dall'infortunio del 2016. Dopo aver giocato tanti anni penso che per me sia importante godermi questa pausa. Vedo la ripresa del circuito molto lontana». Abituiamoci alla lunga quaresima: sarà più emozionante rivederlo in campo

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