GIUSEPPE BONO SHOW - IN AUDIZIONE IN SENATO SUL CASO D'ALEMA-COLOMBIA, L'AD DI FINCANTIERI INFILZA TUTTI. NEGA DI ESSERE STATO A CONOSCENZA DI QUANTO FACESSE IL DIRETTORE DELLA DIVISONE MILITARE, GIUSEPPE GIORDO - GIÀ SOSPESO DALLE DELEGHE - E PARLA DEL CANALE APERTO DA BAFFINO CON LA COLOMBIA COME DI “MILLANTERIE” - "QUANDO HO SAPUTO DAI GIORNALI CHE ERA STATO FIRMATO E HO VISTO CHE PER I COLOMBIANI C'ERANO LE FIRME DI DUE CAPITANI DI FREGATA HO DETTO VABBÈ CHE SIAMO... MA ALMENO, DICO, IL CAPO DELLA MARINA. INSOMMA E CHE CAZZO! ALLORA HO BLOCCATO SUBITO TUTTO: BASTA NON SI VA PIÙ AVANTI”

-

Condividi questo articolo


FINCANTIERI: BONO, 'ORA MI RIMPROVERANO CHE CI STO DA TROPPO TEMPO...'

Giuseppe Bono Giuseppe Bono

 (Adnkronos) - "Ora mi rimproverano che sto là da troppo tempo...". A dirlo è l'amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, nel corso di un'audizione in Senato. Una battuta a cui  si lascia andare parlando in particolare dello sviluppo registrato dalla crocieristica arrivata, nel corso degli anni, a una posizione di  leadership sui mercati internazionali: "quando sono arrivato  Fincantieri aveva un solo cliente, ora ha clienti in tutto il mondo",  sottolinea Bono arrivato al timone del gruppo nel 2002. Fincantieri è una delle aziende più importanti e strategiche interessata dalla  tornata di rinnovi dei consigli di amministrazione.

massimo dalema tratta con edgar fierro 2 massimo dalema tratta con edgar fierro 2

 

Sulla decisione di sospendere Giuseppe Giordo, direttore generale della divisione navi militari di Fincantieri, "sono state seguite tutte le prassi aziendali" e "un  audit è ancora in corso", rispondendo a una domanda sulla vicenda delle armi alla Colombia. "Gli avevo chiesto, anche a tutela sua e  dell'azienda, una sospensione che non è avvenuta. Sono quindi state  seguite tutte le prassi aziendali informando il presidente, il comitato di controllo e rischi e lo stesso cda stesso. Qui, siamo nell'ambito dei comportamenti e noi abbiamo nella nostra azienda un  codice etico".

 

FINCANTIERI SCARICA D'ALEMA «CI SONO TROPPI MILLANTATORI»

Lodovica Bulian per “il Giornale”

striscia la notizia su dalema striscia la notizia su dalema

 

In audizione in Senato sul caso D'Alema-Colombia, l'ad di Fincantieri Giuseppe Bono scarica tutti. Nega di essere stato a conoscenza di quanto facesse il direttore della divisone militare, Giuseppe Giordo - già sospeso dalle deleghe- e parla del canale aperto dall'ex premier con la Colombia come di «millanterie».Ma molte incognite restano, a partire dal perché sia davvero saltato l'affare: «Non è andato avanti perché è stato bloccato tutto e perché è esploso il caso», ha detto. 

 

GIUSEPPE GIORDO GIUSEPPE GIORDO

Facciamo però un passo indietro.

Prima della fuga di notizie, Massimo D'Alema si stava dando da fare per la vendita di navi e aerei militari di Fincantieri e Leonardo alla Colombia. Un affare da 80 milioni di euro di premio per la mediazione. D'Alema però non aveva alcun mandato ufficiale, per questo nei suoi piani i contratti sarebbero dovuti passare attraverso lo studio legale Robert Allen Law di Miami, specializzato nella compravendita non di armamenti ma di yacht. 

 

MASSIMO DALEMA MASSIMO DALEMA

A questo studio Fincantieri - così come Leonardo - avrebbe dovuto fare un contratto di promozione commerciale al 2% del business. E le cose stavano andando avanti tanto che Giordo il 27 gennaio era addirittura volato a Bogotà per una presentazione organizzata dal team che lavorava con D'Alema, e dove ha firmato anche un memorandum of understanding. 

 

«Io fino al giorno prima della partenza per la Colombia non sapevo niente - ha detto - hanno pensato che la potessero gestire da soli». Bono ammette di aver saputo in quel momento della presenza di D'Alema nell'affare: «A me è stato detto che andavano in Colombia per incontrare il ministro della Difesa, e che il contatto lo aveva procurato D'Alema attraverso i suoi precedenti contatti politici istituzionali. È stato ministro degli Esteri, è stato premier, niente di strano voglio dire, tutto aiuta». 

Giuseppe Bono Giuseppe Bono

 

E aggiunge: «Se volete che esprima la mia opinione, era una cosa più millantata da parte di questi signori, e non è la prima volta che qualcuno ci casca». Questi «signori» sarebbero i consulenti di cui si avvaleva D'Alema. E il suo dirigente ci sarebbe «cascato».

Bono dunque sapeva dell'ex premier, ma fa intendere di non essere stato messo al corrente di tutto, altrimenti, «se me l'avessero detto, per l'esperienza delle persone che a volte si propongono di fare cose che sono più millantate che altro...». 

 

il servizio de le iene su massimo dalema e la compravendita di armi con la colombia 30 il servizio de le iene su massimo dalema e la compravendita di armi con la colombia 30

Quanto allo studio Allen l'ad spiega che è stata la compliance (la struttura che verifica la conformità dei contratti alle regole) di Fincantieri a fermare il contratto: «Dalla divisione militare (Giordo ndr) volevano far dare un mandato a questo studio Allen, ma la piattaforma dove vengono indicate le aziende e le società che hanno reputazione e credibilità sul mercato per lo studio Allen non ha dato informazioni. Si sono fermati senza che io intervenissi perché questa era la procedura». 

il servizio de le iene su massimo dalema e la compravendita di armi con la colombia 18 il servizio de le iene su massimo dalema e la compravendita di armi con la colombia 18

 

Insomma lo studio di Miami segnalato da D'Alema non aveva le referenze adeguate. Una consapevolezza che però, da quanto risulta al Giornale, sarebbe emersa già prima della partenza di Giordo per la Colombia.

il servizio de le iene su massimo dalema e la compravendita di armi con la colombia 11 il servizio de le iene su massimo dalema e la compravendita di armi con la colombia 11

 

Eppure le cose sono andate avanti fino a quando non è scoppiato il caso sui giornali.

Quanto al memorandum firmato da Giordo a Bogotà, Bono spiega: «Quando ho saputo dai giornali che era stato firmato e ho visto che per i colombiani c'erano le firme di due capitani di fregata ho detto vabbè che siamo... ma almeno, dico, il capo della Marina. 

Insomma e che ca***. Allora ho bloccato subito tutto: basta non si va più avanti». Affermazioni che lasciano aperti interrogativi.

Giuseppe Bono Giuseppe Bono

 

Qual è il vero motivo per cui è saltato l'affare? La presenza di D'Alema, - di cui Bono ha ammesso di esserne stato al corrente -, le presunte millanterie, o il caso mediatico?

giuseppe bono giampiero massolo giuseppe bono giampiero massolo UMBERTO BONAVITA UMBERTO BONAVITA MASSIMO DALEMA - LA PROPOSTA DI CONTRATTO DA COMMISSIONE MILIONARIA MASSIMO DALEMA - LA PROPOSTA DI CONTRATTO DA COMMISSIONE MILIONARIA MASSIMO DALEMA - LA PROPOSTA DI CONTRATTO DA COMMISSIONE MILIONARIA MASSIMO DALEMA - LA PROPOSTA DI CONTRATTO DA COMMISSIONE MILIONARIA LO SCAMBIO DI MAIL TRA GHERARDO GARDO E DARIO MARFE LO SCAMBIO DI MAIL TRA GHERARDO GARDO E DARIO MARFE giuseppe giordo giuseppe giordo OSCAR JOSE OSPINO PACHECO OSCAR JOSE OSPINO PACHECO UNA VIDEOCHIAMATA CON MASSIMO DALEMA UNA VIDEOCHIAMATA CON MASSIMO DALEMA mail dalema giordo pubblicata a la verita mail dalema giordo pubblicata a la verita Giuseppe Bono Richard Branson Giuseppe Bono Richard Branson

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...