ROTTURE DI SCATOLE VUOTE - TELCO, EFFETI, INVAG, CAMFIN, IGLI, FINSOE E SINTONIA, “CAMERE DI COMPENSAZIONE” DEI NOSTRI POTERI DEBOLI, SIEDONO SU 5 MILIARDI DI DEBITI E 3 MILIARDI DI MINUSVALENZE - GUERRE TRA AZIONISTI (CAMFIN, IGLI ED EFFETI), SVALUTAZIONI (TELCO), CONCORDATI FALLIMENTARI (SINTONIA): MOLTE DI LORO CHIUDERANNO…

Laura Galvagni e Marigia Mangano per "Il Sole 24 Ore"

Siedono su 5 miliardi di debiti e 3 miliardi di minusvalenze, se si esclude qualche caso virtuoso. Sono i numeri delle principali scatole di Borsa nate per custodire pacchetti strategici, a volte di controllo, nelle realtà di spicco di Piazza Affari e oggi in crisi di identità e di liquidità.

Le varie Telco, Effeti, Invag, Camfin, Igli, Finsoe e Sintonia, per le ragioni più disparate sono destinate a scomparire o quantomeno a venir ridisegnate. In alcuni casi, vedi i veicoli Effeti e Camfin, il futuro è legato all'esito di lotte interne o battaglie legali tra vecchi alleati.

In altri, come Igli e Sintonia, la possibile scomparsa si intreccia con operazioni di riassetto straordinarie, leggasi l'Opa di Pietro Salini su Impregilo e l'offerta pubblica di scambio di Atlantia su Gemina. In altri ancora, come Telco e Invag sono i delicati equilibri finanziari che impongono una revisione dell'assetto. Insomma a distanza di pochi anni dalla loro costituzione è già ora di bilanci, purtroppo spesso in rosso.

I numeri aggregati di queste scatole, secondo un'elaborazione del Sole 24 Ore sui dati di bilancio disponibili, vede un debito complessivo di 5,7 miliardi, un controvalore delle partecipazioni di 9 miliardi rispetto a un prezzo di carico di 10,5 miliardi per una minusvalenza inespressa di 1,18 miliardi. L'equilibrio è instabile ma tutto sommato ancora sostenibile.

Il dato, però, cambia e sensibilmente se al computo si toglie il contributo di Sintonia. Il veicolo che fa capo alla famiglia Benetton e che controlla Atlantia e Gemina ha un'esposizione verso il sistema bancario di 762 milioni a fronte di un valore degli asset di 4,8 miliardi che si confronta con un valore di carico di 3 miliardi.

Dunque c'è una plusvalenza inespressa di 1,8 miliardi. Considerare o meno Sintonia all'interno del bilancio complessivo cambia decisamente volto all'indagine. Escludendola infatti l'equilibrio diventa davvero precario. Il debito si attesta attorno ai 5 miliardi, addirittura superiore agli asset sottostanti che in Borsa valgono 4,5 miliardi. In più ci sono minusvalenze latenti per 3 miliardi di euro. A pesare sull'aggregato sono principalmente i valori riferibili a Telco, Effeti, Invag e Finsoe.

Nel caso di Telco (vedi altro articolo in pagina) ci sono debiti per 2,8 miliardi a fronte di una partecipazione che in Borsa non arriva a 2 miliardi mentre nei conti è contabilizzata, a valle dell'ultima svalutazione, per 3,6 miliardi.

Quanto a Finsoe, la scatola cui fa capo il controllo del gruppo Unipol, il bilancio più recente che si è potuto consultare è quello relativo al 2011 quando l'operazione di aggregazione con Fondiaria Sai non era ancora partita.

All'epoca, tuttavia, la scatola delle Coop aveva debiti per 900 milioni e la partecipazione del 50,75% in Ugf era iscritta a 1,8 miliardi. Oggi, quel pacchetto vale a Piazza Affari 431 milioni. In proposito, però, c'è da dire che l'operazione di riassetto cambierà i valori in gioco ma ancora non è possibile verificarne la portata.

Discorso a parte, invece, meritano i veicoli che partecipano alle Generali. Effeti, partecipata da Fondazione Crt e da Ferak, galassia Palladio Finanziaria, è protagonista di un confronto serrato tra l'ente e la merchant bank che mette in discussione l'esistenza stessa della newco.

Al momento i partner non hanno ancora trovato una soluzione condivisa sul futuro della scatola complice anche il fatto che l'investimento nel Leone non ha dato i frutti sperati. Effeti ha infatti in carico il 2,15% delle Generali a 18 euro per azione contro un prezzo di mercato di 12,8 euro e quindi incorpora una minusvalenza complessiva di quasi 200 milioni a fronte di debiti, stando al bilancio 2011, di 426 milioni (326 milioni di debito bancario principalmente verso Veneto Banca e 100 milioni di prestito obbligazionario).

Copione simile per Invag, la newco che raccoglie diversi imprenditori italiani e a suo tempo costituita sotto la regia di Mediobanca, a cui fa capo l'1,35% di Trieste. Nei conti del 2011 la partecipazione è stata svalutata a 23 euro a titolo peccato che in Borsa, come detto, il titolo stia poco sopra i 12 euro: tradotto significa una minusvalenza implicita di 210 milioni.
Fanno da contraltare, invece, i casi Camfin e Igli.

Il veicolo a cui fa capo il controllo del gruppo Pirelli è scosso da una battaglia intestina tra i soci chiave, Marco Tronchetti Provera e la famiglia Malacalza, sembra destinato a scomparire una volta sistemata le questioni legali "interne".

I conti, intanto, tornano: la plusvalenza sull'investimento del 26% nella Bicocca è di 357 milioni a fronte di debiti per 400 milioni e di un valore della partecipazione di 1 miliardo. Infine, il caso Igli. Se il gruppo Gavio dovesse decidere di consegnare in Opa le azioni Impregilo porterebbe a casa 130 milioni di incasso netto. Il debito, infatti, è di 178 milioni, la partecipazione vale in Borsa 480 milioni ed è in carico a 350 milioni.

 

Alberto Nagel e Roberta ALIERTA MARCO TRONCHETTI PROVERA E ALBERTO NAGEL FOTO BARILLARI VITTORIO MALACALZA E MARCO TRONCHETTI PROVERA IN TRIBUNA ALLO STADIO MEAZZA PIETRO SALINICARLO CIMBRI ROBERTO MENEGUZZO

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...