ARSENICO E VECCHI SOSPETTI: SOLO UN CASO CHE I BOOKMAKERS NON PRENDANO PIÙ IN CONSIDERAZIONE LE ULTIME PARTITE DI CAMPIONATO?

Oliviero Beha per "Il Fatto Quotidiano"

Il bollettino bellico (non solo metaforico) del calcio italiota era ieri particolarmente esauriente: a Milano una partita sospesa, anche se solo per un centinaio di secondi, per esternazioni razziste. Due ultrà del Torino arrestati per tentato omicidio, giacché pestarono a triplo sangue un ragazzo juventino dopo il derby torinese dello scorso 1 dicembre (che mancava da anni in Serie A, ergo c'era una certa nostalgia del coltello...).

Il prossimo derby di Coppa Italia tra Roma e Lazio che chiuderà questa meravigliosa stagione ancora ostaggio delle necessità di ordine pubblico. Forse basta a riassumere lo stato pietoso del nostro pallone, di una rotondolatria "smarronata" che sta forse definitivamente perdendo la sua natura originale.

Ne accenno il motivo, subito prima di infilarmi in discorsi di cronaca tecnico-societaria. Si osserva con inarrivabile acume: è inutile lamentarsi di come è ridotto il calcio e di che sentina sono ormai diventati gli stadi italiani, dal momento che il sistema sferico è chiaramente una delle facce di un sistema-Italia terribilmente guasto.

Non è o non sarebbe osservazione peregrina. Peccato che la dimensione calcistica e calcistizzata del Paese sia nata come ricreazione del medesimo dalle nequizie di tutti i giorni: una valvola di sfogo in piena regola, ahimè ormai assurta a un business complesso e contraddittorio che di questa natura originale se ne frega, o non sa che farsene, trattando appunto il calcio come una delle facce di un prisma che nel suo insieme è l'Italia atterrente di oggi.

Qui casca l'asino e caschiamo noi tutti: se un qualcosa di emotivamente coinvolgente del tipo della cocaina di Saviano (con tutte le sue variabili economiche, sociali, politiche e "culturali" - parolaccia... -) smette i suoi panni di diversivo e addirittura accresce il disagio contro cui era nato "ricreativamente", stiamo pagando tutti un prezzo troppo alto al "caso calcio". Intendo come Paese, non come tifosi di tizio e caio.

Perché il tifo nelle sue varie declinazioni, sane, accettabili, rischiose, perverse, diventa un detonatore a miccia corta e lunga. Questo dovrebbe interessare al Viminale e al suo dominus, Angelino Alfano. Che ne dovrebbe parlare col suo superiore, ad Arcore o altrove. Il quale però non ha certo tempo né voglia per considerare la faccenda da questo punto di vista, giacché è fin troppo impegnato con le parentele dell'Africa minore, che siano nipoti di Mubarak oppure no.

Per Berlusconi il punto è il Milan, di sua proprietà, gestito benissimo (cfr. anche il "faraone" El Shaarawy per rimanere in carattere orientale con o senza la "furbizia" di quelle parti...) tanto che sta per finire in Champions League anche dopo una stagione che pareva nei primi tre mesi forse la peggiore da molti anni. Invece ora, un rigoretto qui, un acquisto lì, una riverniciatina alla squadra e un Galliani più occhiuto che mai nel conservarsi almeno finora un tecnico assai capace, eccoti il Milan che domenica "in qualche modo" evaderà la pratica.

Vaglielo a spiegare ai tifosi che dalla vergogna dei "buu" razzisti o sub-razzisti degli omologhi romanisti contro Balotelli/Boateng non si esce con cori barbari di brutta matrice. Il tifoso come è oggi o come è diventato non è certo disponibile a "tornare indietro", a ripensare un calcio e uno stadio per famiglie.

Addirittura di solito mette in preventivo che per arrivare in Champions il fine giustifica i mezzi, e dunque finge con sé che su Lamela Constant non abbia commesso un fallo da rigore come pure al contrario, ma sempre pro bonum del Milan in Fiorentina-Roma la direzione di gara non sia stata palesemente mirata: in ballo non ci sono forse alcune decine di milioni di euro? Cifre da capogiro, specie di questi tempi, cifre che si mischiano ai "soliti sospetti" non dell'omonimo film, ma delle ultime partite di stagione che abitualmente i bookmakers non prendono più in considerazione.

Sarà un caso, vero? E non sarà un caso che due pessime gestioni societarie in due ambienti molto diversi abbiano prodotto effetti disastrati simili: intendo la stagione vissuta al Palermo e all'Inter, con una retrocessione di un autolesionismo feroce e un piazzamento al di sotto di ogni livello di guardia ottenuto con un girone di ritorno poco più che da retrocessione.

Di Massimo Moratti e della sua aderenza tifosa all'album di figurine dei giocatori ho già parlato spesso qui. Ne approfitto quindi solo per ricordargli un ex ragazzo appena scomparso dal cognome troppo pesante. Il compianto Ferruccio Mazzola amava l'Inter quanto lui, Moratti, solo che voleva la verità: la buona fede dello sfortunatissimo "terzo incomodo" (cercate il suo libro e leggetelo perché è una lettura significativa) sulle vicende di doping è stata ratificata anche da una sentenza assolutoria di un tribunale.

Su Maurizio Zamparini, un Preziosi più sagace ma anche più virulento caratterialmente (o era Preziosi uno Zamparini apparentemente più cantilenante?), uno che ha divorato allenatori più di quanti figli non si fosse mangiato Crono, aleggia una domanda facile facile: ma se il presidente del Palermo si fosse comportato nei suoi affari imprenditoriali, tra l'altro assai diversificati, anche solo in parte minima come ha fatto da patron pallonaro, adesso avrebbe i denari per sopravvivere?

Ovviamente la questione Lega insieme il calcio e il resto, come volevasi dimostrare e come non si vuole che sia: ditemi il nome di una figura italiana pubblica di qualche spessore politico o culturale o le due cose insieme che dal dopoguerra in poi si sia seriamente dedicato a questo brulicante aspetto italiano. Forza, un nome... uno solo...

 

Oliviero Beha MAURIZIO ZAMPARINI jpegBERLUSCONI TRA GALLIANI E BARBARAberlusconi galliani MILAN lapandrea agnelli festeggia lo scudetto juve negli spogliatoi AGNELLI SCUDETTO JUVE CONTE FESTEGGIA LO SCUDETTO JUVE

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...