prandelli

“QUELLA DI PRANDELLI, PIÙ CHE DEPRESSIONE, È UNA STORIA DI ESCLUSIONE” - DOTTO CONCEDE L’ONORE DELLE ARMI A CESARONE, “UN UOMO GIÀ MINATO DENTRO DA TROPPE STORIE TOSSICHE. UNA SEQUENZA MICIDIALE INIZIATA CON LE DIMISSIONI DALLA ROMA (IL LUTTO PER LA MOGLIE) E DALLA NAZIONALE (IL LUTTO DI UNA PATRIA). PRANDELLI NON AVEVA IL CARISMA DALLA SUA E, NEGLI ULTIMI ANNI, NEMMENO UNA SOCIETÀ FORTE ALLE SPALLE. LA SUA BELLISSIMA E UMANISSIMA LETTERA DI HA UN SOLO DIFETTO. TROPPE..."

Giancarlo Dotto per il Corriere dello Sport

 

prandelli

Intanto, è una bellissima lettera quella di Cesare Prandelli. La chiamerò così da qui in poi, come fosse un’unica parola. “Bellissima lettera”. Posso dire, senza sembrare quello che probabilmente sono, cioè uno stronzo sprezzante o discriminante, assolutamente inedita in un mondo in cui si masticano palloni rivedibili, cose fatue e cazzate social spacciate per socialità? Lo dico. E lo ripeto. Bellissima.

 

Un bel botto in questo silenzio dove l’alternativa è la parola di polistirolo espanso. La bellissima lettera, voglio dire, non le dimissioni. In principio stava il verbo, e anche in mezzo e alla fine, aggiungo io. Senza questa lettera, sarebbe stato un fatterello, buono per tre o quattro sbuffi di fumo, prima d’essere retrocesso alla velocità del giaguaro nel territorio dell’irrilevante e poi quello della dimenticanza.

 

Assoluto onore delle armi, sempre, agli uomini che hanno la forza di confessare pubblicamente la loro debolezza. C’è dentro questa bellissima lettera un uomo che ha perso il filo. Un uomo che più non riconosce e sempre meno è riconosciuto. Riconoscere ed essere riconosciuti, i due pilastri dello stare al mondo con qualche decenza e frazione di senso, prima di scegliere la strada ancora più decente e sensata dell’isolarsi, antefatto del cancellarsi, togliersi di mezzo.

prandelli

 

Abbandonare le cose che ti abbandonano, il magistrale dettato di Baltasar Gracian, un gesuita illuminato. “Sono stanco dentro” aveva detto qualche giorno fa, a fine partita, Cesare, provocando qualche briciola di stupefazione negli astanti sparsi tra reale e virtuale e una finestra socchiusa su un “quid” che gli era franato dentro.

 

Un malessere da interpretare per chi avesse voglia di farlo, cioè nessuno, a parte le persone che gli vogliono bene. Un uomo che confessa la sua fragilità è un belvedere solo per chi s’intende di fragilità, magari senza confessarla, magari dissimulandola nel suo contrario, il cinismo ostentato di un Mourinho, le scariche di allegria, come ha fatto Jurgen Klopp per una vita, fino a quando la vita non si è puntualmente vendicata.

 

L’avevo incontrato due anni fa, a Firenze, Cesare, lui e la sua lieta Novella, la compagna attuale. Mi era sembrato un uomo dalla sensibilità acuta. Un allenatore vecchio stampo, di quelli che parlano ai calciatori, come un padre se serve, quando la parola dell’allenatore aveva qualche probabilità di ascolto. Un uomo già minato dentro da troppe storie tossiche.

prandelli

 

Una sequenza micidiale. Le dimissioni dalla Roma (il lutto per la moglie) e dalla Nazionale (il lutto di una patria), i passaggi a vuoto di Istanbul, la parola di Lotito, i mari e i monti di Valencia, ma solo sulla carta, l’arrivo al Genoa per definizione effimero di Preziosi e, ultimo, il ritorno all’amatissima Viola. “Scorie e veleni che si accumulano e presentano il conto tutto insieme”, scrive Cesare. “L’assurdo disagio”, un’espressione che sembra sfilata da un romanzo di Camus. Stress fulminante, nella vulgata.

 

Era il suo sguardo negli anni ad essere cambiato. Ci sono cani e sguardi bellissimi sui quali proiettiamo le nostre malinconie. Gli occhi di Cesare erano da tempo quelli che trovi addosso a un cocker a cui è morto il padrone e dunque l’ambiente stesso circostante in cui sopravvivere.

 

prandelli

Ci sono lutti e lutti. Cesare ne ha conosciuti tanti. Ora, forse, ha conosciuto quello peggiore, il lutto dell’esclusione. In questi casi (fu così nei precedenti di Bagnoli, Silvio Baldini, Agroppi, dello stesso Sacchi) il comodo ricorso è la “depressione”, il male oscuro che, in quanto tale, nessuno sa cosa sia, a cominciare dal depresso. Ma quella di Prandelli, più che depressione, è una storia di esclusione, che è anche peggio della reclusione. “Questo mondo non fa più per me…”, la frase chiave nel messaggio che Cesare ha lanciato in una bottiglia che ha una sola chance, quella di essere presto dimenticata.

 

Ai giorni nostri restano a galla solo allenatori sostenuti dalla società o carismatici al punto di farsi credere più di quello che sono, il carisma ribaldo (ma fortemente calante) alla Mourinho, quello stregonesco alla Guardiola o inclusivo alla Klopp, il più raro, perché il carisma di suo esclude, soprattutto quando manipola. Prandelli non aveva il carisma dalla sua e, negli ultimi anni, nemmeno una società forte alle spalle.

prandelli novella benini

 

La sua vulnerabilità fu più che mai evidente nelle ostentazioni di forza. I codici etici con cui pretendeva di regolamentare in Nazionale i comportamenti dei calciatori erano in realtà la confessione di un limite, il tentativo di mettere l’argine della legge là dove non arrivava la parola o la personalità. Troppo facile, in ogni caso, spedire uno che si dimette per “motivi oscuri” (già di suo uno scandalo nel calcio, come nella politica) in un ipotetico reparto psichiatrico.

 

Ad escludere Prandelli, a far crescere “l’ombra” dentro di lui, è stato altro. L’analogia con Arrigo Sacchi non regge. Il deserto non è lo stesso. Sacchi fu prosciugato da se stesso, dal suo fuoco maniacale. Prandelli è stato svuotato da un mondo che ha cambiato in fretta le sue regole, le sue modalità, i suoi accessi alla vita e alle emozioni. Se vogliamo propria dirla depressione, la chiamerei una depressione funzionale. Intelligente. Senza il sostegno di una sana fondatezza biologica, anche gli orsi in letargo sarebbero finiti sul lettino di Freud, quando si trattava invece solo di difendersi con il grande sonno dal grande freddo.

 

prandelli novella benini

Deprimendosi, Prandelli si è difeso da un mondo in cui rischia di sopravvivere come un’ombra. L’ombra che gli cresce dentro. “Sono consapevole che la mia carriera di allenatore possa finire qui, ma non ho rimpianti… Sono stato cieco davanti i primi segnali che qualcosa non andava, che qualcosa non è esattamente al suo posto dentro di me…il mondo va più veloce di quanto pensassi… Per questo credo sia arrivato il momento di fermarmi per ritrovare chi veramente sono”. 

prandelli

 

Allenatori, politici, giornalisti, scrittori, musicisti, analisti finanziari, latin lover, avventurieri, investigatori, esploratori. Arriva il giorno in cui si sentono inadeguati. Il mondo li sorpassa in tromba. A tripla velocità. Li lascia ammutoliti sul ciglio della strada. Si guardano intorno. Vedono calciatori, studenti, lettori, amanti. Sembrano gli stessi di una volta, ma non è così. I sembianti ingannano. E noi, improvvisamente, a meno di uno sforzo titanico, ci ritroviamo inadeguati. Non all’altezza. Ma questo è un altro capitolo e ha a che fare con l’evidenza che l’umano non ne può più di essere umano.

CESARE PRANDELLI

 

La bellissima e umanissima lettera di Prandelli ha un solo difetto. Troppe allusioni. Troppe vaghezze. Troppe cose che andrebbero spiegate meglio. Magari, un giorno nemmeno lontano lo farà, quando vorrà e con chi vorrà.

PRANDELLIprandelli balotelli a casaPRANDELLI 1prandelli cabrinirenzi e prandelli con la banananazionale italiana prandelliprandelli 3prandelli no smokingcesare prandelli prandelli in conferenza stampaPRANDELLI balotelli italia uruguayBUFFON PRANDELLI MONDIALI 2014prandelli con la chitarracassano balotelli prandelliprandelli balotelli caporettoDOTTO 2ranieri prandelli

Ultimi Dagoreport

elly schlein gaetano manfredi giorgio gori stefano bonaccini pina picierno vincenzo de luca matteo ricci

DAGOREPORT - MENTRE ASSISTIAMO A UNO SPAVENTOSO SVALVOLAMENTO GLOBALE, IN ITALIA C’È CHI SI CHIEDE: ‘’COME SI FA A MANDARE A CASA LA SPERICOLATA ELLY SCHLEIN?’’ - ANCHE SE HA UN IMPATTO MEDIATICO PIÙ TRISTE DI UN PIATTO DI VERDURE LESSE, LA FANCIULLA COL NASO AD APRISCATOLE HA DIMOSTRATO ALTE CAPACITÀ DI TESSERE STRATEGIE DI POTERE, PRONTA A FAR FUORI IL DISSENSO DELL’ALA CATTO-DEM DEL PD - SE IL CENTRO RIFORMISTA HA LA MAGGIORANZA DEGLI ISCRITTI DEL PD, HA PERMESSO DI AVERE UN RISULTATO IMPORTANTE ALLE EUROPEE E FA VINCERE CON I SUOI CANDIDATI LE PROSSIME REGIONALI, PERCHÉ NON TIRA FUORI UN LEADER ALTERNATIVO AL SINISTRISMO FALCE & MART-ELLY? -  LIQUIDATO BONACCINI, ORMAI APPIATTITO SULLA SCHLEIN, SCARTATO DECARO PRIVO DEL CORAGGIO PER SPICCARE IL VOLO, SULLA RAMPA DI LANCIO CI SONO IL SINDACO DI NAPOLI, GAETANO MANFREDI, MA SOPRATTUTTO GIORGIO GORI. L’EUROPARLAMENTARE ED EX SINDACO DI BERGAMO È IN POSSESSO DEL FISICO DEL RUOLO PER BUCARE LO SCHERMO E IL MELONISMO PAROLAIO. A PARTE LE GELOSIE INTERNE DEI RIFORMISTI, LA BASE, CON LA GRUPPETTARA ELLY AL COMANDO, OGGI È TALMENTE RADICALIZZATA CHE RIUSCIRÀ AD INGOIARE UN EX MANAGER DI MEDIASET SULLA PRIMA POLTRONA DEL NAZARENO?

donald trump benjamin netanyahu iran israele stati uniti khamenei fordow

DAGOREPORT – COME MAI TRUMP HA PERSO LA PAZIENZA, IMPRECANDO IN DIRETTA TV, SULLE "VIOLAZIONI" DELLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE DA PARTE DI NETANYAHU? "NON SANNO COSA CAZZO STANNO FACENDO. DOBBIAMO FAR CALMARE ISRAELE, PERCHÉ STAMATTINA SONO ANDATI IN MISSIONE"? - È EVIDENTE IL FATTO CHE IL “CESSATE IL FUOCO” CON L’IRAN NON RIENTRAVA NEI PIANI DI BIBI NETANYAHU. ANZI, IL PREMIER ISRAELIANO PUNTAVA A PORTARE A TERMINE GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE “RISING LION” (DOVE SONO FINITI 400 CHILOGRAMMI DI URANIO?), MA È STATO COSTRETTO AD ACCETTARLO DA UN TRUMP IN VENA DI PREMIO NOBEL PER LA PACE. D’ALTRO CANTO, ANCHE A TEHERAN LA TREGUA TRUMPIANA NON È STATA PRESA BENE DALL’ALA OLTRANZISTA DEI PASDARAN… – VIDEO

alessandro giuli

DAGOREPORT - MA COME SCEGLIE I COMPONENTI DELLE COMMISSIONI L’INFOSFERICO MINISTRO DELLA CULTURA, ALESSANDRO GIULI? I DIRETTORI DI CINQUE MUSEI STATALI (MUSEI REALI DI TORINO, GALLERIA DELL’ACCADEMIA E BARGELLO DI FIRENZE, COLOSSEO, MUSEO NAZIONALE ROMANO E MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI) SARANNO SELEZIONATI DA UNA COMMISSIONE FORMATA DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DA GIURISTI - PEGGIO CI SI SENTE SE SI PENSA CHE I TRE CANDIDATI PER CIASCUN MUSEO SCELTI DA QUESTA COMMISSIONE GIURISPRUDENZIALE SARANNO POI SOTTOPOSTI AL VAGLIO FINALE DEL LAUREANDO MINISTRO…

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)

meloni macron merz starmer trump iran usa attacco bombardamento

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI STA SCOPRENDO CHE VUOL DIRE ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI UN PAESE CHE NON HA MAI CONTATO UN TUBO: PRIMA DI PROCEDERE AL BOMBARDAMENTO DEI SITI IRANIANI, TRUMP HA CHIAMATO IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, E POI, AD ATTACCO IN CORSO, HA TELEFONATO AL TEDESCO MERZ. MACRON È ATTIVISSIMO COME MEDIATORE CON I PAESI ARABI: FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA FANNO ASSE NEL GRUPPO "E3", CHE TIENE IL PALLINO DEI NEGOZIATI CON L'IRAN  – L’AFFONDO DI RENZI: “LA POLITICA ESTERA ITALIANA NON ESISTE, MELONI E TAJANI NON TOCCANO PALLA”. HA RAGIONE, MA VA FATTA UN’INTEGRAZIONE: L’ITALIA È IRRILEVANTE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, INDIPENDENTEMENTE DA CHI GOVERNA...

donald trump mondo terra brucia guerra iran nucleare

DAGOREPORT – BENVENUTI AL CAOS MONDIALE! AL DI LA' DEL DELIRIO DI PAROLE, ANNUNCI E BOMBARDAMENTI DI TRUMP, C’È LA DURISSIMA REALTÀ DEI FATTI. L’ATTACCO ALL’IRAN AVRÀ CONSEGUENZE POTENZIALMENTE DEVASTANTI IN OGNI ANGOLO DEL MONDO – UN'EVENTUALE CHIUSURA DELLO STRETTO DI HORMUZ FAREBBE SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, CON CONTRACCOLPI ENORMI SULLA CINA (PRIMO CLIENTE DEL GREGGIO IRANIANO) E DANNI PESANTI SULL'EUROPA – I TRE POSSIBILI SUCCESSORI DI KHAMENEI SONO TUTTI PASDARAN: SE MUORE LA GUIDA SUPREMA, IL REGIME DIVENTERÀ ANCORA PIÙ OLTRANZISTA – UN'ALTRA FACCIA DEL BUM-BUM TRUMPIANO E' LA FRATTURA NEL PARTITO REPUBBLICANO USA: L'ALA “MAGA” CAPITANATA DA JD VANCE SI SENTE TRADITA DAL TRUMP BOMBAROLO (L’HA VOTATO PERCHÉ SI OCCUPASSE DI FAR TORNARE "L'ETA' DELL'ORO" IN AMERICA, NON PER BUTTARE MILIARDI DI DOLLARI PER ARMI E INTELLIGENCE IN UCRAINA E ISRAELE)