BALO DA SOLO – ALLEGRI SPREZZANTE: “NELL’INTER E NEL CITY ERA RISERVA” – MONTOLIVO FA IL MAESTRINO: “PUÒ FARE DI PIÙ”

Roberto Condio per "la Stampa"

Qualcosa, al Camp Nou. è cambiato. Non ancora il gioco, né il risultato, ma il Milan di Barcellona una sterzata ha cominciato a darla. E il rumore della svolta l'hanno sentito tutti. Da mercoledì niente sarà più uguale nel rapporto con Mario Balotelli, la stella rossonera più brillante ma anche più condizionante, nel bene e nel male.

Dopo nove mesi di coccole e carezze, inutili a rendere più stabili rendimento e comportamento di quello che dovrebbe essere l'uomo in più della squadra, ora siamo ai primi segnali di pugno duro. Parole e fatti: indietro non si torna. Mai, nel Milan, Balotelli era finito in panchina per scelta tecnica.

Mai Massimiliano Allegri aveva ricordato quella che è un'incontestabile verità: «Prima di arrivare da noi, nell'Inter e nel Manchester City Mario era una riserva». E persino il suo capitano attuale, Riccardo Montolivo, non ha risparmiato all'asso retrocesso una stilettata: «Il mister ha scelto la formazione migliore. Quando Balo è entrato, ha giocato con lo spirito giusto. Ma lui può fare di più».

Evidentemente, la misura era colma. L'ultimo Balotelli non era più tollerabile da una squadra già in crisi di suo. Più cartellini e squalifiche che gol, un contributo che dopo l'espulsione rimediata in coda alla sfida con il Napoli non è più stato all'altezza di un Supermario. E, soprattutto, quelle due vittorie rimediate in campionato senza Balotelli, entrato solo al 64' nell'1-1 dell'andata contro il Barça, nella partita forse più diligente e concreta giocata quest'anno dal Milan. Insomma, pur nel periodo più delicato dell'era Allegri, è stato dimostrato sul campo che può esserci vita anche senza l'inaffidabile numero 45.

Così, a Barcellona, il tecnico livornese ha calato il carico. Ha tenuto fuori Balotelli nella partita a cui più teneva. Gli ha mandato un segnale forte, inequivocabile. Lo ha potuto fare anche grazie al caos societario che paradossalmente lo ha reso più forte e con ormai poco da perdere visto che, al massimo, a maggio saluterà. «L'ho fatto anche per il bene di Mario - ha detto Allegri -, perché le sue ultime prestazioni non erano state brillanti». Lo ha fatto sapendo anche che quella contro i blaugrana era l'unica tappa che autorizzava un nuovo stop.

Voleva provocare una reazione e l'ha ottenuta. Perché Balotelli subito l'ha presa malissimo: ha saputo della panchina prima della riunione tecnica, non da Allegri, ed è entrato al Camp Nou con lo sguardo basso e il volto tiratissimo. Poi, però, quando dopo l'intervallo è stato chiamato in campo, è tornato finalmente a combinare cose utili per la squadra, beccandosi pure i complimenti unanimi della stampa spagnola.

Potrebbe essere stato un nuovo inizio. Mario sa di avere finito i crediti un po' dappertutto e non può volersi buttare via. Al Milan, non ha nemmeno più lo scudo di chi come Galliani lo aveva fermamente voluto ma che è diventato il primo a essere in discussione. Le carte sono in tavola: il Diavolo in crisi ha più che mai bisogno di Balotelli ma, almeno fino a maggio, è vero anche il contrario.

Mancano sette mesi a quello che sarà il primo Mondiale del nostro Bad Boy di talento: non può arrivare in Brasile accompagnato solo da «gialli», «rossi», mattane e panchine. Non l'avesse ancora capito, Allegri mercoledì glielo ha ricordato. Squalificato per la trasferta di domenica contro il Chievo, Balo ha tempo fino alla sfida di sabato 23 con il Genoa per riflettere e agire di conseguenza. Seguendo la rotta intrapresa al Camp Nou.

 

 

mario balotelli e fanny neguesha mario balotelli Presentazione Balotelli MilanGalliani-Allegriallegrimontolivo Galliani e Barbara Berlusconi allo stadio durante Barcellona Milan Galliani e Barbara Berlusconi allo stadio durante Barcellona Milan FOTO GALLIANI BARBARA BERLUSCONI

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