farmaci

COSÌ NON SI AIFA - COL BRACCIO DI FERRO SUL NUOVO PRESIDENTE, CENTINAIA DI MALATI RESTANO IN ATTESA DI UN TRATTAMENTO SALVAVITA CONTRO IL CANCRO, EFFICACE NEL 50% DEI CASI - L'ENTE CHE DECIDE SULLA SICUREZZA DEI FARMACI DEVE AGIRE SUL PREZZO DELLA CURA, TRA 150 E 200MILA PER OGNI CICLO, E PER I MALATI LA GUARIGIONE RESTA UNA CHIMERA

Paolo Russo per “la Stampa

 

L'accordo è fatto: tra l' Aifa, l' Agenzia italiana del farmaco e la multinazionale Novartis c' è un' intesa chiara e precisa sul prezzo della super terapia anticancro a base di Car-T, i linfociti trasformati in laboratorio in armi per riconoscere e uccidere le cellule tumorali. Prezzo fissato e secretato due settimane fa, ma che da indiscrezioni dovrebbe aggirarsi tra 150 e i 200 mila euro per ogni trattamento salvavita. Per i malati in attesa da tempo la terapia resta ancora una chimera, perché l' Aifa da due mesi è senza Cda e così non può ratificare l' accordo raggiunto dalla Commissione prezzi con una delle due industrie detentrici del brevetto (con l' altra, la Gilead, non si è trovata ancora un' intesa).

AIFA AGENZIA DEL FARMACO

 

Una situazione paradossale, che insieme alle Car-T impedisce di immettere in commercio un' altra quindicina di medicinali, tutto per colpa di un braccio di ferro politico sulle nomine ai vertici dell' Agenzia: una situazione da far rimpiangere il manuale Cencelli di democristiana memoria.

Ma ricostruiamo i fatti.

 

Il pasticcio

Quasi un anno fa, in polemica con il Governo per la vicenda Diciotti, lo scienziato Stefano Vella decide di lasciare l' incarico di presidente dell' Aifa. La poltrona a tutt' oggi vuota, nonostante le Regioni abbiano già individuato il sostituto e fatto il nome (oramai il 15 aprile scorso) dell' ex assessore alla sanità piemontese, Antonio Saitta. Ma la scelta non è gradita al ministro della Salute Giulia Grillo e così fino ad ora non se ne è fatto nulla. A cercare di forzare la mano, in favore del Pd Saitta, ci ha provato a maggio il compagno di partito, nonché assessore alla sanità dell' Emilia Romagna, Stefano Venturi, dimettendosi dal Cda di Aifa, che così si ritrova solo con 3 componenti su 5.

 

STEFANO VELLA

Manca il numero legale e così non può essere convocato. C' è da dire che il 24 luglio scadrà l' intero Consiglio di amministrazione e che quella sarà l' occasione per nominare i nuovi membri, ripristinando il numero legale. Ma anche ammesso che questa volta le nomine si facciano subito, prima che il Cda diventi operativo passeranno altri giorni e si arriverà così a ridosso dalla pausa estiva, con il rischio di affrontare a settembre il dossier Car-T.

 

L' attesa dei malati

I pazienti insomma sono costretti ad aspettare ancora. Anche perché per avviare i trattamenti non basta aver negoziato il prezzo del farmaco. È necessario che l' Aifa determini i criteri di accreditamento dei centri che potranno somministrarlo e che devono essere individuati dalle Regioni. Ma anche questo è un tassello mancante. Così per ora i malati possono accedere alla terapia solo aderendo a una sperimentazione oppure per "via compassionevole".

 

Giulia Grillo

Con questi sistemi fino ad oggi sono stati trattati una trentina di pazienti con remissione della malattia nel 50% dei casi. Anche se è bene precisare che le Car-T rappresentano un trattamento personalizzato e non adatto a tutti. «Per ora -spiega il professor Franco Locatelli che ha già iniziato ad usare la Car T al Bambin Gesù di Roma- hanno dimostrato rilevante efficacia clinica nelle leucemie linfoblastiche acute e nei linfomi non-Hodgkin a grandi cellule B. Mentre sono in corso studi nella cura del mieloma multiplo e nelle neoplasie solide, come il neuroblastoma, il tumore extracranico più frequente in età pediatrica».

 

Per il momento il farmaco resta una chimera, nonostante l' Aifa sia riuscita a strappare un prezzo più basso rispetto a quello Usa e nonostante l' accordo preveda che il pagamento (a rate) avverrà solo in caso di sopravvivenza del paziente a distanza di almeno 18 mesi. Ancorate nel porto delle nebbie dell' Aifa non ci sono solamente le Car T.

 

Da tempo si è in attesa del rapporto annuale sulle reazioni avverse ai vaccini, che aveva contribuito a smentire gli allarmismi no vax, dimostrando che gli eventi negativi collegati alle immunizzazioni sono pochissimi e inferiori a quelli dei normali medicinali. Solo che per zittire definitivamente i complottisti si sarebbe dovuto presentare anche un rapporto sulla farmacovigilanza che indicasse appunto il numero degli eventi avversi per le altre classi di farmaci.

 

vaccino

Ma anche di questo in Aifa si sono perse le tracce. Resta fermo anche l' iter per il passaggio alla gratuità del paracetamolo: eppure, la buona notizia era comparsa sul sito dell' agenzia per un paio d' ore. I tecnici, inoltre, avrebbero anche completato il lavoro per limitare la prescrizione della vitamina D ai casi effettivamente necessari, visto che al momento si registrano parecchi abusi. Anche questo provvedimento si è arenato. Eppure, farebbe risparmiare qualcosa come 250 milioni al servizio sanitario. Buoni magari per finanziare i costosi trattamenti innovativi. Se l' Aifa riuscisse a uscire dalla palude nella quale si è impantanata.

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO