colonnine auto elettriche

LE AUTO ELETTRICHE HANNO GIÀ LA BATTERIA SCARICA – PER IL SECONDO MESE CONSECUTIVO IL MERCATO DELLE MACCHINE SEGNA UNA PICCOLA RIPRESA, TRAINATA DALLE VENDITE DI VEICOLI A BENZINA, IBRIDE E DIESEL. E LE TANTO DECANTATE ELETTRICHE SUBISCONO UN TRACOLLO DEL 40,2%. TE CREDO: COSTANO CIFRE FOLLI, E CON LA FINE DEGLI INCENTIVI LA GRAN PARTE DEI CONSUMATORI NON PUÒ PERMETTERSELE. MESSAGGIO AI PRODUTTORI: SE VOLETE LA TRANSIZIONE GREEN, ABBASSATE I PREZZI…

Pierluigi Bonora per “il Giornale”

 

colonnine auto elettriche6

Guizzo di benzina (+15,6%) e Diesel (+6,4%); bene le ibride senza spina (+23,6); crolla invece la richiesta di elettriche (-40,2%) ed è in calo anche quella delle ibride con spina (-29,1%): ecco, nei dettagli, l'orientamento degli italiani nel momento in cui, a settembre, hanno concluso (nonostante la scarsa disponibilità di modelli) l'acquisto di un nuovo veicolo.

 

Un mercato, quello di settembre, che per il secondo mese consecutivo segna una crescita (+5,4%), ma che da inizio anno continua a essere in sofferenza (-16,3%).

 

motore auto elettrica

Cosa succede all'auto elettrica? Nonostante i fondi residui come incentivi (a ieri, poco meno di 164 milioni per le elettriche pure e oltre 192 milioni per le ibride con spina, a fronte del «tutto esaurito» da tempo dei sostegni per le alimentazioni tradizionali) è chiaro che a impattare sulle scelte dei consumatori restano i timori legati alle bollette; i listini sempre elevati anche a causa di un'offerta prevalentemente premium e lontana dalle capacità reali di spesa; la carenza di colonnine di ricarica elettrica; e le incertezze politiche ed economiche che si ripercuotono sul mercato.

 

ADOLFO DE STEFANI COSENTINO

«A questo punto - interviene Adolfo De Stefani Cosentino,  presidente di Federauto (concessionari) - attendiamo l'insediamento del nuovo Parlamento e la rapida formazione del Governo, per un confronto sui temi strategici per il settore, tra cui sono di primario interesse la rivisitazione del fisco, in particolare del regime tributario dei veicoli aziendali, e un maggior impegno per facilitare l'accesso ai contributi per l'installazione di infrastrutture di ricarica.

 

honda auto elettriche

Inoltre, confidiamo che la rinnovata politica possa gestire con pragmatismo e lungimiranza i delicati equilibri economici, ambientali, occupazionali del nostro Paese e delle nostre imprese, alla luce delle grandi trasformazioni geopolitiche, tecnologiche ed energetiche in atto e degli effetti su economia reale e coesione sociale.

 

Purtroppo, i rischi dell'emergenza energetica sommati alla pressione inflazionistica sono tangibili e senza incisivi e determinanti interventi europei comuni la situazione resta complicata per tutti, anche per una transizione verso i veicoli verdi che sia equa e accessibile per cittadini e imprese». E Gian Primo Quagliano (Centro studi Promotor): «I numeri dimostrano chiaramente come i percettori di redditi bassi non possono permettersi soluzioni ecologiche avanzate».

 

auto elettriche 2

Ma a entrare in gioco sono anche i divieti di accesso alle città (il caso Milano, in particolare) anche per i veicoli di recente omologazione. L'obbligo, sempre a Milano, di far pagare il ticket per l'Area C anche alle auto ibride senza spina, con emissioni sopra i 100 grammi per chilometro di CO2, potrebbe spingere i consumatori a evitare un segmento che riscontra dati in crescita. Positiva, infine, è la pubblicazione in Gazzetta del Dpcm del 4 agosto per sbloccare l'utilizzo dei fondi destinati agli incentivi anche da parte delle aziende di noleggio a lungo termine.

 

Tra i gruppi, Stellantis cresce a settembre del 7,3% (-20,6% da gennaio) per una quota del 32,4%. Tonale fa sorridere Alfa Romeo (+65,9%) ed effetto novità (Grecale) anche per Maserati (+210,4% nel mese).

Auto elettrica ricarica 4ricarica auto elettrica1RICARICA AUTO ELETTRICAbatterie agli ioni di litiocolonnine auto elettriche4colonnine auto elettriche5Auto elettrica ricarica 5

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”