macron le maire

IL GOVERNO OLANDESE ''ABBATTE'' AIR FRANCE (DOPO AVERLA SCALATA) - AMSTERDAM A SORPRESA SALE AL 14% DI KLM-AIRFRANCE, FACENDO CROLLARE IL TITOLO IN BORSA E INFURIARE MACRON E LE MAIRE, CHE HANNO DEFINITO L'OPERAZIONE SORPRENDENTE E ''NON AMICHEVOLE'' - DI COLPO, HANNO ASSAGGIATO UN PO' DELLA MEDICINA CHE LA FRANCIA PROPINA DI SOLITO AI PARTNER, VEDI GLI ITALIANI COI CANTIERI STX

1. LO SCHERZETTO OLANDESE A MACRON AMSTERDAM «SCALA» KLM-AIR FRANCE

macron sull aereo

Matteo Ghisalberti per “la Verità

 

Il cielo cade in testa a Emmanuel Macron dopo che, ieri, il governo olandese ha annunciato a sorpresa l' acquisizione del 12,68% del capitale di Air France-Klm. L' operazione, costata 680 milioni di euro, ha portato il peso dell' Aja allo stesso livello di quello di Parigi, intorno al 14%. Il governo francese non ha gradito affatto questa operazione finanziaria e una fonte del ministero delle finanze, citata dalla France Presse, l' ha bollata come «non amicale» e «sorprendente».

 

Deve essere sembrato strano, per Macron e i suoi ministri, sperimentare improvvisamente un' esperienza che in passato la Francia ha fatto vivere ad altri governi. Basti pensare al caso dei cantieri navali Stx di Saint-Nazaire, nel quale il presidente francese si è rimangiato la parola data dal suo predecessore all' italiana Finmeccanica, destinata a prendere il controllo del sito.

 

macron sull aereo di stato

Per misurare l' effetto sorpresa della mossa dell' Aja, bastava leggere le parole diffuse ieri dallo staff del ministro delle Finanze Bruno Lemaire: «Prendo atto di questa partecipazione del governo olandese, fatta senza informare il Consiglio di amministrazione né il governo francese».

 

A rincarare la dose sono arrivate le dichiarazioni del suo omologo olandese Wopke Hoekstra, che ha affermato che i proprio Paese vuole pesare nelle decisioni del gruppo. In effetti, se attualmente solo Parigi può contare su un diritto di voto doppio, dopo ventiquattro mesi di proprietà delle azioni, anche L' Aja dovrebbe ottenere lo stesso privilegio. La situazione rischia di complicarsi ancora di più. Va detto però che la decisione dell' Aja non sembra essere dettata principalmente dal nazionalismo economico.

macron le maire

 

Piuttosto si intravede una forma di messa in sicurezza visto che la compagnia di bandiera franco-olandese non gode di ottima salute. A questo si sono aggiunte, negli anni, delle strategie commerciali confuse e non redditizie. L' ultima in ordine di tempo è quella del vettore Joon. Lanciato nel dicembre 2017 dall' allora ad Jean-Marc Janaillac, Joon doveva fare concorrenza alle compagnie del Golfo o alle low cost del segmento business. A gennaio 2019 la direzione della casa madre ha annunciato la sua soppressione, spiegando che «la molteplicità delle marche ha creato complessità e indebolito la marca Air France».

 

aereo klm

Poi il vettore aereo ha subito lo strapotere dei sindacati francesi. Come dimenticare le scene del 2015, quando sindacalisti inferociti avevano rincorso il direttore delle risorse umane, strappandogli persino la camicia? E ancora, nel maggio 2018 i sindacati hanno rifiutato in un referendum un piano proposto dall' ex ad, che ha presentato le sue dimissioni, lasciando Air France-Klm senza pilota per molti mesi, fino all' arrivo a settembre 2018 dal canadese Benjamin Smith.

 

Certo il 2018 si è chiuso con ricavi in crescita del 4% a 6,5 miliardi di euro. Ma le performance delle due parti del gruppo presentavano delle differenze. Il reddito operativo di Air France è sceso a 266 milioni di euro (-597 milioni di euro), mentre quello di Klm è andato poco oltre il miliardo di euro.

AIR FRANCE KLM

 

 

 

2. BLITZ OLANDA SU AIRFRANCE-KLM,SCATTA GUERRA CON FRANCIA

Enrica Piovan per l'ANSA

 

Francia e Olanda ai ferri corti dopo il blitz de L'Aia su Air France-Klm. La mossa a sorpresa dello Stato olandese, prima entrato con una quota del 12,68% e poi salito fino al 14% (cioè allo stesso livello dello Stato francese, che ha il 14,3%), fa affossare il titolo del Gruppo in Borsa e manda su tutte le furie Parigi, che chiede all'Olanda di chiarire le proprie intenzioni. L'appuntamento è fissato per venerdì, quando il ministro delle finanze olandese volerà a Parigi. Intanto il board del Gruppo franco-olandese assicura che monitorerà le conseguenze dell'accaduto.

 

macron le maire

L'operazione degli olandesi, che stanno da 15 anni nel Gruppo nato dalla fusione tra Air France e Klm, è avvenuta in due mosse: prima lo Stato olandese ha acquistato, martedì sera, per 680 milioni il 12,68% annunciando l'intenzione di salire ancora; meno di 24 ore dopo L'Aia ha comunicato di essere arrivata al 14%, per un costo complessivo di 744 milioni, ma precisando di aver completato il proprio shopping. Un'operazione che ha mandato su tutte le furie il Governo francese, che non era stato informato di questa decisione e che l'ha subita come un'incursione da raider.

 

Una mossa "incomprensibile e inattesa", l'ha definita il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire. "Spetta ora al governo olandese chiarire le sue intenzioni", ha ammonito il presidente Emmanuel Macron. Sarà il ministro delle finanze olandese Wopke Hoekstra, invitato venerdì a Parigi, a spiegare l'operazione. Che sarebbe stata dettata dalla necessità salvaguardare l'interesse pubblico dell'Olanda e mantenere lo scalo di Schiphol come hub. L'operazione era valutata "da anni", ha chiarito Hoekstra, e mostra "l'impegno dell'Aia nei confronti della compagnia aerea nel suo complesso".

klm

 

Intanto però a pagare è il titolo del Gruppo, che in Borsa è arrivato a cedere fino al 15%. Il cda di Air France-Klm, riunitosi in giornata, preso atto dell'acquisto della quota, avvenuto "senza alcuna consultazione", assicura che "monitorerà da vicino le conseguenze di questa nuova partecipazione sul Gruppo, i suoi dipendenti, la sua struttura di governance e il suo valore di mercato".

 

Intanto nei cieli italiani, Alitalia si prepara a prorogare di altri sei mesi la cigs in scadenza il 23 marzo: i commissari straordinari hanno chiesto di estendere fino al 23 settembre la cassa per 1.010 dipendenti (90 comandanti, 70 del personale di cabina e 850 di terra), un numero comunque inferiore rispetto alla procedura di cig attualmente in corso.

Wopke Hoekstra

 

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."