padoan costamagna gallia

NEL FONDO MI CI FIONDO - ALTRO CHE SALVARE VENETO BANCA E POP.VICENZA: SENZA IL FONDO "ATLANTE", CI SARANNO ''RIPERCUSSIONI PER L'INTERO SISTEMA BANCARIO''. LO DICE IL PROSPETTO RISERVATO PUBBLICATO DAL ''MESSAGGERO'' - DIETRO AD ATLANTE C'E' IL SOLITO LUSSEMBURGO E PURE L'OPERA DON BOSCO: UNO E QUAT-TRINO

1. IL PROSPETTO DEL FONDO ATLANTE, PUBBLICATO DA ''ILMESSAGGERO.IT''

 

http://economia.ilmessaggero.it/uploads/ckfile/201604/atlante.pdf

 

Rosario Dimito per www.ilmessaggero.it

 

Ecco Atlante, il fondo di investimento chiuso promosso e gestito da Quaestio sgr che dovrà fare da supporto alle ricapitalizzazioni di Popolare di Vicenza e Veneto banca (oltre ad altre che dovessero presentarsi). E' stato concepito da governo e Bankitalia e presentato alla platea di investitori lunedì 11.

il prospetto del fondo atlante pubblicato dal messaggero  2il prospetto del fondo atlante pubblicato dal messaggero 2

 

L' ammontare è compreso tra 3-6 miliardi, da raccogliere anche mediante sollecitazione (contestuale alla costituzione del Fondo stesso) presso investitori professionali. Nel documento che Il Messaggero.it svela in esclusiva, si legge che è prevista l'emissione di una sola categoria di quote, non quotate su alcun mercato regolamentato

Gli Investitori potranno assumere impegni di sottoscrizione e sottoscrivere le relative quote entro e non oltre il 28 aprile 2016 Possibilità di utilizzo di leva finanziaria.

 

 

 

2. PIANO BANCHE PER 70 MILIARDI DI SOFFERENZE

Rosario Dimito per ''Il Messaggero''

 

il prospetto del fondo atlante pubblicato dal messaggero  1il prospetto del fondo atlante pubblicato dal messaggero 1

Accelera il fondo Atlante, il nome del progetto messo in pista da governo e Bankitalia per fungere da cintura di sicurezza sui prossimi aumenti di capitale e sulla vendita di npl, con la benedizione della Bce. Secondo i desiderata, il Fondo che sarà unico per entrambi gli obiettivi, potrebbe smaltire 50-70 miliardi di crediti deteriorati: un risultato strepitoso.

 

fabio gallia claudio costamagna piercarlo padoanfabio gallia claudio costamagna piercarlo padoan

Il fondo avrà una dotazione di 5 miliardi e, come anticipato dal Messaggero di sabato 9, sarà gestito da Quaestio sgr. Ieri pomeriggio, al Tesoro si è tenuto un maxi-vertice con una decina di banche. Poco prima ci sarebbe stata la riunione con i rappresentanti di Generali, Unipol, Cattolica, Poste vita, Axa, Allianz.

 

«Questa operazione privata è utile», è stato il commento di Matteo Renzi.

Il piano arriverà al traguardo entro una settimana: necessita di alcuni dettagli tecnici, soprattutto riguardo l' operazione sugli npl.

 

Nei prossime ore alle banche, diverse da Intesa Sanpaolo, Unicredit e Ubi (presenti martedì 5 al kick-off meeting) arriveranno le carte per formalizzare l' adesione: ci sarebbe disponibilità di tutti gli istituti, compreso il Banco Popolare che, secondo alcune indiscrezioni, non sarebbe stato della partita.

 

fabio gallia claudio costamagna piercarlo padoan fabio gallia claudio costamagna piercarlo padoan

Invece proprio Pierfrancesco Saviotti sarebbe stato tra i primi ad intervenire con alcune domande tecniche, manifestando interesse ed entusiasmo a far parte del pool. Il piano è stato messo a punto da Bofa Merrill Lynch con l' ausilio legale dello studio Chiomenti. La regia sarebbe di Cdp, Intesa e Unicredit.

 

Al vertice di ieri c' erano Carlo Messina e Federico Ghizzoni. Non c' era nessuno di Ubi che però aderisce al piano. Presenti Giuseppe Castagna (Bpm), Andrea Munari (Bnl-Bnp), Saviotti, Ariberto Fassati (Cariparma), Adolfo Bizzocchi (Credem), Miro Fiordi (CreVal), Alessandro Vandelli (Bper), Mario Alberto Pedranzini (Pop Sondrio). Inoltre c' erano Claudio Costamagna e Fabio Gallia (Cdp).

SAVIOTTISAVIOTTI

 

GOVERNANCE E REMUNERAZIONE

 

Secondo la bozza, fondazioni e assicurazioni dovrebbero partecipare con 1,5 miliardi: considerato che le 23 fondazioni (su 25 invitate) avrebbero dato la disponibilità per circa 500 milioni (a Cariplo e Compagnia Sanpaolo i ticket più alti di 100 milioni a testa), le sei compagnie dovrebbero sottoscrivere in tutto un miliardo. Altri 2 miliardi dovrebbero affluire dalle 10 banche: circa 1,5 tra Intesa Sp, Unicredit, Ubi e 500 milioni dalle altre. Poi ci sarebbero circa 500 milioni apportati dalla Cdp: domani ci sarebbe il cda per la decisione, preceduto dai comitati rischi e strategico. Infine un altro miliardo potrebbe arrivare dagli altri attori, come le casse di previdenza.

carlo MESSINA E LADY carlo MESSINA E LADY

 

Uno dei passaggi che ha attirato maggiori attenzioni e domande quando Costamagna, parlando del funzionamento del Fondo Atlante, suddiviso tra la garanzia sugli aumenti di capitale e la copertura alle dismissioni di npl, avrebbe quantificato in 50-70 miliardi il beneficio in termini di cessioni.

 

Sarebbero fioccate le domande dei presenti: le risposte però, sarebbero state lacunose e oggetto di approfondimento successivo. «E' un' operazione di sistema» l' avrebbero definita Visco e Padoan, raccogliendo ampio consenso dei banchieri. Da Castagna, Munari, Pedranzini, Saviotti e Vandelli le domande più a tutto campo riguardanti dettagli, ruoli e responsabilità. Alcuni dubbi non sarebbero stati fugati.

 

PATUELLI PADOAN GUZZETTI VISCOPATUELLI PADOAN GUZZETTI VISCO

Oltre alle modalità di smaltimento degli npl, anche governance, way out e remunerazione. «In Italia esiste un mercato attivo e responsabile che sta affrontando i problemi con risorse proprie, senza chiedere soldi pubblici. Il Governo ha già fatto molto per ristrutturare un settore dal quale ci aspettiamo adeguato sostegno alla ripresa economica», ha concluso Renzi. Il governo si appresta a emanare un decreto a supporto di Atlante.

 

 

3. FONDO SALVA BANCHE, È MIRACOLO - DIETRO SPUNTANO LE OPERE DON BOSCO E DUE VEICOLI LUSSEMBURGHESI

Stefano Sansonetti per La Notizia (www.lanotiziagiornale.it)

 

Chissà se qualcuno, in questi giorni di febbrili confronti, ha avuto modo di farci caso. O magari l’ha notato pensando che fosse benaugurante. Sta di fatto che, volendola mettere in battuta, si potrebbe dire che dietro al nuovo fondo salva banche c’è odore di santità. Eh sì, perché nelle retrovie del marchingegno messo su da banche, fondazioni e dal ministero dell’economia guidato da Pier Carlo Padoan, spuntano fuori pure i salesiani.

padoan renzipadoan renzi

 

Per arrivarci bisogna risalire la catena di “comando” del fondo Atlante, ovvero quel veicolo da 5-6 miliardi di euro lanciato per sostenere la ricapitalizzazione delle banche in difficoltà e favorire la cessione delle sofferenze. Il fondo, a cui tra gli altri aderiranno Unicredit, Intesa, Ubi, Generali, Cattolica, Unipol, fondazioni e in piccola parte la Cdp, sarà manovrato dalla Qaestio sgr, ovvero una società di gestione del risparmio che ha dietro tutto un “mondo”.

 

NELLE RETROVIE

Per prima cosa c’è un percorso che porta dritto in Lussemburgo, ovvero la piazza finanziaria che tante facilitazioni riconosce quando si tratta di far “girare” soldi. La sgr, infatti, fa capo alla società lussemburghese Qaestio Investments Sa, che a sua volta è controllata dall’altra lussemburghese Qaestio Holding. Ebbene, risalendo ulteriormente i gradini viene fuori che il 15,6% di quest’ultima è in pancia alla Direzione generale Opere Don Bosco, in sostanza il braccio amministrativo della Congregazione religiosa dei salesiani. Davvero una sorpresa, almeno per quanto riguarda i collegamenti che a cascata portano al fondo Atlante.

 

don bosco salesiani don bosco salesiani

Non è invece una sorpresa in assoluto il coinvolgimento in grossi affari economici dei salesiani, il cui esponente principale nelle recenti gerarchie ecclesiastiche è stato l’ex segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone. Non molto tempo fa, infatti, la Congregazione è stata coinvolta nella presunta truffa subita dagli stessi salesiani in riferimento alla destinazione della corposa eredità del marchese Alessandro Gerini.

 

LA STORIA

salesiani don bosco salesiani don bosco

Una vicenda da cui è scaturita un’inchiesta cha ha coinvolto l’economo, don Giovanni Battista Mazzali, e ha costretto lo stesso Bertone ha intervenire più volte per fornire la sua versione dei fatti. Il fatto certo è che ora la Direzione generale Opere Don Bosco rispunta dietro la Qaestio, la holding lussemburghese che sta in cima alla piramide organizzativa del nuovo fondo salva banche. Il primo maggior azionista di Qaestio, per inciso, è la fondazione Cariplo di Giuseppe Guzzetti, seguita tra gli altri dalla Cassa di previdenza dei geometri e dalla Fondazione cassa dei risparmi di Forlì.

 

La Questio sgr, dal canto suo, è presieduta dall’economista Alessandro Penati, vestale del libero mercato ed editorialista di Repubblica, ed è guidata dall’Ad Paolo Petrignani. Il tutto per una struttura che, comunque la si metta, è destinata a destare ancora parecchie curiosità.

lussemburgolussemburgo

 

 

 

Ultimi Dagoreport

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - OGGI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE…

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?