giorgia meloni pnrr recovery plan unione europea

DICIAMOCI LA VERITÀ: L’ITALIA NON RIUSCIRÀ MAI A PORTARE A TERMINE IL PNRR – AL 31 DICEMBRE SCORSO RISULTAVANO SPESI PER I PROGETTI DI OPERE PUBBLICHE SOLO POCO PIÙ DI 7 MILIARDI, CIOÈ L’8%. SARÀ IMPOSSIBILE RISPETTARE LA ROADMAP, CHE PREVEDE DI SPENDERNE 84 NEI PROSSIMI TRE ANNI – GLI ENTI LOCALI NON HANNO RISORSE E PERSONALE ADEGUATO AI BANDI EUROPEI, E L’ESECUTIVO HA PERSO TEMPO NELLO SPOSTAMENTO DELLA CABINA DI REGIA, DAL MEF A PALAZZO CHIGI. UN DISASTRO

Estratto dell’articolo di Enrico Marro per il “Corriere della Sera”

 

GLI OBIETTIVI DEL PNRR

[…] Nelle 163 pagine della relazione del governo al Parlamento sul Pnrr la parola «difficoltà» ricorre 67 volte, quella «ritardi» 16. Dall’analisi dello stato di attuazione si ricava che il Piano nazionale di ripresa e resilienza o viene riscritto oppure non verrà rispettato.

 

Il governo afferma che non vuole rinunciare nemmeno a un euro dei 191,5 miliardi messi a disposizione dall’Unione europea entro il 2026. Ma per riuscirci […] sarà necessario rimodulare molti progetti e rivedere in parte l’impostazione del Piano altrimenti già la prossima rata, quella da 16 miliardi, che verrà erogata solo dopo che Bruxelles avrà verificato il rispetto dei 27 obiettivi assegnati per il primo semestre del 2023, sarà a rischio.

 

giorgia meloni raffaele fitto 2 giugno 2023

La relazione […] segnala ritardi e difficoltà su almeno 6 progetti: le previste 40 stazioni di rifornimento di idrogeno; l’acquisto di treni Intercity per il Sud; la realizzazione di 2.500 colonnine elettriche per auto sulla rete autostradale e 4mila nelle zone urbane; l’aggiudicazione di tutte le gare di appalto per offrire almeno 264.480 nuovi posti in asili nido e scuole per l’infanzia; gli investimenti su 9 studi cinematografici a Cinecittà; il braccio di ferro con la Ue sull’utilizzo dei fondi del Pnrr per sostituire caldaie a gas con altre caldaie a gas mentre secondo Bruxelles si sarebbero potuti usare solo per cambiare le vecchie caldaie a gasolio […].

 

GIORGIA MELONI PNRR

[…] Per la verità l’attuazione del Pnrr ha cominciato ad entrare in crisi «a partire dai primi mesi del 2022», dice il governo nella relazione, soprattutto per le «strozzature dal lato dell’offerta e la forte accelerazione della dinamica dei prezzi». Ma a questi fattori esterni si sommano […] problemi interni.

 

[…] «Carenza di risorse umane e disallineamento di competenze», con la conseguenza che «l’accentuarsi dei fenomeni di mismatch rischia di pregiudicare l’attuazione del Piano per la mancanza del personale necessario», soprattutto nelle costruzioni e nei settori «connessi alla transizione digitale e green, provocando una dilatazione dei tempi di attuazione o persino compromettendone la piena realizzazione».

 

LA FRAMMENTAZIONE DELLE RISORSE SUL PNRR

Il documento ricorda due numeri: con il Pnrr si stima un fabbisogno aggiuntivo di personale di 375mila lavoratori mentre da ora al 2026 la popolazione attiva scenderà «di circa 630 mila unità». Inoltre, il settore delle costruzioni è inadeguato: le imprese, nel 96% dei casi, hanno meno di 10 lavoratori, spesso con «un basso livello medio di istruzione» e sono poco produttive. Non desta sorpresa, quindi, che «per alcuni progetti, il ritardo o il mancato raggiungimento dell’obiettivo è dovuto alla necessità di pubblicare nuovamente il bando di gara», poiché il precedente «è andato deserto».

 

Un altro dato: il Pnrr su 191,5 miliardi ne assegna quasi la metà, 91, per la realizzazione di opere pubbliche: al 31 dicembre scorso risultavano spesi per questa voce solo poco più di 7 miliardi, cioè l’8%. Non un bel segnale, considerando che nei prossimi tre anni bisognerebbe spenderne 84.

 

GIORGIA MELONI E ursula von der leyen A ROMA 1

[…] «La quasi totalità degli enti comunali sono coinvolti nelle iniziative del Piano», ma «non è stata opportunamente valutata la capacità effettiva dei singoli soggetti attuatori di realizzare gli interventi», si legge. Prendendo come base la spesa storica dei comuni per investimenti fissi lordi, emerge che per attuare il Pnrr questi enti dovrebbero spendere ogni anno fino al 2026 oltre il 66% in più, passando da una spesa media annua di 9 miliardi nel periodo 2017-20 a una di 15 miliardi.

 

Ma la capacità di spesa delle amministrazioni comunali incontra «ostacoli difficilmente superabili nel breve periodo a causa della mancanza di risorse umane e della carenza di competenze gestionali e tecniche». Ciliegina sulla torta: «Gli investimenti sono frazionati nella competenza di moltissimi soggetti attuatori, estremamente variegati per dimensione, capacità amministrativa e solidità finanziaria (Comuni, Province, Regioni, Città Metropolitane, Società concessionarie, Università ed Enti di ricerca, Provveditorati)».

 

RAFFAELE FITTO GIORGIA MELONI

[…]  Tirate le somme, sono «120 le misure rispetto alle quali sono stati rilevati elementi di difficoltà nella loro realizzazione», dice la relazione. Di queste quelle messe peggio (3 o 4 fattori critici) sono 11. […] Vista la situazione, conclude il governo, «risulta ineludibile affrontare un ampio processo di riprogrammazione delle misure, in accordo con le istituzioni europee». […]  Gli interventi che non potranno essere realizzati nei tempi previsti dal Pnrr verranno spostati su «altre fonti di finanziamento» a partire dal Piano nazionale complementare. Altri verranno posti «a carico della programmazione 2021-2027 dei Fondi strutturali e del Fondo Sviluppo e coesione 2021-2027». Il tutto, assicura il governo, per «assicurare la piena realizzazione del Piano e soprattutto il raggiungimento di tutti gli obiettivi qualitativi e quantitativi previsti». Cosa che oggi sembra un’impresa.

PNRR Next Generation EUpnrr

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…