LA VENUTA DEL MASSIAH – LA CONFERMA DELL’AMMINISTRATORE DELEGATO DI UBI, IN CARICA DA 12 ANNI, SCATENA UN GRAN CASINO: DOPO LA PROTESTA DI ASSOGESTIONI LA TERZA BANCA ITALIANA NON AVRÀ CONSIGLIERI DI MINORANZA – PERCHÉ BANKITALIA NON SI È MAI COSTITUITA PARTE CIVILE NEL PROCESSO IN CUI È IMPUTATO MASSIAH? E COME MAI TRIA NON HA TROVATO 30 SECONDI PER FIRMARE IL DECRETO ATTUATIVO DEI NUOVI PARAMETRI EUROPEI CHE ESCLUDONO GLI IMPUTATI DAL VERTICE DELLE BANCHE?

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Giorgio Meletti per “il Fatto Quotidiano”

 

victor massiah victor massiah

A quanti lamentano che il governo giallo-verde ci fa spesso arrossire di vergogna negli ambienti internazionali bisognerà ricordare che è vero ma non è proprio una novità. Lo dimostra il caso dell' Ubi. Con l' alacre complicità del ministro dell' Economia Giovanni Tria, il sistema bancario sta facendo fare all' Italia una figura veramente barbina.

 

Il fatto si è consumato venerdì scorso. L' Assogestioni, che riunisce i fondi comuni d' investimento, ha lasciato scadere il termine senza presentare la sua lista per l' elezione del nuovo consiglio d' amministrazione di Ubi, mettendo la terza banca italiana in una situazione senza precedenti. All' assemblea degli azionisti del 12 aprile verranno eletti tutti i 15 candidati della lista presentata dal patto di sindacato tra gli azionisti cosiddetti storici di Brescia e di Bergamo, più la Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo. E non ci sarà nessuna funzione di controllo affidata ai consiglieri di minoranza.

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Per esempio, il decisivo Comitato controllo e rischi sarà presieduto, a termini di statuto, da Alessandro Masetti Dannini, esponente del patto di sindacato degli azionisti bresciani (non sembri una stranezza, guardiamo all' Europa ma la terza banca italiana è ancora soggetta agli equilibri di potere tra snervate oligarchie di campanile).

 

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Assogestioni non ha rilasciato commenti, ma indiscrezioni attendibili confermano l' ipotesi più sensata: la mancata presentazione della lista manifesta una polemica presa di distanza dalla conferma sulla poltrona di amministratore delegato di Victor Massiah, alla guida di Ubi da 12 anni, cioè dalla fondazione del gruppo multiprovinciale. Massiah è imputato a Bergamo in un complesso processo per ostacolo alla vigilanza, nel quale, è bene tenerlo presente, la Banca d' Italia non si è costituita parte civile senza mai fornire una spiegazione, lasciandoci solo la deduzione che Massiah sia il banchiere più amato dalla vigilanza.

 

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Come confermano molti precedenti. Il 18 gennaio 2017 l' Ubi ha comprato dal Fondo di risoluzione della Banca d' Italia tre delle quattro banche "risolte" il 22 novembre 2015 e 13 giorni dopo la vigilanza Bankitalia ha archiviato un procedimento sanzionatorio contro Ubi per questioni connesse al riciclaggio. Lo stesso riciclaggio sullo sfondo dell' ostacolo alla vigilanza per cui domani è attesa a Milano la sentenza sulla controllata IwBank, che vede imputato il vicepresidente uscente di Ubi Mario Cera. E ancora una volta la Banca d' Italia si è avvalsa della facoltà di non costituirsi parte civile.

 

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Nel processo di Bergamo l' accusa è di aver manipolato l' assemblea degli azionisti del 2013 per mantenere il controllo sulla banca delle stesse oligarchie che oggi ripropongono Massiah. Le norme europee sull' onorabilità e adeguatezza dei banchieri vieterebbero la nomina di un imputato, ma in Italia le regole comunitarie si decantano nei convegni, poi basta non recepirle nell' ordinamento nazionale e l' empito europeista può andare a farsi benedire.

 

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La puzza di bruciato può essere compiutamente apprezzato leggendo il passo con cui il Corriere della Sera, edizione di Bergamo, ha dato notizia della furbata brescian-bergamasca il 17 marzo scorso: "La moral suasion della Bce (molto più che suasion), relativa ai procedimenti giudiziari in corso, ha scalzato i due attuali vicepresidenti, Armando Santus e il vicario Mario Cera, consegnando così al placet degli azionisti una lista inattaccabile sotto questo profilo. () Victor Massiah in questo contesto resta in sella, seppure imputato.

 

VICTOR MASSIAH VICTOR MASSIAH

Trattandosi del perno attorno a cui ruota la banca, è evidente che per lui siano entrati in gioco altri elementi, anche presso la massime autorità". La massima autorità è Andrea Enria, da poco al vertice del Single Supervisory Mechanism, la vigilanza bancaria della Bce dove ha preso il posto della francese Danièle Nouy.

 

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Toccherà a Enria, dopo l' assemblea del 12 aprile, valutare se Massiah sia fit & proper secondo i parametri fissati nel 2013 dalla direttiva europea Crd IV , pensata proprio per dare un giro di vite ai banchieri troppo furbi. Par di capire che il tentativo di moral suasion si sia concluso con una tacita intesa: vengono fatti fuori gli imputati Cera e Santus in cambio di una chiusura d' occhio per l' imputato Massiah.

 

victor massiah, letizia moratti e andrea moltrasio victor massiah, letizia moratti e andrea moltrasio

Che del resto Enria non potrebbe silurare comunque. La regola europea che esclude dal vertice delle banche gli imputati, non è applicabile in Italia, e se la Bce lo cacciasse Massiah avrebbe ottime probabilità di impugnare con successo la decisione davanti a un tribunale italiano. La CRD IV è stata infatti recepita solo nel maggio 2015, e il ministro Pier Carlo Padoan ha impiegato altri due anni per scrivere il decreto attuativo, pronto dal 22 settembre 2017. Ma non l' ha varato.

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Il suo successore Tria, in dieci mesi, non ha trovato trenta secondi liberi per firmare il decreto. Per questo Enria deve limitarsi alla moral suasion , e Assogestioni ai gesti di silenziosa protesta. Dei quali la presidente di Ubi in via di conferma Letizia Moratti ieri si è fatta elegantemente beffe: "Continueremo a lavorare con serietà indipendentemente dalle scelte che non sono state fatte dalla banca". Visto che la presidente è eletta dal 20 per cento degli azionisti e l' Assogestioni conta per il 40 per cento, un bel "chi se ne frega" sarebbe stato più rispettoso.

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