MORIRE DI AMIANTO - SENTENZA PILOTA A IVREA: “MAXI RISARCIMENTO DI 1,2 MILIONI AI FAMILIARI” - A IVREA È IN CORSO UN PROCESSO NEI CONFRONTI DI 34 EX MANAGER OLIVETTI, TRA CUI CARLO DE BENEDETTI E CORRADO PASSERA, PER LA MORTE DI ALTRI 13 EX DIPENDENTI

«E’ una sentenza storica» dicono i legali che hanno seguito i famigliari di Franca Lombardo nell’unica, fin qui, causa civile intentata contro Olivetti. Più che altro diventa una sentenza pilota, perché potrebbe dare il via ad altre cause contro Telecom…

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Giampiero Maggio per “la Stampa”

 

romana blasotti pavesi, presidente dell’associazione famigliari e vittime amianto di casale monferrato romana blasotti pavesi, presidente dell’associazione famigliari e vittime amianto di casale monferrato

Franca Lombardo se n’è andata una mattina d’inverno del 2007, a 69 anni, nella sua casa di campagna a Burolo, nel Canavese. Morta di cancro. A causa del mesotelioma pleurico, una malattia che, si è poi scoperto, aveva contratto quando lavorava all’Olivetti, in uno dei capannoni di Ivrea nei quali si adoperava il talco contaminato da tremolite d’amianto. Ieri, sulla causa civile intentata nel giugno del 2013 dai famigliari della donna, si è pronunciato il Tribunale di Ivrea. Il giudice, Luca Fadda, ha condannato Telecom spa, che nel frattempo ha assorbito Olivetti ing, ad un risarcimento di 1 milione e 200 mila euro.
 

pericolo_amianto pericolo_amianto

«E’ una sentenza storica» dicono, ora, Mario Benni ed Enrico Scolari, i legali che hanno seguito i famigliari di Franca Lombardo nell’unica, fin qui, causa civile intentata contro Olivetti. Più che altro diventa una sentenza pilota, perché potrebbe dare il via ad altre cause contro Telecom.
 

Manager sotto processo
E’ tuttora in corso, infatti, un processo nei confronti di 34 ex manager Olivetti, tra cui Carlo De Benedetti e Corrado Passera, chiamati in causa dalla procura di Ivrea nella maxi inchiesta per la morte da esposizione all’amianto di altri 13 ex dipendenti.
 

La storia di Franca Lombardo, però, nasce ancora prima. E bisogna tornare indietro di 8 anni. Quando lei muore, nel 2007, nessuno collega subito la malattia al lavoro alla Olivetti. E’ il marito, Luigi Formento, 81 anni, anche lui un passato da ex olivettiano, ad avere i primi dubbi. Chiede, si informa, cerca di capirne di più. Si rivolge a un avvocato per portare la sua battaglia in un’aula di giustizia.
 

Intanto spuntano altre morti sospette. E la Procura della Repubblica, dopo le segnalazioni dello Spresal, apre i primi due fascicoli. Uno porta il nome di Franca Lombardo, l’altro quello di Lucia Delaurenti, anche lei operaia alla Olivetti, anche lei morta di mesotelioma pleurico.
 

procura Ivrea procura Ivrea

A processo, per queste due vicende, finisce Ottorino Beltrami, fino al 1978 amministratore delegato dell’azienda di Ivrea (la posizione di Carlo e Franco De Benedetti, invece, in quel caso viene stralciata). L’accusa è omicidio colposo. Beltrami, sul caso Lombardo, viene rinviato a giudizio, mentre per la morte di Lucia Delaurenti, il Tribunale lo condanna in primo grado e poi in appello. Muore, a 96 anni, prima che la Cassazione, il 4 dicembre 2014, si pronunci. A portare avanti la causa civile, però, sono soltanto i famigliari di Franca Lombardo. Il marito è un uomo tenace e non ha nessuna intenzione di piegare la testa.

 

CARLO DE BENEDETTI E CORRADO PASSERA CARLO DE BENEDETTI E CORRADO PASSERA

«L’Olivetti – ha sempre sostenuto nel corso del processo – ci ha dato tanto, ma si è portata via un pezzo della nostra vita. Se qualcuno ha delle responsabilità dovrà pagare».
E ora, dopo un anno e mezzo di battaglie, è arrivata la condanna a Telecom. Formento non vuole commentare, lascia che a farlo siano i suoi legali: «E’ una sentenza che tiene conto delle prove schiaccianti portate in aula».
 

«I pericoli erano noti»
All’Olivetti si moriva per colpa dell’amianto, della tremolite che si respirava, delle controsoffittature contaminate che si sbriciolavano disperdendo nell’aria polveri velenose. «E che ci fossero pericoli per i lavoratori - è la tesi della Procura di Ivrea - i manager lo sapevano».

 

 

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