VAFFANBANKA! – QUANDO IL MONTE DEI PASCHI COMUNICÒ A BANKITALIA CHE VOLEVA COMPRARE ANTONVENETA (STRAPAGANDOLA) VIA NAZIONALE SAPEVA CHE ERA UN PACCO, MA DIEDE IL NULLA OSTA – IL PRESTITO SEGRETO DA 2 MILIARDI PER TAPPARE I BUCHI DI SIENA

Anticipazione dal libro di Elio Lannutti “La Banda d’Italia” (Chiarelettere)

 

Il Monte dei Paschi di Siena (Mps), fondato nel 1472, è una delle banche più antiche e prestigiose. Terza banca italiana, prima di cadere nella polvere a inizio 2013, entra in crisi nel 2007, quando il presidente Giuseppe Mussari decide di acquisire dalla spagnola Santander la Banca Antonveneta (Bav), una banca finita al centro delle inchieste giudiziarie con Gianpiero Fiorani e i «furbetti del quartierino», per una cifra superiore ai 10 miliardi di euro; solo pochi mesi prima Santander aveva pagato Bav 6,6 miliardi di euro.

ELIO LANNUTTIELIO LANNUTTI

 

Per finanziare l’acquisto, Mps si indebita e nel 2009 i dirigenti di Mps decidono di stipulare con la banca giapponese Nomura l’acquisto dei derivati Alexandria e Santorini per coprire la carenza di liquidità. I mutui subprime americani erano già scoppiati facendo crollare nella crisi i mercati finanziari globali quando Mussari, presidente dell’Abi e di Mps, comunicò l’acquisto di Antonveneta a Bankitalia, che se avesse voluto esercitare appieno la sua funzione di vigilanza così avrebbe avuto il dovere di non autorizzare un’operazione onerosa, priva dei requisiti essenziali.

 

Bankitalia concesse invece il nulla osta, azione che porterà quella banca al prevedibile crac. «Mi sarei aspettato che la Banca d’Italia chiedesse trasparenza a Monte Paschi nel 2010, dopo aver visto le transazioni», aveva commentato in una intervista rilasciata a «Bloomberg» Carlo Alberto Carnevale Maffè, professore di strategia di business presso l’Università Bocconi.

 

LA BANDA D'ITALIA DI ELIO LANNUTTILA BANDA D'ITALIA DI ELIO LANNUTTI

Draghi ha guidato la Banca d’Italia nel periodo compreso tra il 2005 e il 2011, anno in cui poi lasciò l’istituto per sostituire Jean Claude Trichet alla guida della Banca centrale europea. L’intera vicenda ha messo in evidenza l’intreccio di poteri all’interno delle fondazioni bancarie, che in tutti questi anni hanno di fatto snaturato la loro identità, mettendosi al servizio della politica degli enti territoriali e intralciando la gestione delle banche.

 

Sebbene con bilanci critici o in perdita, esse hanno sempre staccato generosi dividendi per finanziare le attività spesso opache delle stesse fondazioni azioniste. La stampa estera ha parlato delle mosse segrete di Bankitalia, insieme a Bank of New York, per scongiurare la nazionalizzazione di Mps, ma anche del prestito nascosto, per un valore di 2 miliardi, erogato da via Nazionale.

 

draghi gioca  a golf a roma  2draghi gioca a golf a roma 2

Ancora, l’agenzia «Bloomberg » aveva pubblicato un articolo, “Draghi’s Bank of Italy knew of Monte Paschi missteps in 2010”, ovvero Mario Draghi, governatore di Bankitalia, sapeva delle irregolarità di Monte Paschi di Siena nel 2010. Mario Draghi affermò che il Monte Paschi «non è solo questione di gestione bancaria ma anche di attività criminale».

 

Non spiegò però come mai avesse frequentazioni così assidue con tali presunti criminali, andando a braccetto con l’ex presidente Mussari, eletto per acclamazione dai banchieri alla presidenza dell’Abi (quindi con il consenso di Bankitalia e di Draghi) il 23 giugno 2010 e rieletto il 16 maggio 2012, la settimana successiva alla sua iscrizione nel registro degli indagati dalla Procura di Siena.

 

LANCIO DI MONETINE A MUSSARI IN PROCURA jpegLANCIO DI MONETINE A MUSSARI IN PROCURA jpeg

La Banca d’Italia guidata da Mario Draghi nel 2007 sapeva che Antonveneta era un cattivo affare, ma non trasmise le sue informazioni al Monte dei Paschi che la strapagò per 9 miliardi. L’allora presidente di Mps Giuseppe Mussari decise di comprare la banca senza due diligence, cioè senza esame preventivo dei conti. Questo impedisce a Bankitalia, in base alle regole di riservatezza interne, di rivelare il contenuto dell’ispezione. Soltanto a maggio 2008, scrive l’agenzia Reuters, la vigilanza comunica i dubbi, ma è troppo tardi per tornare indietro.

 

Da via Nazionale replicano che già a marzo 2008 Mps viene messa in guardia, tanto che cambia la struttura finanziaria dell’operazione. Chissà se, conoscendo quell’audit, Mussari avrebbe comunque fatto l’operazione. Non era difficile, bastava fare la due diligence, ma l’ex presidente aveva fretta.

 

Cesare Geronzi Cesare Geronzi

Il Tesoro sarà dal luglio 2015 azionista del Monte dei Paschi di Siena come effetto del contratto sui Monti bond. Il pagamento degli interessi, pari a 243 milioni di euro, deve essere corrisposto in azioni in caso di perdita della banca che ha chiuso il 2014 con un rosso di 5,3 miliardi. Mps ha ricevuto un totale di 4 miliardi di Monti bond, di cui 3 miliardi rimborsati lo scorso anno dopo l’aumento di capitale della banca.

 

monte-dei-paschi-di-siena-sedemonte-dei-paschi-di-siena-sede

Anche Cesare Geronzi, ex Bankitalia e decano dei banchieri italiani, bacchetta Mario Draghi sul crac Mps. Mario Draghi, sostiene Geronzi, «è un politico, e lo dimostra nel modo in cui parla con Angela Merkel e gestisce i rapporti internazionali. Meno male che sta dove sta... è un bene per l’Italia perché ha fatto finalmente quel che si doveva fare per difendere la moneta e ha tenuto sul binario giusto la condotta della Banca centrale europea. Draghi a Francoforte ha dimostrato di essere un grande banchiere centrale, ma non è stato un grande governatore della Banca d’Italia, come dimostra del resto la storia del Monte dei Paschi».

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...