art for porn

1. BENVENUTI AD “ART FOR PORN”, LA TRE GIORNI DEL ‘’PORNO AL FEMMINILE’’ A MILANO 2. IL PROGETTO PER FINANZIARE LE "RAGAZZE DEL PORNO", IL COLLETTIVO DI ATTRICI/REGISTE CHE MIRA A CAMBIARE LA CARNE MACINATA IN TAVOLA 3. LA PERFOMANCE DI FRANCESCA ARRI, QUASI 200 KG, CHE HA DATO VITA AD UNO SHOW AD ALTO TASSO EROTICO 4. LILITH PRIMAVERA, UNA DONNA NATA UOMO E DALL'ETÀ INDEFINITA. GUAI A ETICHETTARLA COME TRANS: "IO NON SONO UNA TRANS, IO SONO UN FROCIO"

Art for Porn a Milano - video di Napolina Natti

Video di Napolina Natti per Dagospia

Foto di Gabriele Tori per Dagospia

Foto di Carlotta Arrivabene per Dagospia

 

Alberto Dandolo e Andrea Fattori Beghelli per Dagospia

 

regina orioli foto carlotta arrivabeneregina orioli foto carlotta arrivabene

Finalmente a Milano è successo qualcosa di nuovo. Anzi , è successo qualcosa! Trattasi di un evento, durato 3 giorni e 3 notti e che non ha visto sfilare i soliti celebro-lesi o le cotonature delle botulinate dame dei salotti. E nemmeno le corti genuflesse ai manager dell'Expo e ai loro iper-stipendiati comunicatori. Milano ha appena vissuto uno dei fine settimana più interessanti e porcini di sempre, dove gli impulsi di giovani creativi  si sono messi al servizio di  una nuova idea di pornografia.

 

pino pipoli 5pino pipoli 5

L'arte di scopare che si fa essa stessa "opera d'arte", che apre un modo nuovo di rappresentarsi e che soprattutto strizza l'occhio a fini meramente empirici e produttivi. In fondo se mancano i "dané" non si può fare un cazzo. Tantomeno un porno, seppur d'autore. Ed è per questo che è nata la tre giorni di Art for Porn, progetto indipendente finalizzato a finanziare le " Ragazze del Porno", ossia un collettivo di registe donna per i loro corti o film erotici e pornografici.

 

paolo ruffini foto carlotta arrivabenepaolo ruffini foto carlotta arrivabene

La prima serata ha visto sfilare il meglio della creatività meneghina e non solo. Decine di giovani artisti che hanno, in uno spazio underground in via Nino Bixio ( via del quartiere frocione di Porta Venezia!), esposto le loro opere a sfondo porno. L'opera piu' bella? La foto di un culo femminile con dentro una miniatura della Torre Eiffel! E poi opere che rappresentavano orgasmi femminili, amplessi tra "orsi gay", vagine stilizzate e cazzi mosci. Segnale che il sesso ormai non passa più nè dall'erezione e nè dalla penetrazione.

lilith primavera e andrea fattori beghellililith primavera e andrea fattori beghelli

 

Ma è solo voglia  di provare e procurare piacere attraverso "mezzi" (dai dildo agli strap-on) alternativi.  Star della serata un'artista di quasi 200 kg di nome Francesca Arri che ha dato vita ad una performace ad alto tasso erotico esponendo le sue giunoniche pudenda senza freni inibitori. Ovviamente era assente il buffet.

 

lilith primavera (23)lilith primavera (23)

Ma veniva servito del prosecco in bicchieri di plastica comprati nell'Esselunga poco distante. Cartellino timbrato per l' attrice Regina Orioli (icona di Verdone e Virzì e tra le curatrici dell 'evento), per la statuaria Jane Alexander, per Paolino Ruffini  e per lo scrittore-attore Carlo Gabardini. A servire il prosecco dell'Esselunga c'era la mitologica Lilith Primavera. Star della seconda serata della kermesse.

 

E proprio Lilith Primavera nella serata di sabato ha poi insegnato come fare del proprio corpo poesia, o presunta tale. Infatti nella cornice del periferico ex storico cinema hard gay Aramis (l'attuale Striptease di Via Padova) ha performato per la gioia di artisti convinti, pseudo intelllettuali e di erotomani fancazzisti. Ma  Chi è Lilith?

lilith primavera (14)lilith primavera (14)

 

È una donna nata uomo e dall'età indefinita. Guai a etichettarla come trans: lei, dall'alto del suo tacco 15, si incazza e ti dice:"Io non sono una trans, io sono un frocio". Ma prima di essere un frocio, Lilith si definisce "artista". Infatti truccata da Joker, ha cantato e recitato indossando un abito nuziale che esponeva le sue meglio virtù: tette al vento e culo all'aria. ?La sua performance l'altra sera si è distinta in primis per la voce androgina e l'uso di naccchere e tamburelli sulla base di musiche elettroniche.

jean alexander 2jean alexander 2

 

A precedere l'esibizione il cortometraggio "Nero porno", mezzora di gemiti e di buio accompagnati da una performance ad "alto tasso di voltaggio" generata dal movimento delle mani di quattro gnocche che, attraverso microfoni posizionati sui polpastrelli immersi in bacinelle piene d'acqua, hanno riprodotto i suoni delle profondità vaginali e rettali. Ed hanno mandato letteralmente in visibilio il pubblico ad altissimo tasso etilico. La performance di Lilith è poi culminata nella cosiddetta "esplosione finale" con l'antica canzone "Ciao ciao bambina". Orgasmo collettivo per il pubblico pagante durante l'ascolto.

 

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Persino la guardarobiera Giuseppina, che ne ha viste di ogni, ha provato un inaspettato sussulto. Dopo la nostra Lilith, protagonista assoluto della serata, è stato Dj TLR, che si autodefinisce "figura elettrica e carismatica". Dobbiamo doverosamente specificare che queste performance rientrano anche nella serata "Buka" che a detta degli ideatori è: "un evento organizzato in luoghi senza tempo, che nel loro mutare di destinazione raccontano un secolo di cambiamenti nella sociologia urbana dell'intrattenimento. In un miscuglio di estetica periferica decadente e architettura sontuosa.”

 

art for porn foto carlotta arrivabene (27)art for porn foto carlotta arrivabene (27)

 

2. SÌ, MA QUAL È LA DIFFERENZA?

Elena Stancanelli per La Repubblica

 

Quando nacque il progetto “Le ragazze del porno”, i maschi non capivano. Volete girare corti pornografici al femminile, d’accordo, ma qual è la differenza col porno tradizionale? Piccola pausa: comunque, posso partecipare? La sola espressione “pornografia femminile” provoca scetticismo ed eccitazione. Si pensa che quello del porno sia un linguaggio codificato e immutabile, perché senza quegli obbligati passaggi, non serve, non funziona.

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E le donne non potrebbero che renderlo più romantico e meno zozzo — grandissimo equivoco, basta guardare uno qualsiasi dei film diretti da Belladonna. Quindi: esiste un porno femminile, e come lo si riconosce? La questione è mal posta.

 

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Direi piuttosto che esiste da una parte un porno tradizionale — legato all’industria, alle star come Rocco Siffredi o Moana Pozzi — dall’altra un porno più moderno, definitivo variamente “Alt” (Alternative), o Indie, o post-porno. E al quale le donne partecipano in maniera molto più attiva, in tutti i ruoli. Se ne comincia a parlare nel 1972, quando escono Gola Profonda e Behind the Green Door. Del primo sappiamo quasi tutto, l’altro, con la regia dei fratelli Mitchell, protagonista Marilyn Chambers, è la storia dell’iniziazione sessuale di una fanciulla.

 

Che tra decine di variazioni si accoppia pure con un nero. Attenzione: si tratta della prima scena di sesso interraziale non simulata del cinema americano. I due film furono proiettati nelle sale, come prodotti mainstream, e incassarono decine di milioni di dollari.

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L’orgasmo femminile si fece protagonista. La seconda rivoluzione è estetica. Cambia l’immagine della donna, più magra e meno tettuta e cambia la scena: compaiono gli hippy e il punk e il dark. E poi il movimento LGBT e Queer, ma soprattutto arriva internet. Il porno tradizionale va in crisi, l’industria crolla di fronte all’offerta continua, capillare e gratuita della rete, mentre l’Altporn decolla. Nel 1992 Annie Sprinkle (attrice porno, prostituta, editore di riviste pornografiche, sex educator, animatrice di seminari sulla sessualità...) produce The Sluts and Goddesses Video Workshop — Or How To Be A Sex Goddess in 1-01 Easy Steps , una specie di docu-filmperformance su sesso e pornografia.

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Qualche anno dopo Lars Von Trier fonda PuzzyPower, casa di produzione per film porno diretti da donne.

 

L’inevitabile manifesto dice sì al piacere femminile, no alla violenza sulla donne (se non esplicitata come una fantasia femminile), no ai primi piani eccessivi sui genitali e no alla fellatio (machista e coercitiva). Nel 2009 escono i Dirty Diaries di Mia Engberg, finanziati dal governo svedese. E infine Erika Lust, la più soft, che ha scritto di sé: «Una delle mie prime urgenze è creare un porno che mia figlia possa vedere». Ed è solo l’inizio.

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