philippe donnet francesco gaetano caltagirone generali

GENERALI DELLE MIE BRAME - CALTAGIRONE SALE ANCORA E SFIORA IL 6%. LA TEMPISTICA DEGLI ACQUISTI È TUTT'ALTRO CHE CASUALE: A TRIESTE IL 27 SETTEMBRE SI APRIRÀ LA PARTITA DEL RINNOVO DEL CDA CHE DOVRÀ DECIDERE SE ESERCITARE LA FACOLTÀ DI PRESENTARE UNA SUA LISTA - NON È UN MISTERO CHE CALTAGIRONE, SCONTENTO DELL'AD PHILIPPE DONNET, NON GRADISCA QUESTA STRADA GIUDICATA PIÙ APPROPRIATA PER UNA PUBLIC COMPANY CHE PER UNA SOCIETÀ DOVE NEL TEMPO SI SONO CONSOLIDATI AZIONISTI FORTI, CHE HANNO INVESTITO INGENTI CAPITALI (E GIULIO SAPELLI LO EDITORIALEGGIA SUL “MESSAGGERO”). DI DIVERSO AVVISO MEDIOBANCA

francesco gaetano caltagirone philippe donnet

1 - CALTAGIRONE SALE ANCORA E SFIORA IL 6% DI GENERALI ORA LA SFIDA PER IL CDA

Da “La Stampa”

 

Francesco Gaetano Caltagirone continua la sua ascesa nelle Generali, collocandosi a ridosso del 6% del capitale e consolidando il suo ruolo di secondo azionista. L'imprenditore romano ha investito in una settimana, dal 31 agosto al 6 settembre, quasi 93 milioni di euro, passando dal 5,6 al 5,93%.

 

PHILIPPE DONNET GENERALI

La tempistica degli acquisti è tutt' altro che casuale: a Trieste si sta per aprire la partita del rinnovo del consiglio, in scadenza la prossima primavera, con la compagnia che dovrà decidere se esercitare la facoltà di presentare una sua lista. Ad agosto Generali ha comunicato l'avvio delle «attività preparatorie della procedura per la definizione dell'eventuale lista» del cda e il tema, su cui si sta concentrando il lavoro istruttorio del comitato nomine, sarà oggetto dell'esame del consiglio il 27 settembre.

francesco gaetano caltagirone foto mezzelani gmt45

 

Non è un mistero che Caltagirone, scontento dell'ad Philippe Donnet, non gradisca questa strada, giudicata più appropriata per una public company che per una società dove nel tempo si sono consolidati azionisti forti, che hanno investito ingenti capitali. Di diverso avviso Mediobanca. -

 

2 - IL PERICOLO DI UN MANAGER CHE RISPONDE SOLO A SE STESSO

Giulio Sapelli per “il Messaggero”

 

Il capitalismo mondiale è una costruzione sociale molto differenziata. Più di quanto non si immagini. Ma la distinzione più importante è tra le società per azioni che reggono e sostanziano il sistema; più precisamente, tra le imprese governate secondo la cosiddetta civil law di derivazione romano-giustinianea e quelle governate invece secondo la common law che configura la corporation come personalità giuridica cui è affidata la responsabilità, anziché agli amministratori.

PHILIPPE DONNET ALBERTO NAGEL

 

Nelle società quotate esiste una netta separazione tra proprietà e gestione, sono perciò intuibili le ragioni che inducono a limitare il potere affidato al management. Un potere che risiede nella cosiddetta legge dell'oligarchia formulata agli inizi del secolo scorso dal giurista e storico Gaetano Mosca, secondo cui una minoranza organizzata sempre finisce per dominare una maggioranza non organizzata, soprattutto laddove esistono divieti eretti - come nel caso dell'ordinamento italiano a proposito delle società quotate - per assicurare il massimo della trasparenza verso il mercato.

leonardo del vecchio

 

Tra le innumerevoli contaminazioni culturali che ha prodotto la globalizzazione, nel governo dell'impresa vi è la sovrapposizione di molti strumenti della common law a quelli della civil law. Sicché vediamo per esempio gli audit committee, i comitati di revisione, sedere accanto ai collegi sindacali che sono propri della civil law.

 

Il fine di questa commistione resta lodevole: si è voluto in tal modo rimuovere ogni ostacolo alla trasparenza, dotando la società di tutti gli strumenti e i filtri necessari per prevenire anomalie nei vari livelli di comando, limitando al massimo l'insorgere di conflitti d'interesse.

 

giulio sapelli

Il punto è che a forza di fortificare l'obiettivo della trasparenza, si sono avallate costruzioni giuridiche che rischiano di svuotare il ruolo dell'azionista, accordando al manager un potere tale che è poi difficile smontare. Ciò è accaduto soprattutto in anni recenti, che hanno visto non poche società quotate dotarsi di statuti che prevedono la possibilità per il cda uscente di formulare una propria lista di candidati al rinnovo del consiglio.

 

Un fatto che, se gestito con criterio, può essere positivo, ma che non manca di suscitare perplessità fra chi ne sottolinea i rischi di autoreferenzialità e di conseguente opacità della governance societaria.

 

Qui non è in discussione il principio della tutela delle minoranze o il diritto della maggioranza azionaria di avere una rappresentanza adeguata nel cda; come bene ha spiegato Giuseppe Vegas, il predecessore di Paolo Savona alla guida della Consob (che a sua volta è stato un pioniere in materia di moderna governance), il punto è evitare che il meccanismo di confezione delle liste, unito al sistema di votazione a lista bloccata, possa portare ad una sorta di cooptazione, tale da creare una situazione autoreferenziale a vantaggio esclusivo del management: una circostanza che fatalmente finisce per alimentare spaccature con gli azionisti di riferimento, a scapito naturalmente del bene aziendale.

GENERALI

 

Anch' io ho esercitato per anni l'attività di consigliere indipendente e ho presieduto importanti audit committee. Non me ne pento. Di una cosa però mi dolgo: di non aver a suo tempo riletto con maggiore attenzione Gaetano Mosca e la sua teoria del dominio oligarchico, invisibile e potente.

 

Avrei probabilmente valutato diversamente lo snaturamento del voto di lista in certe situazioni e condiviso l'atteggiamento restrittivo della Consob che ha sempre ritenuto che la lista del cda non possa essere proposta all'assemblea in presenza di soci stabili o di controllo.

francesco gaetano caltagirone (2)

 

Questa modalità, mentre da una parte rende opachi gli assetti di governo cristallizzati in un pericoloso gioco di specchi, dall'altra non consente il fisiologico avvicendamento del management, con l'evidente rischio di cattura degli amministratori da parte di chi ha un ruolo rilevante nella composizione della lista. Creando, in definitiva, quella situazione di autoreferenzialità e autoprotezione a vantaggio di un solo manager che perciò diviene potentissimo, con pericoli oggettivi per la società che così si avvia più facilmente al declino.

BANCA GENERALI

 

 

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…