donald trump jerome powell libra facebook zuckerberg

TANA “LIBRA” TUTTI – TRUMPONE ALL’ATTACCO DELLA CRIPTOVALUTA DI FACEBOOK: “AVRÀ POCO SOSTEGNO E AFFIDABILITÀ. DEVE OTTENERE UN NUOVO DOCUMENTO DI AUTORIZZAZIONE ED ESSERE SOGGETTA ALLE REGOLE, COME LE ALTRE BANCHE” – A ROMPERE LE UOVA NEL PANIERE A ZUCKERBERG ARRIVA PURE LA FED: “COSÌ NON PUÒ ANDARE AVANTI, CI SONO SERIE PREOCCUPAZIONI SU E RICICLAGGIO DI DENARO SPORCO” – I VUOTI NORMATIVI SU CUI ZUCK STA PROVANDO A TUFFARSI

 

1 – TRUMP ALL'ATTACCO DI LIBRA

Da www.adnkronos.com

 

TRUMP SOLDI

Il presidente americano, Donald Trump, ha criticato i Bitcoin e Libra, la criptovaluta annunciata da Facebook, perché se non regolamentate potrebbero facilitare "comportamenti illegali, compreso il traffico di droga e altre attività illecite".

 

"Non sono un fan di Bitcoin e delle altre criptovalute, che non sono denaro ed il cui valore è altamente volatile e basato sul nulla", ha twittato Trump. "Se Facebook e altre società vogliono diventare una banca", ha osservato il presidente, "devono essere soggette a tutte le regolamentazioni bancarie, proprio come le altre banche, sia nazionali che internazionali".

 

 

 

libra, la criptovaluta di facebook 7

 

 

mark zuckerberg e la criptovaluta di facebook

2 – LA FED “BLOCCA” LIBRA: “COSÌ IL PROGETTO NON PUÒ ANDARE AVANTI”

Antonio Dini per www.corrierecomunicazioni.it

 

Libra sempre più sotto pressione prima ancora di nascere. Jerome Powell, chairman della Federal Reserve americana, ha dichiarato che i piani per costruire una valuta digitale da parte di Facebook “non possono andare avanti” sino a quando non verrà fatta chiarezza su tutti gli aspetti controversi.

DONALD TRUMP JEROME POWELL

 

Le reazioni alle osservazioni particolarmente dure del più importante regolatore finanziario americano sono state immediate, a cominciare da un calo del valore del Bitcoin, la prima criptovaluta presente sul mercato. Ma il commento di Powell ha se possibile sottolineato anche le difficoltà normative che stanno crescendo sempre di più attorno alla criptovaluta pensata da Mark Zuckerberg, in questo momento sotto il microscopio da parte di politici e responsabili amministrativi di tutto il mondo.

 

JEROME POWELL

“Libra solleva serie preoccupazioni riguardo la privacy, il riciclaggio di denaro sporco, la protezione dei consumatori e la stabilità finanziaria”, ha detto Powell davanti al Comitato dei servizi finanziari della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. “Non penso – ha aggiunto – che il progetto possa andare avanti” senza affrontare tali preoccupazioni.

 

donald trump mangia 7

Powell ha detto che qualsiasi revisione normativa del progetto dovrebbe essere “paziente e attenta”. Ha poi notato che le regole esistenti non si adattano alle valute digitali: “Libra è qualcosa che non si adatta perfettamente o con facilità al nostro schema normativo, ma ha una scala potenzialmente sistemica. Ha bisogno di uno sguardo attento, quindi credo fermamente che tutti dobbiamo prenderci il nostro tempo per analizzarla”.

 

La reazione di Facebook al commento probabilmente più duro sino a questo momento non si è fatta attendere. Una portavoce dell’azienda spiega che Facebook “è molto allineata con il presidente sulla necessità di un discorso pubblico. Questo è il motivo per cui insieme agli altri 27 membri fondatori dell’Associazione Libra abbiamo fatto questo annuncio con largo anticipo, così da poter intraprendere un discorso costruttivo e ottenere feedback”.

 

 

 

libra, la criptovaluta di facebook

I commenti di Powell su Libra hanno avuto anche una ricaduta sul prezzo dei Bitcoin, che è sceso del 7% durante le tre ore dell’intervento del chairman della Fed. I Bitcoin erano risaliti arrivando quasi a quota 14mila dollari e ha registrando un rialzo di oltre il 30% dal 18 giugno, quando Facebook aveva annunciato l’intenzione di lanciare Libra. A metà pomeriggio di mercoledì il bitcoin veniva scambiato a 12.268,99 dollari, in calo del 2,4%. Anche le azioni di Facebook hanno risentito delle dichiarazioni di Powell, sebbene abbiano in gran parte recuperato il valore perso sino a segnare un rialzo fino dell’1,3%, cioè 201,89 dollari per azione.

 

libra, la criptovaluta di facebook 11

Dal punto di vista strettamente normativo, che sulle valute digitali è molto complesso e poco trasparente, non è chiaro però cosa la Fed potrebbe fare se volesse fermare o rallentare Libra o altre criptovalute oltre ad esercitare la sua “moral suasion”. A fine mese comunque i dirigenti di Facebook dovranno presentarsi davanti al Congresso per spiegare cosa vogliono fare più nel dettaglio con Libra e quali conseguenze ci saranno ad esempio per la privacy degli utenti. Secondo Maxine Waters, presidente del gruppo di lavoro del Congresso che si occupa di banche, “quel che Facebook sta pianificando solleva serie preoccupazioni per la privacy, il commercio, la sicurezza nazionale e la politica monetaria per i consumatori, gli investitori, l’economia americana e l’economia globale”.

 

mark zuckerberg

Intanto la Fed ha istituito un gruppo di lavoro per seguire il progetto e si sta coordinando con altre banche centrali in tutto il mondo. Powell ha detto che, mentre da un lato sostiene con decisione l’innovazione finanziaria, dall’altro la scala enorme di Facebook mette fin da subito Libra in una situazione molto particolare e delicata: “Facebook ha un paio di miliardi di utenti, quindi penso che per la prima volta ci sia la possibilità di un’adozione davvero molto ampia di una criptovaluta. E quindi qualsiasi eventuale problema di Libra si presenterebbe subito a livelli di importanza sistemica anche solo a causa della mera dimensione di Facebook”.

libra, la criptovaluta di facebook 8libra, la criptovaluta di facebook 10libra, la criptovaluta di facebook 9libra, la criptovaluta di facebook 6mark zuckerberg 1libra, la criptovaluta di facebook 1libra, la criptovaluta di facebook 2libra, la criptovaluta di facebook 3mark zuckerberg vuole creare una moneta virtuale 3libra, la criptovaluta di facebook 5libra, la criptovaluta di facebook 4mark zuckerberg vuole creare una moneta virtuale 4mark zuckerberg e la moneta virtuale di facebookmark zuckerberg vuole creare una moneta virtuale 2mark zuckerberg vuole creare una moneta virtuale 1mark zuckerberg vuole creare una moneta virtualefacebook batte moneta

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?